mercoledì 30 giugno 2021

Col vento che arriva dalla Sardegna

Col vento forte sembra che anche i pensieri possano sfuggire e a Castelsardo occorre il Cannonau per poter continuare a trattenerli, non basta il Lambrusco. I vecchi un tempo andavano col somarello, e qualche volta venivano fermati dai turisti per una foto. Dal castello si vede il mare e parte della costa. Da qualche parte, nascosta, c’è una custodia per fotocamera che aspetta dal marzo 1980, forse. I cestini e i tappeti non sono solo per chi viene e poi fugge di nuovo sul continente, mentre i nuraghi hanno la strana abitudine di stare fermi ma di non farsi trovare. Forse ti vogliono prendere in giro, o te li devi meritare. Sull’isola il pesce non è spesso in tavola, si preferiscono i frutti della terra, o i formaggi, e non solo. Poi si può entrare più all’interno e arrivare a Santa Vittoria, paese sempre più abbandonato e dove neppure chi vi è nato o ha la casa vi torna più, neanche in estate. Sull’isola sino a poco tempo fa si moriva di anemia mediterranea e di trasfusioni, e prima si emigrava per trovare lavoro. Non possono essere tutti pastori. Ad un sardo non bisogna mai versare l’acqua o il vino rovesciando la mano, è una scortesia. La Sardegna mi è rimasta nel cuore e il vento forte non me la fa scordare. Ciao, Viz, quando torniamo?

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Un fiore, una birra, un libro, un piccolo regalo

Magari anche un piccolo viaggio, brevissimo, da Rovereto a Trento e non per motivi sanitari, solo per il piacere di farlo senza altri perché. A volte poi sarebbe perfetta una telefonata, potrebbe essere un regalo per te, senza alcun dubbio per me poiché mi manca da morire la tua voce.

Ho riallacciato un contatto telefonico, lei oggi compie 62 anni, tra poco sarà in pensione, la ricordo bambina, poi la frequentammo, assieme. La vita malgrado i malumori procede, consola un po', permette di non far morire ciò che non deve morire. E quando dovrà succedere, andrà bene anche così. Oggi ti ho portato un fiore, piccola cosa. Lo annaffierò, lo vedrò continuare a rifiorire, e quando sarà il momento ne arriveranno altri. Mi piacerebbe tornate sul passo dell’Alberg, come quando vi arrivammo con abbigliamento estivo (era agosto) ma nevicava e tutti gli altri attorno indossavano abbigliamento invernale da sci. Fu una comica. Quello non me lo ruberanno. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 29 giugno 2021

Non andare

Ci possono essere molte motivazioni a favore e molte contro. La principale a favore è che la vita va vissuta comunque, che la sua forza sta nel non fermarsi e nella necessità di proseguire il cammino accettando di perdere qualcuno lungo il percorso. Del resto si perde parte di noi stessi ogni giorno che passa, siamo diversi oggi da quello che eravamo cinque anni fa, o venti anni fa. Ci illudiamo di essere gli stessi, ma basta uno specchio a smentirci.

Un motivo a sfavore l’ho pensato ieri sera, e stavolta devo lasciare le riflessioni di carattere generale e calarmi nelle mie personali, particolari, per certi versi un po' patologiche perché ignorano il buon senso e la logica.

Sono giorni nei quali penso alla possibilità di andare o non andare.

Il luogo me lo hai fatto conoscere tu, ci troverei chi ti ha conosciuta, parleremmo probabilmente di cose avvenute, rivedrei case, sentieri e cime che ho rivisto anche due volte dopo.

E ogni volta ho sedimentato nuove esperienze su quelle già presenti. Ho aggiunto immagini anche fotografiche alle già possedute, aggiornate quindi un po' cambiate. E senza di te.

È questo il punto. Ritornare sui passi di allora senza di te comporta accettare che tu non ci sei più, andare significa esattamente questo. Accettare di andare oltre. Oltre ci vado per forza di cose, è evidente. Ci sono costretto anche senza la mia collaborazione, ma volere pure che io diventi complice mi sembra troppo. Tra andare o non andare ho scelto di non andare. Questo ho deciso, Viz, e so che non approvi, anche se poi ci sono altri motivi non del tutto futili, che conosci bene.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

 

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