giovedì 29 febbraio 2024

Mutamenti, senza scordare i quattro avvocati

A Riva del Garda abbiamo conosciuto Il Canarino, piccolo locale nella zona cittadina vecchia, ormai chiuso e trasformato in un noleggio biciclette. A Ferrara siamo stati molte volte nella pizzeria Orsucci di via Garibaldi, e ormai pure quella ha cambiato gestione, è diventato un locale diverso con altro menù, non più tipico ferrarese ma napoletano. Tu poi non hai mai visto com’era prima la grande libreria in piazza Trento e Trieste di Ferrara, che io ricordo quando ancora tutto il grande palazzo di San Crispino con portici era sbarrato da transenne e non era accessibile, mentre la piazza allora si poteva raggiungere in auto e solo dopo è divenuta zona pedonale. Ricordo che molto prima di conoscerti stavo passando con la 600 di mio padre poco lontano e da corso Porta Reno mi stavo immettendo in via Amendola. Forse correvo troppo o mi sono fatto distrarre dall’edicola all’angolo, fatto sta che tamponai l’auto che mi precedeva. Io ero da solo, loro in quattro. Guidava il marito, avvocato, e di fianco sedeva la moglie, avvocato, dietro stavano i due loro amici che erano entrambi avvocati. Questa cosa mi ha fatto quasi venire da ridere, anche se con l’assicurazione poi sono stati dolori e del resto la mia colpevolezza non poteva essere più evidente e testimoniata. E la nostra casa di Riva del Garda la ricordi? Ormai è abbandonata e cadente, ma noi ci abbiamo vissuto anni belli. Mi fermo qui… il ricordo serve ma a piccole dosi, la vita va avanti o, in certi casi, si ferma. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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mercoledì 28 febbraio 2024

Puntine

La presa esterna, col lucchetto, c’è ancora. Credo che in molti neppure sappiano la sua storia. È inutilizzata da anni e ogni volta che la vedo penso al primo giorno che, nel parcheggio sotto casa, vedemmo quella rosticceria mobile e restammo un po' stupiti. In quel tempo era attivo e con molta clientela un supermercato, e il sabato c’era più affluenza del solito. Il furgone ambulante di rosticceria aveva evidentemente chiesto un permesso e aveva fatto piazzare una presa per la corrente nella piazzola più esterna ed aveva attorno molti clienti in attesa di essere serviti. Mi attrassero le puntine di maiale allo spiedo, il loro profumo e i miei ricordi collegati.  Da quando iniziammo a comprarle divenne una piacevole tradizione, durata non ricordo quanti anni. Ogni sabato, tornando dal lavoro, avevamo il pranzo pronto e prenotato proprio prima di salire e metterci a tavola. Poi non conosco i particolari di cosa è successo, semplicemente le condizioni per restare nel parcheggio erano cambiate e quel furgone smise di venire vicino a noi. Ci spiegarono, qualche sabato prima, che ci sarebbero stati però ogni martedì al mercato settimanale, in centro, e per diverse volte ci tornammo, ma non era più la stessa cosa. Anche dopo che sei partita di tanto in tanto, sempre meno, ci torno. E non è come prima. So che lo ricordi, era piacevole trovarsi a tavola il sabato in tre con puntine e patatine. Ciao, Viz, te lo ripeto perché io per primo ne ho bisogno di quei momenti.

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martedì 27 febbraio 2024

Sulla pietà

Facile essere combattuti, parziali, reticenti o peggio quando si tratta di esprimere un giudizio su di sé, sarebbe necessario mettere da parte ogni forma di pietà e ricercare l’oggettività. Quest’ultima ovviamente non esiste, al massimo si riferisce a un’opinione comune che viene dagli altri, a volte condivisa pure dai soggetti interessati e, tragicamente, destinata a mutare nel tempo. Non ci sono punti fermi come monumenti che possano sfidare i millenni, o sono pochissimi e nessuno s’interessa alla miseria di quello che ad esempio alcune volte io stesso penso, ai miei calcoli venali e agli interessi spiccioli. Ho pietà per me, e non dovrei. Quello che racconto è diverso da quello che sono. Ogni grande testo letterario, ogni mostro sacro teatrale, chi veramente si distingue sfida il banale ed è sincero, pena l’oblio. Nella grandezza e nell’infamità non ci sono giustificazioni da mettere in campo, va raccontato tutto. I grandi delitti collettivi come l’Olocausto, le Foibe, lo sterminio di interi popoli dai conquistatori in ogni tempo non si possono nascondere, non è giusto farlo. Gli stupri e le umiliazioni sono da denunciare. La lenta progressione verso la morte, la perdita delle proprie capacità che in parte è compresa in parte no sono temi da non nascondere per pietà. Personalmente non sopporto tutto, e di alcuni temi non mi va di leggere o di scrivere, ma questo è il mio limite. E quando trovo chi li sa affrontare e me li mostra in modo che possa capirli e rendermi conto che sono anche miei, credo mi abbia aiutato.  Ora però ti chiedo un nuovo sorriso. Ciao, Viz.

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lunedì 26 febbraio 2024

Romanzi, scrittori e altro

Ci sono i romanzi di formazione e un’infinità di generi letterari diversi, non tutti li conosco e quel pochissimo che ho letto mi lascia certo un inesperto. A tutti gli autori credo di aver rubato qualcosa, anche a quelli che mi sono piaciuti meno. Ciò che in qualche modo mi salva, in questo campo, è che pur amando scrivere, e amandolo da sempre, non mi sono mai illuso di essere un romanziere, un poeta o un saggista. Altri ancora pensano di avere le doti e le qualità per poter diventare famosi e vivere magari grazie al mestiere di scrittore, o scrittrice. L’illusione può essere difficile da eliminare, da combattere, e per primo dovrei saperlo per altre cose che mi riguardano. Ognuno si ritrova la via che poi segue, e magari col tempo la cambia e la cambia ancora, e c’è chi oggi non lo sa ma è destinato a diventare il romanziere di domani, forse un serial writer micidiale con suoi scritti in ogni biblioteca, letto in mezzo mondo o anche più. A qualcuno lo auguro di cuore, a me auguro altre cose. Ti chiedo solo un sorriso, ora. Ciao, Viz.

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domenica 25 febbraio 2024

La neve che scenderà

Qualcuno penso stia scrivendo un libro che leggerò. Immagino, in un mondo che non conosco, che tu lo abbia già letto ancor prima che venga scritto, in quel mondo infatti questo ed altro è perfettamente logico. Peccato non saperne di più, ma per questo non devo aver fretta.

E sicuramente scenderà la neve, in posti vicini e lontanissimi, attesa o imprevista, e porterà almeno in qualcuno l’allegria che a volte suscitava in noi. I bambini, se possono, amano la neve, i bambini fortunati intendo, perché questo mondo nel quale sono rimasto la giustizia non sembra di casa.

Andremo su grandi navi a cercare isole e spiagge e città e ricordi di altri. Andremo anche su navi piccole, a vela, e saremo semplicemente ospiti serviti e riveriti, non avremo mal di mare e l’azzurro trasparente ci farà vedere il fondo appena saremo abbastanza vicini alla costa.

Probabilmente volerò su un aereo e non avrò mal d’aria, chissà, del domani sembra non vi sia certezza e, anche se non sarò mai magnifico, sarà sicuramente magnifico poterlo fare e poi scoprire, nell’emisfero sud e guardando il cielo notturno, che la Stella Polare non si vede e che le costellazioni sono diverse. Sarà indubbiamente magnifico. E lo sarà con te ovviamente, con tutto ciò che questo comporta. Ti chiedo solo un sorriso, ora. Ciao, Viz.

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sabato 24 febbraio 2024

attesa

Da ex modellista navale mai pentito, solo lasciato andare nel tempo, posso dire che non è necessario, per resistere all’acqua, essere costruiti con materiale idrorepellente o solido ma semplicemente essere ben rivestiti da una superficie impermeabile. Cosa significhi questo è limitato a certe interpretazioni, come il rivestimento stesso rivela tutte le sue carenze quando mostra qualche crepa o fessura. Si trattava allora di una passione giovanile quasi infantile e durata certamente troppo a lungo, forse a sublimare altro di ben più importante e impellente. E in effetti nel corso degli anni ho quasi osservato un’esatta tempistica nelle mie passioni e infatuazioni, arrivando a capire che nascevano, si sviluppavano e poi si spegnevano, e le guardavo come si vede altro e distante, e mi chiedevo per quanto sarei rimasto nella terra delle assenze, aspettando che arrivasse la prossima, finita la precedente. Alcune cose però restano, si scoprono forse con ritardo, assumono una forma diversa e diventano punti di riferimento. La ripetitività dei giorni ha il preciso scopo di rimuovere questa necessità di infatuazione, di nasconderla, di arrivare all’essenziale ed invisibile sino a farlo manifestare. Ciao, Viz.

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venerdì 23 febbraio 2024

Sapienza

Sapeva potare le viti nella giusta stagione lasciando solo i futuri rametti che avrebbero prodotto i grappoli che servivano. Sapeva riconoscere i tempi per i lavori nelle campagne che non aveva mai posseduto. Sapeva quello che aveva imparato senza frequentare anni di scuola ma dalla vita dura, dall’abbandono e dalla fedeltà. Sapeva tutto senza aver mai viaggiato molto, e mi ha insegnato molto anche se non tutto. Credo sia stato il mio primo maestro. Tu lo hai conosciuto quando ormai era alla fine, quasi pronto ad abbattersi dopo i colpi ricevuti per troppo tempo da tante persone. Ha avuto la fortuna di non vedere le cose peggiori che io avrei potuto tentare di limitare, senza farlo, ma le dinamiche in una famiglia sono sempre difficili da interpretare, e non ho mai capito il momento giusto per intervenire. Quando poi l’ho capito è stato solo per egoismo, molto lontano dal suo modo di vedere il mondo. Lui sapeva accettare e non far pesare. Lui era mio nonno, e tu quasi non lo hai conosciuto. Hai accettato però che nostro figlio portasse il suo nome. Gratitudine, ora, solo gratitudine. Ciao, Viz.

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giovedì 22 febbraio 2024

Non sono nato gatto

Ieri ho visto la gatta e il gatto, la mattina la gatta e il pomeriggio il gatto. Oggi nessuno dei due. Ho lasciato il mio piccolo omaggio giornaliero anche se la primavera ormai alle porte anzitempo rende più facile la loro vita da gatti liberi. Loro mi fanno capire che la libertà ha sempre un prezzo e che i vincoli e le limitazioni che ci siamo scelti o che ci vengono imposti hanno i loro vantaggi. E poi sinceramente la libertà assoluta che per certi versi alcuni pensano sia giusto ottenere non la credo possibile, mai. Qualcuno è servo di ideologie o illusioni, altri sono schiavi di qualche vizio o debolezza, tutti hanno il bisogno di mangiare per non morire e questo limita notevolmente l’ipotetica libertà di non mangiare. E anche l’idea stessa di libertà a volte litiga con la possibilità di sbagliare o di far male agli altri. Se fossi gatto avrei bisogni più forti e più semplici e probabilmente programmerei la mia vita molto a breve, senza perdere tempo in sogni o in proiezioni di immortalità. Non sentirei il bisogno di lasciare tracce oltre a quelle minime per rendermi visibile ai miei simili e marcare il territorio quanto basta. Non dovrei seguire mode legate a scelte altrui, non dipenderei da un padrone se vivessi senza padroni. Tuttavia non so se vorrei vivere da gatto, quello non lo so, non è una mia scelta possibile e non sono nato gatto. Ciao, Viz.

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mercoledì 21 febbraio 2024

I problemi che emergono passando da una parte all’altra

I morti negli orti ci stanno stretti e la porta sul lago d’Orta mi guarda storta, manco le avessi fatto chissà cosa. I morti stanno come i gatti, dove vogliono, spesso dietro una porta chiusa, e noi non ce ne rendiamo conto. Lo capiremo a tempo debito e non riceveremo ricevuta anche se rimetteremo i debiti ai nostri debitori. Amo i luoghi dove morti e vivi possono raccontarsi quello che era successo prima è cosa è successo dopo, perché non bisogna credere che chi è andato via sappia tutto quello che è successo dopo la sua partenza. Neppure io quando sono partito da Sapri ho saputo cosa vi era capitato, e ancora non lo so, se non me lo raccontano. E dico Sapri per motivi miei, che tu sai ma non gli altri. E ammetto che vorrei fare domande a te, a mio padre e a mia madre, ai miei nonni, a chi m’interessa insomma, perché sono curioso e anche geloso di quanto è successo. Questo è il problema che emerge quando si passa dalla vita alla morte, e non so quali altri problemi possano emergere nel passaggio inverso. Ciao, Viz.

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martedì 20 febbraio 2024

non scordarlo mai

Ieri pensavo a tutto quello che si racconta sull’ultima cosa che si farà prima di andarsene, come il rivedere tutta la propria vita o altre simili ipotesi. Tutte fantasie, alcune consolatorie altre con l’intento di condizionare le scelte di ogni giorno per finalità morali. Ma sempre fantasie, nessuno è mai tornato a darci una conferma di queste previsioni. Alla fine io ci casco continuamente in questi ragionamenti un po' malati e ai quali la Signora è del tutto indifferente. Meglio ignorarli, rivolgere altrove gli interessi, dedicarsi a piccoli o grandi problemi contingenti che si possono affrontare per qualche fine pratico, come ritoccare un muro col gesso o decidere cosa preparare per pranzo. E gli altri che raccontino pure di imprese memorabili e di successi strepitosi, raggiunti solo per meriti personali. Sappiamo che la realtà è diversa da come la raccontano e che le verità a volte si contraddicono tra loro. Noi lo sappiamo e a volte lo scordiamo. Dovrei ricordarlo invece, molto più spesso. Ciao, Viz.

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lunedì 19 febbraio 2024

Prima del tempo

Fa piacere, ma è troppo presto. Così l’attesa, in sé positiva e da vivere tutta, viene in parte rovinata. Nelle stagioni abbiamo inserito i nostri riti civili e religiosi, e questi spesso sono una rivisitazione di riti molto più antichi. Una nostra tradizione personale recente legata al mese di marzo del 1988 è quella di consumare in quei giorni le prime fragole, ma questo già da alcuni anni non lo rispetto più, ormai le fragole di produzione italiana sono già in vendita e le prime, poche a dire il vero, le ho comprate. E non si tratta solo di queste. Vedo piantine fiorite di margherita, violetta, veronica, e anche i primi fiori di forsythia. Troppo presto, i fiori sono belli e portano allegria ma devono arrivare al momento giusto, e io non posso che arrendermi. Ciao, Viz.

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domenica 18 febbraio 2024

Una gattina in casa

La data la ricordo, non la rimuovo perché non è possibile, ma non ne parlo esplicitamente. Ci sono giorni nei quali ricorrono anniversari, belli o brutti che siano, e alcuni spettano solo a me, non a te. Quindi bando alle tristezze e attesa di tempi migliori, di una primavera con fiori e giornate serene, di uscite con abiti più leggeri, di idee nuove e meno nere. So di un’amica che non vedo o sento da decenni che, per notizie da interposta persona e amica comune, da poco ha adottato una gattina presa al gattile di Faenza. Sembrava non ne volesse più di gatti in casa, dopo la perdita di una gatta anni fa, poi ha cambiato idea. E così la nuova ospite di poco più di tre mesi ha iniziato a dettar legge ed è sempre affamata. Arriva appena sente aprire il frigorifero e si lamenta. Quando il tavolo è apparecchiato deve in ogni modo essere dove si trova il cibo, e se non ci sono sedie adatte alla sua misura si arrampica sulla schiena. Si calma solo quando ha mangiato e non rimane nulla in giro che le possa far ricordare che lei ha fame. E allora diventa tranquilla, fa le fusa, si accoccola e si lascia accarezzare. Ecco, non è una notizia da prima pagina né destinata a cambiare il mondo, ma è una cosa bella da raccontare. Ciao, Viz.

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sabato 17 febbraio 2024

sanità di mente

Siamo tutti strani, anche il più sano è completamente matto. Alcuni deliberatamente mettono la freccia a sinistra poi svoltano a destra, altri neppure ci pensano ad usare le frecce. E sulle frecce scagliate da Cupido meglio tacere, credo sia preferibile affidarsi al caso degli incontri dove si vive, dove si lavora, dove ci si trova. Invariabilmente e letteralmente finisce tutto, nei casi migliori, o peggiori, con l’intervento della Signora. E poi c’è chi non butta nulla e pensa che chi lo fa intenda negare il proprio passato mentre c’è chi invece si libera del superfluo volontariamente prima di essere costretto a farlo, e pensa malissimo di chi accumula, e accumula, e accumula. I più matti sono quelli che cercano un perché, le cause scatenanti, e pretendono di attribuire colpe e responsabilità. In tal modo, ovviamente, si tratta solo di stabilire da dove iniziare, perché questo fa la differenza e può cambiare ogni conclusione. Meglio non farlo. E conservare la memoria, come tento di fare io? Ma ci può essere impresa più stupida e destinata al fallimento di questa? Eppure, malgrado ogni tentativo di essere razionale, è così che va. Ciao, Viz.

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venerdì 16 febbraio 2024

Un altro granello di sabbia

Nessun dolore, nessuna sorpresa, nessuna idea nuova. Abitudine consolidata, ripetitività come massima ambizione e identici passi sul solito cammino. Tra l’eccitazione per una nuova impresa potenzialmente rischiosa e la noia quasi certa del ripercorrere la stessa scaletta giornaliera è preferibile trovare altri modi per chiamare o interpretare il prevedibile piuttosto che affrontare la possibilità di un successo sfidando l’imprevisto. Eppure, malgrado le apparenze, non si tratta di rinuncia a vivere, è piuttosto un tentativo di fermare il tempo e sfiorare l’eternità. Se domattina mi alzerò nel modo consueto, farò colazione come abitualmente faccio e la giornata procederà più o meno come quella di oggi sarà stato un granello tra i tantissimi che si trovano nella sabbia della mia personale clessidra del tempo. E sono consapevole che prima o poi tutta la sabbia sarà passata, prima o poi. Ciao, Viz.

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giovedì 15 febbraio 2024

Stati alterati di coscienza

Molto tempo fa l’amico di una breve stagione, che pensava più o meno ironicamente ad una via alcolica al comunismo, tentò di convincermi a percorrere quella via, ma non ci riuscì. Ricordo di aver trascorso poche ore in una mattinata con lui in giro per Trento e di essere entrato ripetutamente in un bar dopo l’altro mentre parlavamo. Io non sapevo più cosa ordinare. La prima volta un caffè, la seconda un altro caffè, la terza un bicchiere di rosso, la quarta non so più cosa, l’alcol così presto al mattino non lo reggevo e non lo reggo neppure ora. E non potevo neppure bere troppi caffè. Del resto la via al comunismo, dal mio punto di vista, non aveva bisogno di scorciatoie, l’alcol cioè non era necessario per raggiungere lo scopo. Ma la sapeva raccontare bene, lo ammetto, sapeva essere interessante, e a lui interessavano pure le colleghe. Come del resto al sottoscritto. L’alcol comunque produce alterazioni nella percezione della realtà, fa vedere ciò che sobriamente non si vede, e nasconde l’evidente. Ora penso che non mi spiacerebbe alterare la mia percezione, simulare come vero qualcosa che semplicemente immagino e perdermi in quel mondo. Poi dovrei comunque tornare al vero, al qui ed al presente. E le conclusioni di questo ragionamento opinabile diventerebbero così evidenti. Ciao, Viz.

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mercoledì 14 febbraio 2024

Dove comincia?

Stavo su una nuvola a parlare con un grande cavallo azzurro, e mi sembrava tutto normale, esattamente come uscire dalla rimessa alla guida di una Ferrari da Formula 1 o scegliere personalmente lo storyboard della mia seconda vita, il sogno. Marco mi spiegava come fare una virata su una barca a vela mentre io gli chiedevo come mantenere un’amicizia, ritrovare l’amore o se sapeva qualcosa della dieta dell’alfabeto, quella che assegna ad ogni giorno la possibilità di mangiare e bere solo cibi che hanno come iniziale la lettera a, come anguilla, ananas, anguria, aglio e così via. Lui non mi ha risposto su quest’ultimo punto, mi ha solo fatto venire il dubbio se sia possibile considerare il caso di lingue diverse dall’italiano, con cibi come l’irlandese arán. Dove ho iniziato ad essere pazzo, o dove si può dire che cominci questa condizione fuori dalle righe, ma si può esserlo veramente o siamo tutti diversamente sani di mente? È andata così, essere più chiaro non mi riesce. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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martedì 13 febbraio 2024

Lo so fare

Sono in grado di stuccare, quindi nascondere, una crepa causata dal terremoto ma non so costruire come si deve un vero muro solido né ripararlo o restaurarlo dopo che è stato lesionato dallo stesso terremoto. So costruire piccoli mobiletti funzionali anche se non con tecniche professionali, cioè non sono un falegname e non ne ho le competenze necessarie, sono solo un abile artigiano a livello amatoriale. So scrivere qualche pagina con un senso compiuto e alcune mi riescono meglio di altre ma non ho mai pensato, malgrado questo blog che tengo da anni, di essere uno scrittore, un romanziere o un poeta, so fare sino ad un certo punto, per mio interesse e curiosità, ma oltre non vado. Arrivo al limite delle mie incapacità e mi arrendo, mi rivolgo ad altri, a veri muratori, veri idraulici, veri meccanici, veri falegnami e veri scrittori. Camminare sul bagnasciuga non è come navigare in mezzo all’oceano. Ciao, Viz

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