Mi
infilo in zone della mente e della vita che non conoscevo e delle quali, sino
ad ora, non avevo esperienza diretta. Non è un hobby, non lo faccio per
piacere, nessuno mi obbliga; sono io che ne sento il bisogno, e avverto un richiamo
al quale devo dar soddisfazione.
A
volte mi faccio male mentre altre volte provo un po’ di consolazione. Incontro
persone lungo il percorso di questa mia discesa in grotta. Mi danno
indicazioni, esprimono pareri, manifestano vicinanza e mettono in comune una
loro esperienza simile. Io devo essere grato assolutamente a tutti.
Nessuno
può dirmi con certezza dove potrò arrivare, non lo credo possibile, ma allo
stesso tempo sento che non sono del tutto solo e che non percorro cunicoli completamente
nuovi. Qualcuno è già passato di qui, mi dico. Qualcuno è molto davanti a me,
altri sono in anfratti paralleli, a volte li vedo, o ci parlo.
Spiego
che sto tentando di costruire un ponte, forse impossibile, una linea di
comunicazione indefinibile, troppo personale per poterla generalizzare, e al di
là delle leggi della fisica moderna. Nulla di sperimentalmente riproducibile insomma,
o di tangibile. La realtà è quanto di peggio avrei mai pensato, e non mi va
l’idea di accettarla in toto. La reazione che sto inventando e testando non è
detto che porti ad un risultato positivo, anzi, è possibile il contrario, e in
questo caso dovrò essere pronto a tornare indietro. Ogni previsione sembra per
ora sfavorevole. Magari a forza di scavare troverò una cavità con acqua termale
tiepida, accogliente, dove rilassarmi e, forse, fermarmi e cessare ogni
ricerca. Mi dirò di essere arrivato dove volevo. Oppure finirò senza forze e
volontà di proseguire, e resterò sconfitto, in uno spazio buio e senza uscite.
Credo
sia un rischio, e tra chi frequentavo non trovo risposte, anzi. Io da un po’ ho
deciso di non chiedere e, puntualmente, non arriva alcuna risposta. Eppure i
segnali e le motivazioni ci sarebbero tutte, ma nella ricerca resto da solo.
Credo che prima dovrò capire, per conto mio, poi potrò avvicinarmi di nuovo
agli altri. O forse deciderò altrimenti.
-
Fermati subito. Vedi,
mi fai tornare per spiegarti un po’ di cose. Iniziamo da quelle pratiche con
questa, fondamentale: non lasciarti andare! Mangia e cerca di essere regolare,
o di trovare un tuo equilibrio. Cura come ti vesti. Non indossare troppo a
lungo i vestiti. Cambiali ed evita quelli logori. Esci di più e cerca di vedere
gente. Esci dalla tua autocommiserazione, alla lunga stanca. Non lamentarti
della tua situazione, perché hai molto. Se qualcuno non si fa vivo, ed a te
piacerebbe che lo facesse, inverti le parti. Telefona tu, o muoviti tu. Non sei
la regina d’Inghilterra, ma uno come tutti gli altri, che ora non sta
particolarmente bene. E gli altri come credi che stiano? Vivi sulla Luna? Umiltà,
o senso della misura, inizia con quelli.
A
forza di scendere in basso sono arrivato ad uno strato solido di roccia che
sembra non abbia passaggi. Il cunicolo si interrompe. Devo fermarmi. E forse
smettere di pensare troppo, almeno per oggi. Mi conviene risalire e iniziare a
cucinare, oppure a leggere un po’ un libro, prima di cena.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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