domenica 31 ottobre 2021

Per la gola

Avrebbe potuto intitolarsi semplicemente orzetto, ma il senso del contenuto sarebbe rimasto identico.

Sotto i ponti del Sarca, dell’Adige e del Po di acqua ne è passata tanta, tutta finita prima o poi nell’Adriatico.

Avevo già usato uno dei ponti sul Sarca per disfarmi dei ricordi di una persona che mi aveva fatto soffrire, non certo per colpa sua ma perché così vanno le cose del mondo.

E quando cucinai in modo approssimativo un orzetto, per avvicinarmi alla cucina povera trentina, non ebbi un grande successo gastronomico, lo ammetto, ma su un altro piano certamente sì. E oggi, giorno particolare tra giorni di memorie, lo rifarò in versione corretta ed aggiornata, con cottura al punto giusto. Ciao Viz, sorridi.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

sabato 30 ottobre 2021

L’ora personale

Ma perché devo avere un’ora in più esattamente stanotte, quando dormo da solo e non mi potrebbe interessare di meno? Un’ora tra le tre e le due, che già dirlo mi fa confondere. Teoricamente dovrei puntare la sveglia alle tre e poi meticolosamente spostare indietro le lancette degli orologi analogici e pigiare i tastini giusti di quelli digitali in modo che da quel momento segnino le due. E poi togliere l’allarme alla sveglietta, perché altrimenti mi risveglierebbe dopo un’ora e magari, insonnolito, potrei spostare di nuovo indietro di un’ora tutti gli orologi…

E invece l'operazione la faccio adesso, con molto anticipo, e così stasera ho un’ora in più, un’ora da sveglio, durante la quale potrei fare mille cose mai fatte prima.

Due volte all’anno vorrei avere la libertà di scegliere io quale ora della mia vita sopprimere e quale invece ripetere. Una sola ora, perché non potrei farlo? Perché poi sarebbe un caos se ognuno facesse come me, è chiaro, non ho più diritti degli altri, e vivo in una società che si è data alcune regole, questa è una di quelle. Ma quanto mi piacerebbe se anche tu potessi aggiungere o togliere un’ora a certi giorni della tua vita, e così cambiare tante cose, sperando che fosse possibile. Ciao Viz.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

gemütlich

Passare da una casa semi-indipendente quasi medievale a un appartamento condominiale anche se di edilizia popolare è per certi aspetti un miglioramento indiscusso, per altri motivi invece può essere l’inizio di un rifiuto psicologico ed esistenziale. Se l’appartamento è al piano rialzato e sopra ci vive una famiglia abituata, sino alla sua urbanizzazione recente, ad una casa rurale, quindi con spazi esterni e poca sensibilità per i vicini, capita che i suoi componenti camminino giorno e notte con scarpe pesanti magari con tacchi non in gomma e creino fastidio inutile a chi vive sotto. Oppure che spostino sedie senza feltrelli incuranti del rumore che il soffitto trasmette senza filtri. Capita poi che col riscaldamento condominiale i tempi di accensione siano decisi dall’assemblea e che quindi i termosifoni siano caldi quando si è fuori casa e freddi quando invece si avrebbe bisogno di tepore in quel momento negato e fuorilegge.

Sempre in un appartamento in condominio può succedere di viverci in affitto e quindi di non poter realizzare interventi strutturali migliorativi se non buttando inutilmente denaro che non si potrà mai recuperare in pochi anni. Se il condominio ha la struttura a torre e si vive al terzo o quarto piano, con muri sottili che trasmettono ogni sorta di rumore, comprese le notizie del telegiornale o lo scarico dello sciacquone del bagno la situazione non è piacevole. Inoltre non è raro che se l’impianto di riscaldamento è al solito centralizzato e sistemato al secondo piano interrato prima che sia possibile farsi una doccia sia necessario far scorrere decine e decine di litri di acqua prima di avere quella calda, equivalente ad una vasca traboccante. E gli altri condomini come fanno? Semplice. I proprietari dei piani superiori hanno quasi tutti fatto installare un boiler elettrico o a gas autonomo e scaldano solo l’acqua che a loro serve e nel momento desiderato, lasciando agli altri il compito di scaldare inutilmente trenta o quaranta metri lineari di tubature comuni.

Ecco perché qualcuno quasi impazzisce in tali situazioni e sogna come il più bel regalo una casa isolata o un appartamento condominiale dove la vita sia più autonoma ed umana, senza avvertire troppo il rumore dei vicini e potendo esercitare con maggiore libertà alcune scelte essenziali per sentirsi a casa propria. I tedeschi userebbero l’aggettivo gemütlich.

Ciao Viz. Esperienze di vita...

                                                                          Silvano C.©  

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