Weltanschauung
alla quale ci si era adattati deve essere ripensata, rivista, e non è un compito
facile né indolore.
La perfezione incompleta ora si è rotta, nel mio caso. Ne conservo tutta la struttura, non mi manca quasi nulla del castello logico che la regge, ma so che non sarà più alimentata nel modo al quale mi ero abituato. Col tempo si apriranno falle, che intendo riparare, ma le crepe ci saranno. Non mi illudo. Spero di sbagliarmi, ma non mi creo certezze destinate a sparire. Sono pronto, spero, a difendermi, per difendere anche lei.
La perfezione incompleta ora si è rotta, nel mio caso. Ne conservo tutta la struttura, non mi manca quasi nulla del castello logico che la regge, ma so che non sarà più alimentata nel modo al quale mi ero abituato. Col tempo si apriranno falle, che intendo riparare, ma le crepe ci saranno. Non mi illudo. Spero di sbagliarmi, ma non mi creo certezze destinate a sparire. Sono pronto, spero, a difendermi, per difendere anche lei.
Le visioni di altri che mi danno
la loro soluzione, che mi dicono cosa succederà, cosa dovrò fare, su cosa
puntare, che in perfetta buona fede intendono aiutarmi, sono solo briciole, e
non mi sfamano. Inoltre in qualche caso non sono neppure di mio gusto.
L’equilibrio perfetto è solo il
mio. Ora quello che possiedo mi basta. Non ne cerco altri. Non intendo
accodarmi agli equilibri di altri più fortunati, né cadere nel pessimismo di
chi lo cerca e non lo trova, oppure lo ha perso da tempo.
Io inizio ad oscillare, con
attenzione, senza allontanarmi, pronto a ritornare indietro. Se qualcuno mi
vuole attirare dove non voglio andare, non devo dargli modo di aver successo.
Voglio capire, mantenere viva tutta la mia esperienza, tutto il suo ricordo,
tutta la mia vita, e andare avanti, senza sentirmi solo, perché solo, immagino,
non lo sarò mai più.
Un metro per giudicare e misurare
lo possiedo. Un modello da seguire non mi manca. Molti interessi ora li sento
meno vivi, ma poco alla volta riaffiorano. Qualche cosa dal passato ritornerà,
e qualche altra novità mi verrà dal futuro che ancora non conosco. Nulla sarà
più come prima, ma sono stato fortunato ad aver vissuto prima.
E se tu bambino ora vuoi piangere, puoi farlo, non
te ne devi vergognare.
Sai quante volte ho pianto io, e quanto piango
ancora?
Credi che chi piange sia un debole? Non crederlo.
Piangere è solo un diverso modo di parlare, un po’ più
intimo, forse, ma piangere un po’ ogni tanto non fa male.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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