giovedì 25 aprile 2024

Loop temporale

Lo schema è sempre lo stesso. Cambiano i personaggi, l’ambientazione e il tempo ma il modello è ripetitivo. È quasi come se indossare una maschera diversa ogni giorno non cambiasse realmente nulla. La proiezione si muove e se immortalata in una foto non sembra la stessa del giorno prima. Non attira l’attenzione eppure si comporta allo stesso modo con ogni persona che incontra. Gli altri non se ne rendono conto perché la proiezione appare in luoghi diversi in modo da non permettere associazioni a nessuno. Ci si stupirebbe molto nel vedere un vecchio professore che si comporta quasi allo stesso modo di una suora laica o di un giovane in carriera, con gesti e mimica facciale identici. La proiezione esegue come da copione la sua parte dalle prime ore dell’alba sino al tramonto del Sole o anche dopo, se serve, poi sparisce e ricompare altrove. Ricompare a migliaia di chilometri di distanza oppure vent’anni prima, e nuovamente ripete le sue solite azioni, identiche, finalizzate al solo scopo di ritrovare esattamente quel preciso momento, quella precisa persona in quella precisa fase della sua vita. Solo a quel punto, quando e se succederà, il ciclo si arresterà e l’obiettivo sarà raggiunto. Finalmente la proiezione potrà far sparire la maschera, assumerà la sua fisionomia originale dimenticata e potrà ricominciare la vita dove era stata interrotta. Sino a quel momento ogni giorno, pur con diverse sembianze, sarà come il precedente. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 24 aprile 2024

Per gentile concessione

Se torni oggi non sono organizzato, ma posso farlo. Non so cosa direi, cosa farei, come ti saluterei. Un abbraccio mi sembra la cosa più probabile. Vorrei sapere le tue novità, ovviamente, o mi accontenterei di sentirti raccontare ciò che già mi raccontasti, o cose successe alle quali io non ero presente. Poi ti chiederei cosa vorresti da pranzo, o dove potremmo andare, noi due soli. In mente ho già almeno una decina di posti diversi, chiusi anche da anni che per l’occasione aprirebbero senza problemi. Ti farei vedere le novità, molte a dire il vero perché quasi otto anni non sono pochi, per niente. Ma si tratta di stupidaggini, i mutamenti che a volte mi tolgono la tranquillità sono nulla al confronto delle cose serie. Quasi sicuramente mi faresti capire che sbaglio a pensare come penso, sorrideresti prendendomi un po' in giro. Ci sta, lo ammetto. Il problema è che non so se ti permettono di venire, si tratterebbe di una situazione inaudita, assolutamente vietata dalle leggi non umane. Io intanto aspetto. Qualcosa avverrà e la vita deciderà. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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martedì 23 aprile 2024

Amori estivi


Persone perdute in giornate infuocate

per sempre andate

e dimenticate

Mica vero quello che si dice in certe giornate estive, quando si promette che ci si ritroverà e ci si scriverà. Come testimone sono poco credibile e gli amori estivi li ho solo immaginati, sono rimasto più sul piano dell’amicizia superficiale ampliata dalla sensazione della sua provvisorietà. Quello che frega è l’idea che debba finire, ipotesi da esorcizzare. Qualcuno, degli amori estivi, ne ha fatto una scienza che mi è sconosciuta, magari invidiata ma mai esplorata. Se una cosa ho capito, dopo decenni, è che la timidezza non paga e per ciò che interessa o si vuole raggiungere occorre chiedere, non solo in estate. Dopo tutto sarà più evidente, anche la possibile inconsistenza dell’interesse. Ho capito quanto sia stupido guardare la lontano qualcuno per intere settimane e poi, due giorni prima di ripartire, scambiare le prima parole. Esattamente come trovarsi su un’isola con un mare fantastico e, solo alla fine, mettere la testa sott’acqua e vedere la bellezza del mondo sommerso. Questo ho visto ed ho vissuto, non posso ricavarne alcuna regola di vita, non posso trasmettere ad altri quello che neppure io so spiegarmi. La vita semplicemente è. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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lunedì 22 aprile 2024

Dicono che

Dicono che ti addormentasti una domenica mattina mentre fuori iniziava una bellissima giornata di primavera e che un vento insolito e leggero muoveva appena le foglie nuove spuntate agli alberi. Dicono anche che scegliesti un bel giorno per farlo, bello per chi restava, consolatorio a suo modo, per far capire che nulla finiva veramente e che la vita malgrado ogni apparenza continuava. Dicono ancora tante cose ma sempre di meno ad essere sincero perché col tempo sono diminuiti quelli in grado di ricordare e poi di raccontare. E dicono di te e di cosa avvenne quella prima volta, di quel viaggio, di quella birra e di quelle promesse. Dicono che sul ponte gobbo ci andasti molto prima di sapere delle leggende che lo riguardavano, e poi aggiungono di un Felino che si affetta, di una corsa in auto in grado di anticipare un parto, di una famiglia e di tante case cambiate nel tempo. Io non mi stanco di ascoltare ciò che dicono quelle voci, e quello che non sento bene lo invento, lo faccio essere vero come non lo è stato mai. Sempre meno persone mi potranno smentire, e in fondo non interesserà a nessuno, solo a me. Dicono che non è una cosa eccezionale, che solitamente è così che avviene, che va bene, che non ci si può opporre anche se verrebbe il desiderio di farlo. La spada di burro si scioglie e non è in grado di affrontare i mostri, è questa la verità, e anche l’angelo della giustizia si ritira nel buio dal quale lo si evoca. Ciao Viz, mi manchi, ed io ormai ricordo e un po' invento. È uno dei modi.

                                                                                                            Silvano C.©

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domenica 21 aprile 2024

Mente in ferie

Vestiti pochi e comodi, perché il clima è piacevole e non ci sono impegni mondani o formali da rispettare.

Libertà di perdere tempo facendo nulla, camminare con scarponi in un bosco o a piedi scalzi sulla spiaggia.

Leggere se si desidera farlo, ma senza fretta, con lentezza, addormentandosi magari col libro aperto e perdere pure il segno.

Preoccuparsi solo di cosa mangiare a cena, o magari di dove andare a cenare, per evitare pure la fatica di cucinare e poi di mettere in ordine.

Soddisfare ogni singolo desiderio prima che si manifesti a livello di coscienza, anticiparlo per rimuoverlo. Nuotare? Si può fare. Sesso? Ovviamente fa parte del pacchetto. Dormire? Quando serve, e con un sonno riposante.

E sull’amore cosa si deve pensare, quando la mente è in ferie? Nulla, non bisogna pensare a nulla, se c’è l’amore la mente può fare ciò che vuole, anche rilassarsi. Ciao Viz, mi manchi.

                                                                                                            Silvano C.©

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sabato 20 aprile 2024

Alti e bassi

Da vette di cieco ottimismo ad abissi nei quali non si vede speranza, e poi viceversa. E momenti neutri, senza picchi acuti né altro per distinguere una giornata dalla successiva, senza monotonia perché la ripetitività è una qualità soggettiva. La noia non è di casa quando si è in grado di creare problemi dal nulla, inventare difficoltà o immaginare tutto quello che potrebbe andare storto. Le persone vanno, a volte arrivano, e per capire quando una delle due situazioni prevale sull’altra è bene sapere il periodo che si vive, o magari non è neppure necessario, quando si vive e si scopre il futuro le persone arrivano. Si tratta di algebra umana, con simboli e variabili, con relazioni e un pizzico di probabilità. In rari momenti ho dominato il mondo e nulla sembrava impossibile. Mi sono permesso di deridere qualcuno, che talvolta lo meritava ma mi sono anche sbagliato nel giudizio, e sicuramente sono stato trattato allo stesso modo, giustamente. Il fatto è che continuo a fare calcoli, a tentare di capire cosa dovrei fare, butto giù parole perché mi aiutano a pensare. Immagino di essere un falso medium e fingo di non sapere che le carte in realtà le muovo io, che mi domando e mi rispondo da solo, non sempre azzeccando il giusto. Ad ogni risposta, dicono, molte domande stanno davanti alla porta. Ciao Viz, mi manchi.

                                                                                                            Silvano C.©

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venerdì 19 aprile 2024

Prima di tutto, calma

Inutile lamentarsi per quello che si possiede, è la cosa più idiota che si possa immaginare. Sono le assenze che contano, ciò che si è perduto, prima di tutto le persone e poi gli oggetti, anche gli oggetti certo, cose grandi e piccole, di grande valore o senza nulla di venale, tutto conta quando non c’è più. Esistono cure per fortuna, più di una. La prima è non lamentarsi con nessuno, si rischia di rompere qualcosa. Poi è necessario non piangersi addosso. Continuando sulle cure è preferibile andare avanti, fare altro, distrarsi. Le persone si trattengono in mille modi diversi. Le cose materiali che si fottano. E le cose che si possiedono e che diventano un problema? Ecco, la cosa migliore è rendersi conto che si possiedono, e questo significa che è molto meglio che non possederle. Ciao Viz, dire che mi manchi ormai serve a poco.

                                                                                                            Silvano C.©

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lamento

Arrivano sempre momenti nei quali è necessario fare alcune scelte. Trascorro tempi lunghi nei quali teorizzo che la cosa migliore è non far nulla, tanto quello che deve succedere succederà. Non manco poi di tanto in tanto di richiamare qualcuno alla necessità di decidere, contraddicendomi. E così sono arrivato a giorni nei quali mi rendo conto che, non decidendo nulla, lascerei qualcun altro a dover fare cose che sarebbe più giusto risolvessi io. Quella casa a Ferrara è stato un sogno, e ancora adesso lo è. Avrebbe dovuto essere un luogo dove ritirarci, di tanto in tanto, per poi andare in giro attorno a visitare luoghi che non sono vicini al Trentino, a ritrovare persone. Ci ho fatto quasi una malattia cercando un punto di riferimento a Ferrara, un posto mio, per legarmi alla città dove sono nato. Ho quasi odiato, e molto litigato. E ho pensato anche a nostro figlio, ho pensato a una sorta di assicurazione per il suo futuro, da usare in caso di necessità. E invece non ci dormo più da tempo su questa cosa. Ho pensato a come sistemarla, ci ho lavorato, non è perfetta ma va bene. Il terremoto l’ha resa inagibile per tanto tempo, tu ti sei ammalata e te ne sei andata prima che fosse finita anche se hai fatto in tempo a dire la tua su alcune scelte dandomi consigli giusti, io ci sono tornato con lui, ora è sistemata meglio di prima, ma lui non ci si sente bene, non ha bei ricordi legati a quelle mura, non gli interessa. Io ci torno a volte quasi per dovere, senza di te. Pure i legami che mi interessavano col tempo si sono appassiti, sono cambiati, o semplicemente sono io che col tempo sono cambiato. In fondo sto meglio qui, dove tu non sei, nel posto dove abbiamo vissuto più a lungo. A Ferrara sei sempre venuta solo per farmi un piacere, non perché ti attirasse particolarmente. Non ho ancora capito se ogni cosa è arrivata alla sua conclusione, se serve solo un ripensamento, non vorrei essere costretto a fare scelte dettate dalla fretta o dalla necessità, meglio anticipare forse, eliminando illusioni ma lasciando un ricordo serio e bello, quello vorrei che restasse, e non solo per me. Ma non era meglio se tu non te ne andavi prima del previsto? Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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