So di esserlo, non serve che tu me lo faccia
notare.
Non sono felice di esserlo, lo sono e basta.
Se ogni pensiero, dalla mattina appena mi
sveglio, alla sera, quando mi addormento, e magari la notte quando a volte aspetto
di riprendere sonno, mi porta a te, io lo accetto.
Forse potrei anche distarmi. Qualcuno prova a
farlo, ed apprezzo che ci si provi. A volte poi fingo di farmi distrarre, ho
imparato anche questo. Anzi, non ancora come dovrei.
Devo imparare a fingere come si deve, cosa
nella quale sono sempre stato poco più di un dilettante.
Devo diventare un buon comico, che va in scena
e fa arrivare il sorriso sul viso di tutti e dentro ha la morte, il dolore, il
peso enorme della vita. Per toccare le corde giuste occorre aver capito la
lezione, e la lezione non è mai gratis.
Intendo impegnarmi a fingere, a dissimulare i
pensieri, a fare battute come prima, a sorridere delle sciocchezze, mi impegno
a farlo. Ma, perdonami, non intendo scordare nulla. Anzi, vorrei ricordare di
più.
Tu eri anche la mia memoria. Mi ricordavi
episodi che per qualche motivo avevo sì vissuto ma poi avevo scordato.
In queste ore mi viene naturale andare indietro
di un mese, di un solo mese. Sembra poco, eppure c’è un abisso che separa quel
tempo da oggi.
A volte mi chiedevi cosa avessi tanto da
scrivere al computer, se stessi scrivendo un romanzo, se avessi intenzione di
pubblicare qualche cosa. Mi prendevi in giro. Ma mi lasciavi fare. Mi facevi
capire che avrei potuto scrivere meno e restare di più con te. Me lo facevi
notare.
Però mi lasciavi una libertà che ora mi pesa. Io
ne avevo bisogno, ma adesso mi vengono dubbi. Io facevo anche ricerche su temi
che mi prendevano, a volte te li raccontavo, ma un po’ mi prendevi in giro.
E mi piaceva poterti riportare quello che
scoprivo, chi incontravo, o dirti di quello che pensavo, e ti sommergevo di
parole. Non ti dicevo tutto, lo so, ma tu capivi molto meglio di me. Anche quello
che non ti raccontavo.
Ho tentato di farti ridere, di farti vedere aspetti
positivi nel grande mare oscuro e tragico che stavamo attraversando. Lo hai
capito, sempre. Ed hai fatto in modo, sempre, di tenermi protetto. So che lo
hai fatto. Ora lo so.
Quindi, sinceramente, sai quanto mi interessa che
qualcuno mi ritenga monotematico? Lo vuoi proprio sapere? No, non credo. Lo sai
già.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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