venerdì 31 dicembre 2021

Alzo zero

Il capodanno ideale consiste nell’avere accanto le persone giuste, tutto il resto è indifferente. Si può trascorrere il tempo in luoghi dove si era già stati o completamente nuovi, non conta. Se ripenso alle mie notti non so se sono in grado di elencarle in ordine temporale ma posso ricordarmi in un gruppo di amici poi perduti per sempre mentre gioco a Monopoli, oppure con la divisa militare in servizio di guardia armata. Non sono mancate le sere solitarie o quelle con gruppi numerosi, in particolare nel bolognese o nel ferrarese. Ricordo una notte in piazza Maggiore, con un freddo micidiale e i fuochi artificiali lanciati ad alzo zero. Quella fu la prima e l’ultima, senza rimpianti. So che approvi, Viz.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

auguri…

Frammenti perduti e ritrovati

Non farlo, lo sai che ogni volta che lo hai fatto nessuno ha capito, anzi, hai ottenuto esattamente l’effetto opposto….

Cosa vuol dire l’effetto opposto, io…

Ma lo sai benissimo. Spiegare certe cose con una lettera non serve a nulla. Occorre andare di persona per dirle certe cose, anzi, non serve neppure dirle, perché si sanno già.  

Si sanno già ma poi come mai non succede nulla, e tutto sembra immobile. Nessuno che ti aiuta, e nessuno che ti cerca…

Non mentire ora. Lo sai che qualcuno ti cerca e ti ha cercato. E sai benissimo che è solo colpa tua se sei sparito dalla circolazione. Ma evidentemente ti piace lamentarti, trovare fuori da te stesso le cause di quello che solo tu ti procuri.

Si, hai ragione, lo ammetto. Stavo tentando di mentire a me stesso. In fondo le cose cambiano, poco a poco, naturalmente, oppure mutano per un fatto nuovo, oppure per una colpa, o una omissione, o una promessa non mantenuta, o un’amicizia tradita o delusa…

Ecco vedi… ora hai capito cosa volevo dire. Non serve scrivere, non serve trovare scuse, e non serve neppure nascondersi.

Ma io non mi nascondo, cerco anzi di stare al mio posto, di fare quello che posso…

Stai ancora mentendo, ora. E menti a te stesso. Gli altri ti conoscono. Non puoi mentire agli altri, solo a te stesso. Ricordi che sin da giovane alcuni vedevano bene quello che tu eri, e per quel motivo tu semplicemente per quelle persone eri invisibile. Lo ricordi o no?

Si, lo ricordo come se fosse ora. Si. È vero. Sono cambiato, invecchiato, ma mi sembra di essere quello di allora.

E allora…?

Allora cosa?

Allora cosa pensi di fare?

Non lo so. Mi sembra a volte di uscire da un sogno, e di svegliarmi. E mi sento in pace con me stesso, per quello che riesco a fare, ma allo stesso tempo mi sento in colpa per le persone che in qualche modo ho tradito, persone presenti sempre, nella mia vita, sia quelle vicine, sia quelle lontane che non vedo da tanto, e con le quali non parlo da tanto.

Io non posso aiutarti, lo sai…

Lo so, solo io posso agire. Dovrei essere più coerente, dire ed agire allo stesso modo e con la stessa volontà. Ma sinceramente vorrei che tutti vivessero meglio, anche senza di me. lo capisci questo? Io posso stare vicino ad alcuni, ma come si fa ad avere una parola per altri, quando non si sa cosa dire per non aggiungere nuovo dolore? E come si può parlare di vecchi tempi vergognandosi un po’ di quello che si è fatto, dei propri insuccessi, delle proprie colpe?

Tutti abbiamo colpe, ma alcuni hanno più bisogno, altri meno. Tu cerca di aiutare quelli che hanno più bisogno.

Già, meglio non scrivere, hai ragione… è altro quello che dovrei fare. O che già faccio, anche se ovviamente non basta. Ma ora voglio solo accettare i miei limiti, senza raccontare più storie, senza illudere né dare impressione di poter essere diverso.

Si, quello per cominciare….

Lo so che è solo un inizio, lo so. Non serve che tu me lo ripeta, sembra quasi che tu mi legga la mente mentre ti parlo.

Pure tu, devo dire, sembra che preveda le mie obiezioni. In fondo io non ti servo, vero?

No, hai ragione, non credo che tu mi serva.

Allora ti voglio fare i miei auguri, prima di salutarti, auguri di riuscire a realizzare un po’ di quello che hai nella mente, di essere meno scontento di ogni cosa come tuo solito, di accettare di più le tue e le altrui debolezze, di perdonare e perdonarti. In fondo non sarai tu a cambiare le cose o il mondo intero. Solo potrai cambiare un pochino te stesso… auguri…

Erano altri tempi, e scrivevo così… poi sono successe cose. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©   


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giovedì 30 dicembre 2021

Se telefonando ...

Se telefonando mi viene raccontata un’altra vita non posso che prenderne atto, sospendere qualsiasi giudizio e tentare di capire le motivazioni delle scelte, che solitamente partono da condizioni iniziali diverse e che, conseguentemente, non potranno che essere almeno in parte difformi dalle mie e riguardare aree a me sconosciute dell’umanità. Come viene elaborato il lutto? Sempre in un modo personale, è ormai evidente. Del tutto nuovo? No, mai completamente, non è possibile, quindi resta sempre percorribile la strada della parola per tentare di comunicare su basi condivise. E telefonando non posso che mantenere accanto la tua presenza, il tuo pensiero e il tuo giudizio sulle persone, sulle decisioni e sui fatti della vita. Impossibile farne a meno o amputarmi volontariamente, è nel mio destino, sei nel mio destino. Le vite altrui sono strane, incredibili e piene di sorprese, oltre che di nuove vie di fuga, nuove paure e nuovi antidoti. C’è chi possiede stanze con migliaia di volumi degni una biblioteca pubblica, chi colleziona persone come fossero piatti di ceramica o dischi in vinile, chi nega di provare certe debolezze umane e mi fa venire il dubbio di essere io quello sbagliato, e chi non ha tempo per le cose alle quali io dedico il mio tempo. Telefonando, in momenti come questo, è come incontrare qualcuno nel salotto o nel soggiorno di casa, come potevo fare sino a non poco tempo fa, ed è meglio che leggere un libro, perché nel libro le vite sono raccontate mentre al telefono le vite sono presenti e pretendono la tua attenzione.

Vedi Viz, non dico neppure più che mi manchi, è sottinteso. Di recente ho scordato il giorno del tuo onomastico, me ne sono reso conto solo ieri, ed era ormai tardi. La telefonata alla quale mi riferivo me l’ha fatta una persona che hai conosciuto, decisamente particolare come sai. Sembra che abbia trovato la sua strada, così almeno credo mi abbia detto. E mi viene un sospetto, ora. Se una persona è veramente felice o almeno soddisfatta che bisogno ha di dirlo ad un’altra che non sente e non vede almeno da una decina di anni? Sono incurabile, lo so. Di nuovo ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

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mercoledì 29 dicembre 2021

Devo cambiare il cellulare

Mi arriva un messaggio che mi invita ad aggiornare e/o cambiare la mia utenza mobile. Da una certa data in avanti del 2022 non avrò più accesso ad alcuni servizi. Un po' mi allarmo ma non troppo, visto che da anni sono bersagliato in modo asfissiante da inviti a cambiare gestore per il gas e per l’energia elettrica, l’utenza telefonica fissa e mobile, l’assicurazione auto e l’auto stessa, l’amministratore condominiale e via continuando. Mi offrono giga a gogò ed io non so che farmene perché per me il telefono resta solo un telefono. Le foto le scatto con la telecamera, le nuvole non mi interessano se non quelle candide nel cielo azzurro o le altre che portano brutto tempo, in viaggio utilizzo le cartine e se mi perdo tanto di guadagnato inoltre le informazioni le cerco sul pc fisso, se ne ho bisogno, mentre quando sono in giro vivo da sempre felice anche se non sono connesso, mi basta il telefono che sa fare solo il telefono.

Il messaggio però non lo lascio cadere nel nulla e mi informo. Sembra che, se a me interessa navigare solo in barca e non col cellulare, io possa tranquillamente continuare a farlo. Potrò cioè continuare a telefonare non avendo più accesso a quei servizi dei quali non sento necessità. In altre parole, con un diverso esempio, a me non piacciono e non interessano i monopattini e se non passo nel negozio ad iscrivermi non potrò mai avere il mio nuovo monopattino. Appunto.

Tuttavia non sono soddisfatto del mio cellulare che è datato, compatto e non assomiglia per nulla a una padella o a una stecca di cioccolato come alcuni smartphone che vedo utilizzati esattamente nella stessa posizione di stecche di cioccolato o tramezzini. Non sono soddisfatto perché non posso più chiamarti, Viz. A volte, lo confesso, premo il tasto col tuo numero e non ottengo alcuna risposta. Forse mi faccio male con questi tentativi di comunicare, so che lo pensi. Tu preferisci la trasmissione del pensiero, ne ho le prove. Che tristezza però, in questi giorni e sempre, volerti dire parole e non poterlo fare direttamente. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

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