mercoledì 31 gennaio 2024

tempo di carnevale

Quello stronzo del nostro amico

Che venne da noi il giorno che preparasti i dolci di carnevale fritti

E chiese un nostro maglione per non far prendere odori al suo

E noi scemi ad accontentarlo

E serve dirti che da anni non lo sento più e non ne avverto alcuna mancanza?

Uno dei motivi più gravi lo puoi immaginare

Meglio rimuovere queste persone

Troppo tardi, ma comunque da rimuovere

E per il resto che vada in mona.

Oggi solo questo, in tempo di carnevale. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 30 gennaio 2024

parole

Se prima di partire avessi saputo dove saresti arrivato probabilmente i preparativi sarebbero stati diversi, e diverse le attese. Ora invece, che credi di prevedere esattamente cosa succederà ad un incontro o durante una certa occasione, e immagini che non t’interessi, rinunci e non vai, non parti, non fai nulla. Però prima andavi, e succedevano cose. Ora non vai, e ti lamenti che non avviene mai nulla. La verità è che, come hai sentito la voce fuori campo in quelle ultime scene del film, occorre sempre andare, camminare, riposarsi anche, ma subito dopo ripartire. In effetti il mare è grande, e quando mai hai visto un mare così? Il mare c’entra nulla, ma il senso è chiaro. Le cose migliori che ti sono successe sono state impreviste e a volte casuali, però avevi aperta la finestra della disponibilità, non vivevi asserragliato e barricato. Non è necessario cercare, basta essere disponibili a farsi cercare, e intanto camminare, andare a caso ma andare. Andare per uno scopo e poi fare altro. E comunque il futuro non è ancora scritto.

Questo non so chi me lo dice. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Abbiamo parlato di te

Abbiamo parlato di te, e questo è un fatto non abituale. Con te io ci parlo ogni giorno, nessuna novità, ma con altri, in particolare con gli estranei, è più raro. Tutto è nato da una lettera che ti è arrivata da una banca, l’ho aperta io, perdonami ma non c’erano alternative. Ti viene comunicato che la banca ci tiene molto alla difesa dei tuoi dati personali, e poi altre spiegazioni che entrano maggiormente nei dettagli e che non ho letto. E così giusto per togliermi un dubbio sono andato alla filiale locale della banca, dove tu entrasti nell’ottobre o nel novembre del 2016, la prima e l’ultima volta, ti avevo accompagnata io. Ho mostrato la lettera, hanno fatto una ricerca, abbiamo chiarito che la sede di riferimento era Carpi, mi hanno chiesto il tuo codice fiscale ed io l’ho mostrato, visto che i tuoi documenti li tengo sempre con me. Abbiamo parlato di te e di quel giorno lontano. Abbiamo ricostruito i fatti, poi ho salutato e sono uscito. In fondo è bello che un sistema automatizzato che controlla le utenze o i contatti di una banca ti ricordi. Io, almeno in questo caso, l’ho presa così. Ciao Viz, dove sei e dove non sei, anche nei data base degli istituti bancari.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 29 gennaio 2024

La doppia vita di Evita

Scivolando quasi sull’asfalto gelato vengo richiamato al bisogno di guardare dove metto i piedi rinunciando momentaneamente ai sogni di grandi voli inseguendo la fantasia. Sognare va bene, ma evitare di rompersi una gamba è anche meglio. Inutile del resto immaginare un corpo senza pensiero e un pensiero senza corpo, quindi, a maggior ragione, è cosa saggia camminare e non cadere. Magari si può anche camminare su un muretto non molto alto e abbastanza largo, non proprio un’asse di equilibrio, ma sempre facendo attenzione. Credo nel rischio calcolato e so che non esiste certezza nella riuscita di alcuna impresa, e recentemente sono diventato molto più prudente alla guida mentre un tempo immaginavo che l’eternità potesse sempre averla vinta sulla fatalità. E così potrei immaginare la favoletta minima di Evita. Evita è la ragazzina dalla doppia vita, che immagina un mondo e vive in un altro, che rischia in uno ma evita nell’altro. Solo una questione di accento, che dal piano si scambia con lo sdrucciolo, niente di più.

Una doppia vita, una seconda vita meglio, che altro sennò. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 28 gennaio 2024

gradi di libertà

Si nasce liberi, relativamente liberi. All’inizio sono aperte molte vie che, una dopo l’altra, ci precludiamo facendo altre scelte che le escludono. In tal modo naturale il nostro grado di libertà residuo diminuisce ogni giorno che passa, e anche il tempo futuro, che a sua volta diminuisce, lavora in questa direzione. Eppure sembra tutto giusto, nell’ordine delle cose. Potrei solo aggiungere una riflessione che mantengo volutamente sul vago ma non per te, che sai di chi parlo. Mi riferisco a questo: lei è nata sicuramente libera, e sembra anche felice di esserlo, se interpreto correttamente i segnali che mi manda. Eppure mi pare di cogliere una sua disponibilità a cercare anche altro, cioè alla possibilità per lei di rinunciare alla maggiore libertà attuale per avere un legame futuro più vincolante e allo stesso tempo più rassicurante. In fondo è la scelta che molti fanno, ogni giorno. I legami si chiamano così esattamente per questo motivo, e il termine racchiude significati positivi e negativi. Ognuno poi li interpreta a suo piacere e ogni scelta ha le sue conseguenze. Personalmente resto con pensieri immutati, in questo senso. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 27 gennaio 2024

mai fare troppi progetti

Avevo immaginato un tempo futuro diverso, con nuovi viaggi magari a Parigi in un periodo il più possibile lontano da feste e manifestazioni, poi forse anche a Londra, e, non ultima, Praga. E tanto tempo da vivere a Ferrara, a scoprire con te angoli nuovi e locali mai frequentati. Ovviamente molte visite in libreria, a sfogliare vecchie e nuove uscite, a sognare. Discussioni, pure, punti di vista diversi, le solite cose insomma, e la mia incapacità cronica di crescere. Ritorni a Carpi, ogni tanto, e in montagna, magari a Stava. Nulla di definito e veramente programmato, solo immaginato. Il tempo da vivere assieme però non c’è stato, e ora, sinceramente, non mi interessano Parigi, Londra o Praga. Tutto il resto si è modificato, ridimensionato o sparito. I progetti nuovi ci sono sempre, ma non mi rendono allegro, sono solo sopravvivenza. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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venerdì 26 gennaio 2024

Nessuno mai

Nessuno, mai, dice tutta la verità. Nessuno, ne ho assoluta convinzione. Lo ammetto per primo per quanto mi riguarda, è una delle mie colpe, una tra le tantissime, credo non la peggiore. Ho mentito per interesse e riceverne un vantaggio. L’ho fatto per amore, per non far soffrire inutilmente. Non ho detto la verità anche per pietà, per non infierire e affondare chi non lo meritava. Pur volendo avrei solo confessato la mia personale verità, non quella sopra ad ogni altra, ammesso che esista. Ho cercato approvazione e tentato di evitare conflitti, quindi in parte per buoni motivi ma anche per opportunismo. E ovviamente per conformismo, nascondendo ad altri i motivi per criticarmi. Ovviamente le critiche le ho avute, tantissime, e i giudizi impietosi pure anche se, a loro modo, utili. Ho perso la stima di qualcuno che ha intuito in alcuni casi il mio doppio propormi, in pubblico e in privato, e dire doppio è riduttivo. Chi sa veramente dove arrivano la mia cattiveria e il mio razzismo, il mio essere piccolo e volgare, o all’opposto le caratteristiche che potrebbero magari salvarmi? La verità non lo mai detta tutta neppure a te, lo sai, tu hai intuito molto ma forse non tutto. Non me lo dirai mai, ormai. Se anche ci incontreremo, non so dove o quando, tutto questo non avrà più alcun valore, mi avrai perdonato anche quello che io per primo non perdono a me stesso. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

alla costante ricerca

Mi chiedono: ma quando vieni a trovarci? Ed io, che andrei anche volentieri, spiego le mie ragioni, i miei doveri, i limiti che nessuno mi ha imposto e che ho scelto/accettato io. Nella ricerca della felicità, diversa da quella del piacere immediato o a breve termine, anche questo desiderio è legato alla domanda iniziale, sono sguarnito e senza veri punti di riferimento se non quello, comune a molti, della convinzione di aver già vissuto la felicita e in seguito di averla perduta. Confondo ricerca con desiderio, in questo caso sono quasi sinonimi nel senso che attribuisco loro. E razionalmente capisco anche che nei momenti ora giudicati felici non ne avevo consapevolezza, quindi non ero felice, o almeno non completamente. Ricordi, ne sono sicuro, di quel nostro incontro sulle mura di Ferrara col relatore della mia tesi di laurea. Dialogando in una frase pronunciai la congiunzione ma. E lui subito disse chi dice ma, cuor contento non ha. Del resto di quella conversazione ora mi sfugge quasi tutto, mi rimane solo quello, a riprova di quanto detto prima. Quindi quando andrò a trovare chi me lo chiede? Non lo so. Spero prima che avvenga qualche fatto nuovo, spero quando sarò pronto ad affrontare delusioni, spero abbastanza presto ma senza venir meno alle scelte che non ho scelto ma faccio ugualmente mie. Cosa volevo dire con tutto questo? Credo che te lo spiegherò quando ti ritroverò. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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giovedì 25 gennaio 2024

ritrovarsi

Restare immobili non si può quindi tanto vale tentare di migliorare. E nel tentativo si commetteranno errori, si faranno passi indietro, si capirà meglio dove si vorrebbe arrivare e, malgrado questo, la meta non sarà mai raggiunta esattamente come si era programmato. Come sia iniziato tutto questo rimane il massimo mistero, e chi pensa di trovare risposte difficilmente è in grado di convincere tutti gli altri, perché ognuno ragiona a modo suo, con la propria testa e partendo da diversi presupposti. E l’amore, che dovrebbe essere il motore di ogni cosa? Non lo so. Forse è una forma di semplificazione o di sublimazione dire che tutto si fa per amore, anche se alcune azioni con l’amore hanno poco a che fare. Invertendo il corso del tempo trovo sicurezze, quello che è stato è stato, e infatti rivedo la zia di mio padre, Antonia, che mi riceve in casa sua in via Coperta, ritrovo il gatto nero al quale non riservai un addio degno dopo che se ne andò, e ancora ora mi dispiace anche se a lui probabilmente non interessava. Rivedo un comico tuffo carpiato con spanciata finale e le giornate sugli sci da fondo che trascorremmo assieme, ad esempio a Passo Coe o a San Valentino. Mi muovo irreversibilmente e inconsapevolmente. Prima o poi, in qualche modo, ti ritroverò.Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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mercoledì 24 gennaio 2024

un'altra recita

Serve un copione? Dipende. Quando occorre conoscere esattamente i passaggi necessari per ottenere il risultato a volte questi si memorizzano, diventano automatismi. Dopo aver imparato il copione insomma si dimentica di averlo studiato e diventa parte di noi. Tuttavia questa non è la via adatta ad affrontare ogni aspetto della vita, e se fosse così non avremmo l’imprevisto e lo stupore improvviso e la tragedia inaspettata. La realtà rimane per sua natura non completamente conoscibile quindi anche solo predire un avvenimento che si attende come sicuro tra pochi minuti rimane un azzardo. La parte che si deve recitare non comprende nella scrittura tutti i suoi aspetti, questi dipendono dall’interprete, dagli altri attori, dal pubblico, dalla struttura fisica del palcoscenico e dallo stato di salute di tutti i partecipanti. È noto che la conoscenza passa necessariamente per l’ammissione dell’ignoranza, nessuna novità in questo. Semplicemente ripensavo all’avanspettacolo del quale ho parlato due giorni fa. Quella stessa tipologia di recita io l’ho vista con occhi diversi nel corso della vita. Quando andai la prima volta nel teatro dove assistetti alla mia prima rivista rimasi incantato dalle scenette col comico. Quando ci andai alcuni anni più tardi, nello stesso teatro, rimasi incantato dalle gambe delle ballerine. E loro, spettacolo dopo spettacolo, seguivano lo stesso copione nell’identico modo oppure, tra uno spettacolo e l’altro, inserivano ogni volta una mossa o un sorriso diverso? Propendo per la seconda ipotesi, ma sono convinto che un copione esisteva. È così anche nella vita, nella giornata che mi aspetta. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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martedì 23 gennaio 2024

Ajò

Arrivano, non si sa quando siano partiti e da quali luoghi. Poi partono, e non sempre lo anticipano, ma comunque vanno e neppure in quel caso sappiamo dove si siano rifugiati e se intendono farsi rivedere. Assumono sembianze di donna o uomo, di bambino o vecchio, di gatto o nuvola, a volte sembrano solo sogni traendoci così in inganno. Quando stanno con noi sono discreti e poco inclini a manifestarsi con segni particolari, ma sentiamo che ci sono, lo intuiamo, arrivano ovunque trovino pareti permeabili, e per loro anche quelle in cemento e acciaio lo sono. Un’intera vita senza non si può immaginare, e quando se ne stanno lontani siamo portatori di mancanza, di un’indefinibile incompletezza. Bravo chi lo capisce e ne tiene conto, chi magari viene deriso per questo e definito pazzo, forse solo originale o addirittura creativo nel migliore dei casi. La consapevolezza attraversa l’invisibile e indimostrabile, sfiora l’assurdo nel pensiero comune. Però loro arrivano e, prima o poi, se ne vanno. Ajò, Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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lunedì 22 gennaio 2024

Prove generali

Impossibile arrivare anche solo a pensare di mettere in scena le grandi prove generali, anche per un pazzo come me, e razionalmente sono consapevole di non avere alcun copione scritto da seguire, non sono certo neppure degli attori coinvolti e se io potrei poi esserne il protagonista o solo un comprimario. Meno di comprimario mi rifiuto di pensarlo per tali prove prima della grande recita del commiato ufficiale, per quanto poco il mio ruolo sia valutato in questo caso almeno non deve essere messo in discussione. Mi mancano proprio troppi elementi per scrivere io stesso il copione e sono costretto ad ammettere che non potrò mettervi la firma. Temo, a dire il vero, o magari sarebbe più corretto dire che aspetto con sollievo, che siano altri ad assumersi tale responsabilità. È giusto, avviene sempre così, in tutta la mia esperienza passata è stato così. Non ho motivo di credere di essere l’eccezione. Quindi teoricamente, a teatro ancora vuoto o con poche persone sedute in platea o nei palchetti, il sipario si alzerà e la scena inizierà ad animarsi di vari personaggi. Prima arriveranno personaggi minori, si sentiranno parole sussurrate e magari sopra tutte ci sarà una voce fuori campo. Ci saranno richiami espliciti ad alcuni episodi, alcuni li posso immaginare ma non ne sono particolarmente sicuro. Sarà un tempo unico, un due tempi o addirittura un tre tempi? Alle prove generali dovrà essere tutto previsto in scaletta, nulla fuori posto, tutti dovranno avere il loro spazio e il loro giusto tempo. Troppi, decisamente troppi, costi troppo elevati. Occorre togliere quel gruppo, citare soltanto senza bisogno di farli apparire altri personaggi e arrivare così ad una compagnia gestibile dal regista. Chissà chi sarà il regista, neppure questo conosco. E sarà un dramma, una commedia o una tragedia? Potrebbe anche essere il vecchio avanspettacolo, con ballerine e comici, in fondo l’avanspettacolo, o rivista, l’ho conosciuto anche nei suoi momenti finali, quando ormai stava diventando l’occasione di proporre il nudo in scena, e un’amica di allora, che convinsi ad accompagnarmi, si sentì decisamente fuori posto tra il pubblico di quasi soli uomini. Non so nulla né della recita né delle prove, nulla, posso solo immaginare e poi fermarmi. Come iniziò tutto quanto, cosa avvenne durante e dopo? Vedremo chi sarà presente quando il sipario si alzerà. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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domenica 21 gennaio 2024

Merlino e Merlotto

Sono sempre pronti. Poco alla volta mi sono abituato alla loro presenza quando vengo a trovarti dove non sei. Anche loro, come possono e sanno, stanno dove vengo metodicamente e ostinatamente. Non ci sono solo i gatti ormai. Un gatto c’è stato sino all’anno scorso, poi all’inizio dell’estate scorsa non l’ho più visto, e mi è dispiaciuto. Poi ne è comparso un altro, un gattone che, quando mi sono avvicinato ha soffiato per tenermi a distanza ma ha gradito i croccantini. Raramente ne vedo pure un altro, ma è una specie di ombra, non si fa quasi mai notare. E poi una gatta, più giovane, a volte miagola e si avvicina un po' di più. È meno diffidente e pure lei apprezza, ma anche lei non vuole essere avvicinata tanto da farsi accarezzare. E intanto sono arrivati da poco i merli, o me ne sono accorto solo di recente. Hanno prima iniziato ad associare il mio richiamo per i gatti ai croccantini e al posto dove li metto, e poi hanno finito col riconoscermi da lontano. Inizia così, è iniziato così. La vita continua ed è varia. Ciao Viz, dove sei e dove non sei.

                                                                                                            Silvano C.©

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sabato 20 gennaio 2024

Siamo sempre di meno

Poco alla volta i post sul blog hanno sempre meno lettori, è nell’ordine delle cose, conseguenza naturale del mio non essere uno scrittore e di non dire cose particolarmente originali, nel non vendere nulla e nell’assenza di pubblicità. Del resto cosa potrei vendere o per cosa cercare pubblicità e visibilità. A chi interessa dei ricordi di uno tra i tanti, delle velate lamentele e rimpianti, del racconto della nostra vita assieme, di chi abbiamo conosciuto, di noi insomma? Le finalità principali di questo blog mutarono in modo irreversibile nel dicembre 2016, e da allora è trascorsa quasi una vita. Cioè io ho vissuto, chi conosci ha ottenuto qualcosa perdendo altro, e dopo non so cosa avverrà. Siamo sempre di meno, è un fatto. Non posso che ringraziare chi ricorda assieme a me e magari neppure legge o sa dell’esistenza di questo blog. La vita continua ed è varia. Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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venerdì 19 gennaio 2024

eravamo giovani

Il freddo non ci spaventava, il letto gelido si affrontava e anche i vetri con i disegni cristallini del ghiaccio sembravano belli.

Il caldo estivo micidiale con le zanzare a infastidire, il sudore anche all’ombra e le cicale che facevano il loro concerto non ci disturbava.

Le distanze anche di chilometri percorse a piedi o in bicicletta e non per sport ma per necessità erano la norma, l’auto la possedevano in pochi, i signori.

I ristoranti erano belli, invitanti, anche se assomigliavano di più a trattorie. Probabilmente vi si mangiava anche bene, ma non ci entravamo mai.

I libri non erano molti, i primi furono quelli scolastici, e solo dopo, poco per volta, vennero gli altri, tutti gli altri.

Sembrava di avere decisamente poco, e questo poco appariva normale, accettabile anche perché si aveva la prospettiva di migliorare l’anno dopo, e poi l’anno dopo ancora.

Non è che tutto fosse facile, mentirei, sicuramente eravamo più giovani. Molti di chi allora stava con noi è già partito a scoprire cosa ci aspetta dopo, se c’è un dopo.

Ciao Viz. Avrei alcune domande, ma le conservo.

                                                                                                            Silvano C.©

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giovedì 18 gennaio 2024

Tipologie di furti

L’appropriazione indebita assume forme tra le più varie, e alcune nemmeno so immaginarle. Mi viene facile pensare al furto di generi alimentari al supermercato o a quello di mele staccate dall’albero passando accanto al frutteto. E so che si possono rubare soldi, poi auto, gioielli, bagagli alla stazione, biciclette e libri. Praticamente è possibile rubare ogni cosa, anche lapidi funerarie e dipinti dalle chiese. E si rubano moltissimo le idee, praticamente è impossibile non aver mai rubato un’idea in vita propria, cresciamo grazie alle idee altrui. Qualcuno legge un libro e ruba l’idea dell’autore di quel libro, e magari non sa che a sua volta quell’autore l’aveva rubata a sua volta. A volte succede che nascano denunce da questi fatti, quando ad esempio ci son di mezzo diritti d’autore e guadagni ottenuti così. Io sono consapevole di quello che ho rubato, ma non esattamente di ogni cosa. A volte ho rubato senza rendermene conto, e non credo di essere cleptomane. Ciao Viz, la parziale verità è questa.

                                                                                                            Silvano C.©

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