Un’amica scriveva ieri che lei stava sola, e
lui non c’era. Le credo, lei lo sa, lei sa se stava con lui o se lui non c’era.
Come premessa non è molto, è vero, ma ci stavo
riflettendo, stamattina. Non mi ha mica convinto quella sua affermazione. Non per
me, e neppure per lei. Già il fatto che lei lo ricordi per me ha un significato
preciso. E molto altro ha un significato, e credo lei se ne renda conto. Poi,
certo, occorre pragmatismo, senso del presente, pensare al futuro che ogni cosa
comprende, anche il passato dal quale veniamo.
Come si vede una presenza? Come si avverte? Se io
sono fuori casa e non la vedo significa che lei non c’è? Se è partita per un
viaggio significa che lei non c’è? In parte è vero. Non le posso telefonare,
anche se me ne verrebbe il desiderio. Non le posso confidare direttamente un pensiero,
una mia arrabbiatura, una cosa che ho sbagliato o eseguita correttamente. Molte
cose ora non le posso più fare, me ne rendo dolorosamente conto.
Poi provo un certo disinteresse per la
fotografia, cosa che sino a non molti giorni fa mi attirava moltissimo, ma
questa è una fase passeggera. Mi sento meno attratto da discorsi futili, da
commenti politici di maniera o schierati in modo prevedibile. Leggo con minore
spinta, anche se ho moltissimo da leggere, e non mi mancano libri mai aperti di
autori tra i più diversi. Non è una situazione normale, per dirla tutta. Ma è
normalissimo viverla così, ci sono passati in tanti. Devo accettare il tempo
che mi viene dato.
Cosa voglio ottenere con questa mia negazione
di un fatto? Assolutamente nulla. Io non cerco di guadagnarci e neppure di
infastidire nessuno. Mi adeguo, e nello stesso tempo marco il mio territorio,
nel quale c’è lei. Sono nel giusto in questo mio modo di vedere le cose? Non ne
ho la minima idea. Il tempo che verrà mi darà ragione o torto. Ora so che lei è
qui, ritrovo i suoi segni, ovunque, le sue parole, le sue indicazioni, la sua
stessa volontà ed il suo coraggio, che io non avrò mai. Perderò occasioni
future? Qualcuno si allontanerà? Non me ne può fregare di meno. Già alcuni
amici di vecchia data per motivi di non comprensione legati anche a questo li
ho allontanati prima del tempo. Forse prevedevo, forse li ho allontanati con
una scusa occasionale, non lo so. Erano persone importanti. E li ho allontanati
assieme. Sono tre. E dal mese di novembre scorso ci siamo salutati. Poi ancora poche cose, ma non con tutti, e ognuno per
la sua strada. Non li incontrerò più? Non prevedo il futuro, quindi non nego
che tutto possa avvenire. Se qualcuno di loro mi leggerà, qui, forse significa
che ci potremo reincontrare e riavvicinare. O forse no.
Io intanto cerco una nuova strada, che non la
escluda, ora che è accanto a me in modo diverso, indefinibile, ed è ovviamente
lei che non intende farsi escludere.
Oggi mi ha fatto visita un amico, di vecchia
data, una visita inattesa ma gradevolissima. Una visita che mi ha fatto capire
che, a molti chilometri da dove vivo, la notizia è arrivata, che qualcuno ha
letto i giornali, che qualcuno mi ricorda e la ricorda. Ora ditemi come lei
potrebbe non essere qui.
Viene il tempo per ogni cosa, è naturale che
sia così. Il mio tempo ora è questo, non facile da vivere, ma è mio e ne sono
orgoglioso. Non lo cambierei se non potendo intervenire in modo molto pesante
sul destino. In mancanza di questo potere, mi tengo il mio tempo.
Silvano
C.©
(La
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grazie)
Certo all’inizio mancano molte cose,come la voce,lo sguardo,i gesti,i passi,ma al loro posto subentrano sensazioni,ricordi,oggetti e abiti che comunque a loro modo parlano,si muovono ancora; posso indossare gli occhiali di mio padre,un suo maglione,oppure leggere un suo libro,camminare lungo un sentiero e percepirlo accanto a me,magari nel movimento del vento molto vicino,quasi avvolgente,oppure in un rumore sottile,nello sguardo complice di un qualche animale incontrato per strada. Molti mi hanno detto che quel che avverto è frutto di mie proiezioni, che si tratta di un comportamento doloroso,quasi morboso,ma per me non è affatto così,è solo che il dolore si modifica,diviene meno pungente e più tollerante quando si riesce a percepire qualcosa che non è più visibile,ma che sentiamo accanto. Ed ecco che poi diviene più leggero continuare a vivere anche se la mancanza brucia un po’ nei momenti di nostalgia profonda. La sua fotografia,dici..nemmeno io riesco a guardarla a lungo,perché in quello scatto il volto si è fermato,mentre con il ricordo si muove,sorride,esiste. Non so se sono riuscita a spiegarmi,non è facile,ma credo che ancora una volta le nostre similitudini siano riuscite ad avvicinare un pensiero e credo inoltre che tutto quel bene che vi siete dati sia rimasto così intatto,così forte e così vivo da riuscire ad accompagnarti ovunque andrai.
RispondiEliminaCiao,Cinzia.