domenica 22 gennaio 2017

La bolla




Il termine bolla non esprime bene quello che intendo dire, ma vi si avvicina molto, ed è immediato da visualizzare. Ritornerò poi su questo pensiero.

Ecco. L’operazione di visualizzare un concetto non è che renda questo più reale se non ne ha già di per sé una forza intrinseca a giustificarlo, una prova sul campo. È una modalità operativa presente nell’indagine scientifica, quando si creano modelli che poi, per essere accettati, dovranno essere sottoposti ad altre elaborazioni, ad altre verifiche, da parte di persone diverse.

La mia bolla è sovrapponibile all’amore, quindi tratta di un fenomeno assolutamente soggettivo, scivoloso, umano certo e anche indefinibile in modo univoco. Ma cerco di spiegarmi, ed inizio col dire che esiste, ne ho prove di vita vissuta.

Molti anni fa confondevo questa bolla con una sorta di quieto vivere, tanto cara a molti uomini pigri e tanto odiata da molte donne che non sanno capirne né giustificarne l’esistenza. Alcune di queste donne poi, del tutto insoddisfatte di certi rapporti basati su un malinteso senso di comunione, decidono che il gioco non vale la candela, e lasciano questi uomini immaturi alla ricerca solo delle spalle coperte o di poco di più, adattandosi ad una vita di sopravvivenza.

In realtà le cose sono più complesse, come sempre nella vita. Ed i legami d’amore e di forza trovano un loro equilibrio dinamico. Se un rapporto resiste a questo tipo di prova, ne esce rafforzato. Ma torniamo alla bolla.
Questa si espande attorno alle persone che vivono una situazione nella quale, oltre a loro stessi, un’altra persona condivide scelte di vita, dolori e problemi, soddisfazione per alcuni risultati ottenuti e progetti per il futuro. A volte sono più persone a vivere nella stessa bolla, oppure la bolla può intersecarsi con altre. Inutile semplificare troppo. Non serve e sarebbe pure sbagliato.

La bolla, quindi, da quanto ho vissuto, vivo e vedo attorno a me, esiste, è un fenomeno diffuso, condiviso.
Il problema che mi pongo, ora, è per quanto è destinata a durare questa bolla che mi riguarda.
Verrebbe naturale pensare che se una persona se ne va la bolla svanisca nel nulla e il superstite sia costretto a tornare indietro nel tempo, quando quella bolla ancora non esisteva, all’inizio del percorso. Eppure, se una situazione muta, non è necessario che tutto quanto si è costruito, nel tempo, sparisca all’improvviso. È possibile, certo, ma è anche possibile che questo avvenga con tempi indefinibili, cioè dilatati.

Un monumento creato dai greci nel terzo secolo prima di Cristo non è detto sia sparito nel tempo e nello spazio. Oggi in qualche occasione lo possiamo ammirare. È solido. Conserva la sua forza storica ed artistica. Vi possiamo ancora trovare i segni dei costruttori.

La mia bolla, quindi, ora è in questa fase. E non la definirei neppure bolla, per essere più preciso e come ho anticipato all’inizio. Un’immagine che mi piace di più è quella di una campana, solida e trasparente, che crea una differenza tra il dentro ed il fuori, ma che si appoggia sulla solida terra, cioè sulla realtà oggettiva, sulla vita che si vive, sempre e comunque, sino alla fine.
La bolla-campana è permeabile, esattamente come la membrana cellulare, e regola in modo rigido cosa entra e cosa esce. È un filtro, un gradiente tra due ambienti che restano separati.
Abitudine, ricordo, presenza che rimane attorno in modo inspiegabile ed indimostrabile, resistenza al mutamento, modifica nel comportamento generata da un’alterata visione del mondo stratificata in anni ed anni di convivenza, volontà di non lasciare e non arrendersi alla cattiveria e all'insensatezza della vita. Potrei pure cercare altre immagini a giustificare quello che penso, ma credo sia sufficiente, per ora.

Questa bolla-campana che destino avrà, e potrà creare danni, essere un rischio? Alla prima domanda non ho risposte. Potrebbe finire anche tra un giorno, scoppiare come quelle di sapone. Riguardo ai rischi, o che possa creare danni, non escludo nulla; è per questo che preferisco pensare ad una campana appoggiata sulla realtà solida, non ad una semplice bolla libera nell’aria, soggetta a correnti ed a spinte esterne.

Vivere è un rischio. Morire fa parte della vita. La cosa non mi piace ma non posso oppormi.
Devo solo fidarmi della mia esperienza, e sapere, come sempre, che vengo dal mio passato, vivo il presente, e che il futuro che mi aspetta dipende da entrambi. 
Se tu sei tanto importante nel mio passato necessariamente influenzerai il mio futuro, che si tratti di bolla, di campana o di qualsiasi altra cosa. 
E, lasciatelo dire, amo parlare di te al presente.

                                                                                              Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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