lunedì 29 luglio 2019

forse non me lo merito, o forse sì



Eppure non avrei voluto rivederti così.
So che un raffreddore estivo è fastidioso, e magari provoca incubi, ma non questo. Che poi non è neppure stato un incubo ma piuttosto uno scherzo, una forma di proiezione-ritorsione, una realizzazione quasi reale di mie stupide paure, o altro ancora, che non so decifrare.

Sai che aspetto di rivederti, e non necessariamente in modo consolatorio. Mi va pure bene che tu mi faccia ripensare alle mie cose sbagliate; ne ho fatte talmente tante che non serve neppure molta fantasia o una memoria particolarmente precisa per recuperarne a manciate.

Non passa un solo giorno. Non uno solo che non ripensi a come ritrovarti, e tu torni in questo modo.

Ora mi resta il malessere di cose che pure ho pensato, che temevo. Sbagliando.
Ti ho vista come avevo paura di poterti vedere, e sbagliavo.
Eppure sei stata presente. In qualche modo mi hai mandato un messaggio. Ora devo decifrarlo, per quanto posso, in attesa di capirlo meglio in futuro.
Resto ostaggio, non posso lamentarmi e non mi va neppure di vedermi in vacanza in un altrove che per me significa solo luoghi già vissuti.
E lascio un ulteriore segno qui, per ritrovarlo, quando sarà il momento, per capire, per ritornare, perché è tutto quello che posso, per ora.

                 Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 24 luglio 2019

ogni giorno



Non passa un solo giorno. Non uno solo.
Mi creo abitudini riempitive, ed ho modificato da tempo il mio percorso abituale che ormai mi riuscirebbe strano ignorare o cambiare.
So che alcune cose mie potrebbero essere intese come maniacali.
So pure che in parte queste non allontanano il dolore, ma lo mantengono.
Il mio fine primario però non è evitare il dolore (se potessi ne farei a meno) ma è un altro, ed il dolore ne è una componente vitale.
Ma non è fine a sé stesso, egoisticamente non sono predisposto per questo.
La fantasia non mi manca, e la uso.
E poi mi distraggo, anche.
Ricado in alcuni miei antichi vizi, e li accetto come male minore.
Tento di arrabbiarmi meno, con tutti, e puntualmente non mi riesce. È nella mia natura.
Tu la conoscevi bene, e sapevi attendere.
Vorrei che pure adesso mi richiamassi su quanto non faccio, o sui miei errori. Vorrei un tuo consiglio. Una tua parola. E non posso aver nulla di tutto questo. Quindi aspetto. Non posso fare altro.
Tento di non sprecare troppo il tempo, ma è impossibile riuscirci, per me.
Allora resisto, spero di utlizzarmi almeno per un futuro lontano, che non mi toccherà direttamente ma sul quale ho ancora un po’ di potere.
Ti ho già spiegato quello che posso, per ora.

                 Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

domenica 21 luglio 2019

c’è un modo



Il tempo comprende il suo ricordo, in qualche modo conserva memoria di sé. Questo avviene in senso cosmologico, ma è facile vedere che riguarda tutti noi molto direttamente e giornalmente.
Da giovanissimi non è molto evidente, l’esperienza è ancora limitata e chi lo intuisce, se ci riflette, vi arriva solo teoricamente.
Quando invece si è vissuto e ciò che è ormai dietro supera quello che resta davanti la prospettiva muta.

E, per quanto mi riguarda, in tutto questo mantengo sempre una certa dose di rivendicazione contro qualche cosa o contro qualcuno, unita a rabbia e dolore.
E poiché ciò che voglio di più mi è negato, mi irrigidisco come un mulo e non intendo fare un passo oltre al punto dove sono. Le cose, le vicende, le giornate, le persone, le attese stesse mi superano, mi vanno avanti. ed io no.

Pure io in realtà seguo il flusso, non potrei farne completamente a meno, ma resisto.
Ed ho trovato, esattamente ieri sera, un altro modo.
Per farti restare, perché sempre lì mi sono fissato e non mi smuovo, anche se spesso fingo o sorrido, ho aperto una vetrinetta, ho guardato i nostri libri in disordine assoluto. Moltissimi tu li hai letti, tra quelli, io troppi di meno.

Ed ho pensato che se ora, o tra un mese o un anno, io rileggerò un libro che ti ho comprato, che tu hai letto ed io ancora no, ti ritroverò, un po’.
Esattamente come ti rivedo in certe corsie, o in certi locali, o semplicemente in camera quando io sono di sopra.
Non tornerò mai più a Vieste perché a Vieste tu ci sei, ed io so che ci sei.
Quindi leggerò, e ti ritroverò.
                 Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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