Cosa
separa, quanto separa? E di che barriera si tratta? Tra vita e morte cosa resta
in comune e cosa divide in modo irreparabile, anche se temporaneo?
A
volte mi chiedo cose assurde, ed associo immagini mentali o visioni del mio
futuro passato, perché già da molto tempo pensavo a cosa sarebbe venuto, e
domani, se ci arriverò, io sarò ancora e sempre il mio passato.
Vedo
un diario 2016-2017 che ti ho regalato nel 2016, che tu hai solo visto, prima
di poterlo usare. Poi penso a una cosa che succederà, a breve, e riguarda il
2017-2018. E allora trovo uniti il 2016 ed il 2018. Tu non sei mai andata via,
stai solo fingendo. Ed infatti ti vengo a trovare, e tu mi sorridi, all’ombra.
E
poi che posso dirti? O chiederti?
So
che cerco agganci, a volte in strade che percorro e ricordo in altri anni. Ora molto
è cambiato. Se ci tornassimo assieme non sarebbe più come allora, ma io
ritorno, e ricordo, e tento di mantenerlo questo ricordo, sottile, tenue, non
leggibile in modo esplicito, ma forte, sempre.
Quei
luoghi sono lontani? Certo. Sicuramente lo sono nel tempo, e anche nello
spazio. Ora siamo qui, dove decidemmo di
essere, dove non siamo arrivati casualmente.
Penso
di sapere cosa posso dirti però. Lo so, e non smetto di farlo, anche se non lo
scrivo. Ho capito che per questo non è necessario scrivere, ma serve, sempre,
trovare un modo almeno per non perdere il legame. Il telefono non funziona più?
Va bene. La parola non ti arriva? Va bene. Fisicamente non ti ritrovo? Va bene.
Una pagina come questa serve a poco? Va bene. La logica non mi aiuta? Va bene. Non
ho alcun bisogno di tutto questo. La via la so trovare, quello lo so e lo posso
fare.
Per
ora, ciao
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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