- Io
non so se tu ti sei reso conto…
- Conto
di cosa?
- Che
in realtà non stai parlando con me, e non saprei neppure dirti con chi, ad
essere sincera.
- Però
adesso mi rispondi, e come lo spieghi?
- Non
spiego nulla, e se usi la logica ci arrivi. Parli da solo, come certi vecchi un
po’ svaniti che vanno in giro a parlare da soli, e che quando li vedi pensi,
giustamente, che sono fuori, che non ci stanno con la testa. A volte, non
vorrei dirlo, ma ho l’impressione che tu abbia iniziato a farlo. Già parlavi al
televisore, se non te lo sei scordato. Mi preoccupi.
- Ma
sei stupida o cosa? Tu mi fai spostare una tazza, ti presenti con quelle righe
che non avevo mai letto, mi fai vedere dove tenevo quel libretto, mi stai
attorno per molte ore del giorno, quasi più di prima. Prima almeno mi lasciavi
libero di fare anche altre cose, come leggere saggi su temi un po’ particolari,
scattare foto ovunque, andare in giro con la mente leggera. Ora non faccio che
uscire e pensare a te, muovermi per casa e pensare a te, e non ho neppure tanta
voglia di vedere altra gente.
- Sul
vedere gente, perdonami, ma è da un po’ che hai preso una strana piega. Quando veniva
qualche amica a trovarmi ti arrabbiavi pure, non negarlo. Se sei orso non è
colpa mia.
- Ma
se a me faceva piacere uscire con te, e fare progetti con te, cosa ci trovi di
sbagliato? Poi pensavo pure a me, sia chiaro, e non mi sono mai fatto mancare
ciò che mi interessava. Il guaio è che ora alcune cose mi interessano meno. Che
potrei fare, secondo te?
- È
inutile. Non vuoi capirmi. Sei al limite della paranoia. Se la cosa continua
ancora per un po’ forse ti dovresti far vedere da qualcuno. Io non ci sono, non
ci sono più. Tu parli da solo. Proietti immagini e credi siano vere. Ti dicono
che ognuno elabora i fatti che succedono in modo diverso, e questo ti illudi
che giustifichi alcuni comportamenti. La realtà è che questo non è un dialogo,
è solo un monologo.
- Io
avrei molto da dire per smentirti, ma non mi crederesti. Preferisco infatti non
spiegarti nulla e non darti argomenti da distruggere. A me va bene così. Ammetto
che in certi momenti, specialmente quando devo discutere di problemi
burocratici non proprio piacevoli mantengo un atteggiamento quasi di negazione
di quello che dico qui, e potrei sembrare schizofrenico, solo che mi viene
perfettamente naturale, subito dopo, il desiderio di tornare a casa per
raccontarti quello che è successo. Tu mi capisci. Nessun altro mi capirebbe
allo stesso modo.
-
Questo è vero, ma solo in parte. Io ti
capivo, questo è il problema. Io ti capivo.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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