giovedì 30 giugno 2022

Posso dire che sorridi

Ciao Viz, credo di poter dire che sorridi. Che qualcuno mi smentisca se lo può, e lo perderò senza rimpianto. Il motivo? Semplice, sto leggendo, con calma, i libri che ti ho regalato in tanti anni. Quei libri che, comprandoli, mi hanno valso una tessera di platino, neppure d’argento o d’oro, proprio di platino. Compratore seriale io e lettrice seriale tu. C’è stato un tempo nel quale sostenevo l’inutilità del romanzo e la prevalenza del libro utile, del saggio o del testo di studio. Preferivo le formiche a Bassani. Quindi so che ora sorridi, ne hai motivo, ed io ho trovato un modo per ripercorrere luoghi dove sei passata tu prima di me. E intanto domani inizierà il mese di luglio, il mese dei nostri passati viaggi, quelli che in tempi recenti ho quasi completamente sospeso o annullato. Qualcuno mi invita a volte ed io declino, in parte stupidamente, in parte perché le cose cambiano e in parte perché ho paura. Lo ammetto. Alcune cose mi fanno paura. Ciao Viz. Sorridi.

                                                                                                     Silvano C.©  

                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 29 giugno 2022

Col fuoco

Perché intestardirsi a conservare il ricordo di un passato che non ha alcuna possibilità di ritornare? Chi ho amato, chi mi ha amato, chi ho conosciuto e mi ha conosciuto resterà con me sino all’ultimo istante di questa vita, e che ne sia consapevole o meno non fa differenza. Qualcuno sembra quasi voler rimuovere queste persone nel suo caso ma non ci può riuscire, e la cosa mi fa solo piacere. Anche chi rifiuta e intende andare avanti, solo avanti, non ha la libertà di farlo come vorrebbe, e gli sta bene così.

D’altro canto mi chiedo che senso abbia mantenere gli oggetti, anche quelli personali, solo per possedere un legame che il tempo ha interrotto. Non lo accetto ma non posso oppormi. Una cartolina, un regalo o un oggetto qualsiasi non hanno alcun potere di restituire niente a parte il loro valore venale. Un piccolo gioiello ha un valore oggettivo, ma solo quello. La casa dove hanno vissuto i miei ha un valore stabilito dal mercato e che dipende dal suo stato, dalla posizione, da altri parametri misurabili. È soggetto alle leggi di domanda e offerta ma il suo valore affettivo non conta nulla per l’agenzia immobiliare anche se il suo agente è molto umano e sensibile.

E se bruciassi tutte le foto, se cancellassi tutte le immagini che ho in archivio, se annullassi ogni sorta di istantanea che ritrae me e le altre persone importanti, cosa cambierebbe? Se distruggessi i ritratti e vendessi le cornici, ammesso che abbiano un valore, farei morire una seconda volta le persone che se ne sono andate prima di me o annullerei definitivamente gli amici che vedo sempre meno? Da un certo punto di vista sarebbe una forma di rispetto estremo senza scordare che in alcune culture le immagini delle persone non sono sempre gradite. Quello che ricordo non ne sarebbe influenzato. Risparmierei una fatica a chi comunque dovrà fare scelte e buttare. Eviterei di far arrivare ad altri miei ricordi personali che sono importanti solo per me. Tutto sensato apparentemente, e nulla che mi convinca completamente. Ciao Viz.

                                                                                                     Silvano C.©  

                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

 

martedì 28 giugno 2022

lunedì 27 giugno 2022

Presi per la gola, e non solo

Quello che mi capita e che da tempo immemorabile mi condiziona è la prevalenza del rapporto col cibo. Non solo per gola anche se sono certamente goloso. I sapori e gli odori scavano profondamente e vanno a ripescare luoghi e, prima di tutto, persone. A qualcuno il profumo di una zuppa particolare riapre la finestra sull’infanzia e sulla madre o sulla nonna che preparavano quel piatto. A me pasta e fagioli ricordano una suora che la faceva un po' bruciare e mia nonna che si offendeva quando le dicevo che la suora la faceva più buona, un po' bruciacchiata. E poi quello che ti cucinai una sera, anche se l’orzo era un po' troppo al dente. Troppo forte la voglia di ripetere la cosa, anche ora, quando il tempo è adatto. Potrei dire una cosa blasfema e la evito, ma la penso e non offendo nessuno. Rimpiango luoghi nei quali sono stato e dove cucinavano pietanze uniche, solo imitate in altri locali, mai con quel sapore e in quelle stanze e con quel personale. E ripenso a tutto l’insieme della cucina ferrarese riveduta dai miei che durante il periodo natalizio, quando tornavamo per pochi giorni in Emilia dai nostri, trovavo sulla tavola. Allora mi lamentavo che era troppo ed ora rivorrei indietro tutto. Si può dire che per anni siamo ingrassati per amore, io almeno, incapace di trattenere il desiderio di riprovare un’emozione, di comprare prodotti tipici che soli sono in grado di evocare ciò che è sparito per sempre, inghiottito dal tempo che divora, più di me, ogni cosa gli attivi a tiro. Il cibo non è solo cultura, è radice profonda con quello che è stato. Dei viaggi ricordo il cibo, e questo mi riporta situazioni, luoghi e persone. A te la Wiener Schnitzel cosa ricorda, Viz? Non dirmelo, lo so già.

                                                                                                     Silvano C.©  

                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 26 giugno 2022

Cosa darei…

C’è un posto che tu non hai conosciuto. Ci si mangiava in modo vegano. Curava con attenzione ogni singolo piatto, proponeva una scelta di cibi tale da soddisfare il palato anche di chi vegano non è. I gestori erano gentili, alternativi in modo corretto e non invadente, amavano i gatti ed eccellevano nei dolci. Le loro torte erano vere meraviglie ed una sola fetta era una tentazione alla quale non si resisteva. I prezzi? Onesti, non alti, giusti. Quell’ambiente piacevole avrei voluto rivederlo oggi, dopo anni di pandemia e difficoltà nei quali non mi sono curato di chi, in quel locale, lavorava e aveva messo i suoi sogni. Del resto non ero neppure prima un cliente abitudinario e i sensi di colpa in parte devo rimuoverli. Se hanno dovuto chiudere non è solo colpa mia. Le difficoltà economiche hanno spazzato via a migliaia i locali pubblici di questo genere, le crisi non salvano nessuno che non si sia già salvato da solo.

Cosa darei ora perché tu potessi venire con me in quel ristorante vegano. Mi piacerebbe fartelo conoscere, vorrei sentire la tua opinione e sono quasi certo che non sarebbe negativa. Ma non è possibile. Oggi ho scoperto che ha chiuso. Quando digito il numero di telefono che si trova in rete una voce registrata mi informa che è inesistente. Sono due i motivi per i quali non potremo andare in quel ristorante vegano, Viz, ed il principale non è che ha chiuso da tempo. Ciao.

                                                                                                     Silvano C.©  

                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana