Dicono che ti addormentasti una domenica mattina mentre fuori
iniziava una bellissima giornata di primavera e che un vento insolito e leggero
muoveva appena le foglie nuove spuntate agli alberi. Dicono anche che scegliesti
un bel giorno per farlo, bello per chi restava, consolatorio a suo modo, per
far capire che nulla finiva veramente e che la vita malgrado ogni apparenza
continuava. Dicono ancora tante cose ma sempre di meno ad essere sincero perché
col tempo sono diminuiti quelli in grado di ricordare e poi di raccontare. E
dicono di te e di cosa avvenne quella prima volta, di quel viaggio, di quella
birra e di quelle promesse. Dicono che sul ponte gobbo ci andasti molto prima
di sapere delle leggende che lo riguardavano, e poi aggiungono di un Felino che
si affetta, di una corsa in auto in grado di anticipare un parto, di una
famiglia e di tante case cambiate nel tempo. Io non mi stanco di ascoltare ciò
che dicono quelle voci, e quello che non sento bene lo invento, lo faccio
essere vero come non lo è stato mai. Sempre meno persone mi potranno smentire,
e in fondo non interesserà a nessuno, solo a me. Dicono che non è una cosa
eccezionale, che solitamente è così che avviene, che va bene, che non ci si può
opporre anche se verrebbe il desiderio di farlo. La spada di burro si scioglie
e non è in grado di affrontare i mostri, è questa la verità, e anche l’angelo
della giustizia si ritira nel buio dal quale lo si evoca. Ciao Viz, mi manchi,
ed io ormai ricordo e un po' invento. È uno dei modi.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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