lunedì 16 gennaio 2017

A che punto è il nuovo giorno




Me lo chiedo, ora, e non trovo ancora risposte. Tu non mi puoi aiutare, in questo, e non è colpa tua. Io metto in atto le strategie collaudate in anni ed anni, e funzionano solo parzialmente, solo in alcuni momenti. In realtà sono tutte inadatte.

La mia teoria secondo la quale agire fisicamente, quindi occupare la mente con attività pratiche la distrae e la cura, fa acqua da tutte le parti.
Mi basta un solo minuto nel quale io mi metta a riflettere per capire che mi ritrovo esattamente al punto di prima; è passato un po’ di tempo ma la situazione non è mutata.

Tu non torni. Andare in luoghi dove sono stato con te ancora mi spaventa, anche se poco a poco lo farò. Le persone che ti venivano a trovare ora non vengono più. Non ne hanno più motivo, è ovvio. Se mi metto a sistemare in casa ho l’impressione di aver fretta, ma se non lo faccio penso, all’opposto, di non voler reagire nel modo giusto, sano, e di volermi fissare in modo patologico ad una situazione destinata a mutare.

Ho più tempo libero che non so decidermi ad impiegare come facevo prima, e mi sembra anzi una sorta di spazio rubato e nel quale gli interessi precedenti hanno un peso diverso. La vita sta mutando mentre la vivo, questo lo capisco benissimo, ma se dovessi dirti, ora, a che punto è il nuovo giorno che è spuntato da poco non lo saprei fare. Non sono ancora pronto.

                                                                                                                          Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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