domenica 19 maggio 2013

20 maggio


Alle 04:03:52 del 20 maggio 2012 sono a Rovereto, molto distante, ma il letto sussulta, mi sveglio, poi riprendo a dormire.
Al mattino le notizie che sento sono tragiche. Crolli e morti, in zone che conosco, dove vive mio padre e molti amici, dove ho un piccolo appartamento.
Telefono, voglio notizie, quelle che mi riguardano direttamente sono rassicuranti, ma la situazione non è buona.
Decido di partire e verso le 2 del pomeriggio sono a Ferrara. Mi guardo intorno. 
Nel quartiere, pochi segni, ma ci sono. In casa cocci di terracotta, è solo un vaso caduto, ma ovunque piccole crepe. I pavimenti sono pieni di polvere di intonaco.
Mi assale lo sconforto, ma non sembra accaduto niente di irreparabile. Mio padre infatti sta bene, e quasi non si è reso conto di nulla, per fortuna. Casa sua è più bassa, solida, non ha avuto nessun danno. Meglio così.
Verso le 3 e mezza sono nell’appartamento, e tutto si muove: muri, soffitto, pavimenti. Mi metto sotto una porta, in piedi, mi guardo attorno, non penso a nulla, solo registro con i sensi, e lentamente tutto passa. Di nuovo.
Esco, vado in centro, vedo camini caduti, tegole, muri con crepe, porte chiuse, vigili del fuoco e scale anche di privati utilizzate dai soccorritori.
Non provo paura, solo stupore, preoccupazione, ansia.
Vedo le auto parcheggiate in zone normalmente chiuse al traffico, nei giardini. Arriva la notte. Vado a dormire, e ci riesco, da incosciente.
Il giorno dopo mi rendo conto che, in tutto il condominio, sono stato il solo a dormire in casa. La scala condominiale di fianco ha avuto danni molto più gravi. In seguito verrà evacuata.
Passano i giorni, e sono a Rovereto, di nuovo al lavoro, quando, verso le 9 del 29 maggio, tutto trema di nuovo, in modo evidente. Nella sala dove mi trovo non sono solo, io resto calmo, mi guardano stupiti, mi sento irrazionalmente al sicuro, malgrado tutto, perché la costruzione è recente e deve resistere a questo tipo di scosse.  Anche gli altri si tranquillizzano.
Io scherzo, ma sono teso ed in ansia. Appena posso telefono. A Ferrara direttamente non ci sono fatti nuovi, ma in provincia e anche in zone vicine ci sono state ancora tragedie.
La zona verso Modena è colpita duramente. Una collega è di Cavezzo, ed il paese sembra distrutto. Un’altra ha la famiglia a Poggio Renatico, e le notizie non sono buone.
Nei giorni tra il 20 ed il 29 maggio ognuno si rende conto dell’enormità del sisma, delle persone che hanno bisogno, iniziative di tutti i generi, promesse dello Stato.
Decidiamo di fare una piccola donazione ai sindaci, nel periodo seguente, a tre comuni  colpiti. Non è molto, ma non siamo ricchi, e pure noi avremo danni da riparare, che ancora oggi, ad un anno di distanza, dopo rilievi, sopralluoghi, riunioni, tempi morti lunghissimi non sono iniziati in modo serio, ma si sono fatti solo interventi di urgenza.
Attendiamo ancora, siamo obbligati a farlo, ma l’Emilia tiene botta.
                                                                                                Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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