Che io stia attraversando un periodo nero chi
legge questo mio diario lo ha capito da tempo. Ritorno sempre sullo stesso
tema, lo affronto da vari punti di vista, cerco spiegazioni che nessuno può
darmi se io per primo, in qualche modo, non ne sono in parte già convinto.
Sento il bisogno di confrontarmi ma, allo
stesso tempo, odio dover chiedere. Inoltre la solitudine mi è necessaria, in
certi momenti del giorno, perché devo elaborare, ogni qualvolta ci capito,
quello che è successo e cosa sto facendo.
A volte mi sembra di essere contagioso, e di
tenere gli altri a distanza. Altre volte invece trovo parole insperate in una
telefonata del tutto inattesa o in una lettera che mi arriva da parte di chi ci
ha conosciuti in un momento felice, o almeno senza i pensieri di oggi, quando
non ero solo. Anche i commenti che ricevo sui social mi servono, e devo essere
grato a chi mi dedica qualche minuto del suo tempo, mettendo magari in comune
la sua esperienza.
Sono deluso un po’ da chi mi conosce di
persona, dagli amici di vecchissima data insomma. Sanno che sono un orso, e che
a volte tendo a sparire, ma, per la miseria, questo mi sembra un caso un po’ particolare,
no? Non posso però pensar male di nessuno, ed io per primo non so cosa farei in
casi simili. Tra gli amici di vecchia data sono un apripista. Non ne vado
fiero, ma mi è toccato. Il tempo deciderà per me credo.
Tra tante persone però io ne voglio ringraziare
una in particolare. Porta il nome di un fiore, ma non ama apparire. Mi è vicina
come di più non potrebbe. Mi ascolta nei miei deliri e nei miei sfoghi. Mi distrae
e si preoccupa. Mi consiglia e mi lascia libero di pensare come voglio. Mi concede
il tempo che serve. È a lei che dico questo grazie.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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