mercoledì 30 novembre 2022

Cambiare, forse…

Sono andato, ho visto e fatto più o meno tutto quello che volevo vedere e fare. Ho parcheggiato dove solitamente lo facevamo quando avevi visite ospedaliere, ho rivisto quella libreria dove mi aspettava un libro, ho fatto due passi ai mercatini natalizi, sono andato in quel bar-pasticceria per un torrone aquilano, ho pranzato in quella birreria dove siamo stati assieme tante volte, sono passato davanti alla sede della Banca d’Italia nella piazza che porta il tuo nome. Per un paio di volte ho chiuso gli occhi e ti ho pensato ma riaprendoli non ti ho vista. Poi ho fatto altre cose che ma non so cosa dovrei cambiare dentro o fuori di me, non lo so. Ciao Viz.

                                                                                                     Silvano C.©  
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martedì 29 novembre 2022

Venezia

Vorrei tornare a Venezia ma non semplicemente partire e arrivare nella città lagunare, quello non mi basterebbe.

Devo aggiungere che vorrei fossero soddisfatte alcune condizioni ma so che chiedo l’impossibile quindi vorrei tornare a Venezia ma non posso.

Vorrei poterlo fare con chi dico io, in un momento preciso del tempo oppure in diversi momenti, magari sovrapposti e in parte confusi, ma esattamente quelli.

Troppo facile andare e basta, trovare quello che troverei, adattarmi e poi dire che Venezia è bella, malgrado tutto. Lo so che è bella, lo so che ne conosco una parte minima e non sarà mai la mia città, lo so che potrei starci un mese e non annoiarmi una sola ora, ne sono consapevole, però così no.

Dovrei ricominciare, forse lo potrei ma ne dubito. Più il tempo passa più mi da ragione. Tornerei con te Viz, o qualche anno prima con i miei. Adesso mi bastano le fotografie.

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lunedì 28 novembre 2022

Ci si ricasca sempre

Letteralmente. Quando si pensa di essere caduti una volta e che non si cadrà più ci si sbaglia. Guardavo un cavo che scendeva da un edificio poco lontano da dove abito e mi sono distratto non facendo attenzione a dove mettevo i piedi. In quel tratto di marciapiede ci sono passato migliaia di volte, so che è sconnesso perché le radici degli alberi lo hanno deformato, lo so, ma sono inciampato ugualmente e sono caduto rovinosamente a terra. Ho perso una scarpa e mi sono sbucciato il palmo delle mani. Ho battuto il ginocchio ma senza rompermi i pantaloni. Ed ora sono dolorante, più di quanto lo ero già da prima. Da un punto di vista positivo sono caduto e mi sono rialzato. Non ho avuto conseguenze gravi come un mio amico vari anni fa che era caduto dalla scala di casa ed aveva dovuto farsi medicare e ricucire al pronto soccorso. La cosa è semplice e quasi comica, vista dall’esterno. E so che non lo è per te, Viz.

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domenica 27 novembre 2022

La risposta potrebbe essere zero

Mi chiedo a volte cosa conto, se le cose che ho fatto e faccio vanno bene, se servono a qualcuno, magari solo a me o forse neppure a me, e la stessa domanda poi riguarda gli altri ai quali chiedo pareri o confido paure e speranze. Un essere umano quanto vale, quanto pesa in termini generali? Conosco persone che mi sembrano semplici anche se tali non sono perché nessuno lo può essere veramente, e sono anche sicuro che qualcuno non è semplice per nulla, che è veramente importante per quello che mi ha dato o ha dato agli altri. Quindi la domanda resta e una risposta potrebbe essere nascosta in un’equazione. Senza offendere nessuno prendo me come esempio. Ammettiamo che io sia complicatissimo, veramente molto. Se prendo per vera quest’ipotesi potrebbe essere possibile riassumermi in una complessa scrittura algebrica con innumerevoli variabili e di un grado neppure immaginabile, ma teoricamente si potrebbe fare. Se io metto questa scrittura al posto del primo termine di un’equazione e il secondo termine è zero ecco la risposta logica e netta. Io non conto nulla. Per quanto sia difficile da risolvere l’equazione porterà sempre allo stesso risultato, zero. Le singole variabili magari avranno qualche significato, non lo so, ma nell’insieme la risposta non cambierebbe. Ciao, Viz. Ai tanti perché forse non serve cercare risposte, semplicemente è così.

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sabato 26 novembre 2022

Basta un nome

Non lo hai visto ma non ti perdi nulla. Attorno c’era campagna e quando ci passavo quasi tutti i giorni sembrava di essere in mezzo alla natura coltivata dall’uomo, bella e curata, non come quella più selvatica di un bosco alpino ma pur sempre verde e piacevole.

Poi sono arrivati i cartelli di un’impresa di costruzioni, grandi.

Poi sono arrivate le macchine per lo spostamento terra e di quello spazio a vigne è rimasto solo una landa desolata e poi un grande cratere.

Poco alla volta sono state costruite diverse palazzine, simili tra loro, non troppo alte e con un po' di parcheggi attorno, e poco prato.

In circa due anni è sorta quella che prima non c’era, la residenza "Le Vigne". Tra un decennio nessuno saprà perché si chiama così.

Ciao, Viz. Ti ripeto che non ti perdi nulla.

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venerdì 25 novembre 2022

Scadenze

Nulla più delle mensili o annuali scadenze sembra stupirmi o farmi capire che del tempo conservo un’idea errata. Com’è che la revisione dell’auto o della caldaia è già adesso, e come mai quell’elettrodomestico l’ho comprato nel 2011 e non cinque anni fa come pensavo? Ecco, sono discronico, immagino e sono convinto che la velocità degli orologi sia minore del reale. Forse è una scelta legata al rifiuto di un particolare momento, e sappiamo entrambi di cosa parlo, oppure è una vera e propria patologia comportamentale che si è sedimentata su precedenti distorsioni di giudizio che, sinceramente, non mi sembrano tanto sbagliate. Indietro non si torna ma io non intendo andare avanti. Vorrebbero che cambiassi contratto di telefonia con uno più attuale, e nego il consenso. Mi spingono ad aggiornare altre utenze e, se non mi costringono in un angolo, li mando con cortesia a quel paese. Gentilmente dico no. Eppure alcuni appuntamenti mi aspettano, lo so. Fingo di non vedere chi se ne va in pensione e non potrò più vederlo nel suo negozio o non verrà più ad aiutarmi quando avrò un problema meccanico. Magari me la prendo pure con lui, che non ne ha colpa alcuna. Meglio perdermi che trovarmi, Viz.

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giovedì 24 novembre 2022

Viaggi

Sono tornato e non ti ho trovata

Sapevo che non ti avrei trovata ma ho avuto quasi voglia di piangere, per la rabbia.

E mi dicono che dovrei andare, ma andare dove?

Non mi interessa andare altrove dove magari potrei anche arrivare.

Ma a fare cosa?

E allora mi sono consolato vedendo che quasi tutto è cambiato, che la vita va avanti malgrado noi che non siamo stati misura del mondo e tantomeno lo sono io adesso, che conto nulla.

Durerà ancora quanto deve, non lo so e non sono neppure troppo curioso.

Stranamente sono attaccato alla vita, irrazionalmente.

Quello che vorrei fare non è nelle mie possibilità, e anche chi è estremamente più capace o potente o con mezzi per me irraggiungibili si deve piegare alle leggi ferree della natura, del tempo e della Signora.

Quindi, come avevo iniziato a dirti, sono andato, ho visto, non ti ho trovata anche se ti ho cercata e poi, qualche ora dopo, sono ritornato a casa. Ciao, Viz

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mercoledì 23 novembre 2022

Torno sui miei passi

Non mi riferisco ai passi alpini, quelli non sono mai stati miei anche se su alcuni sono transitato.

Penso a ciò che ero, a ciò che eravamo e per forza di morte non siamo più. Eppure ritorno e basta poco per farlo. Schifo la noia come facevano gli Este, rispetto la morte e la chiamo Signora ma tento di eluderla, rimpiango l’amicizia ma sono il primo a non essere costante e a tradirla, sono fintamente altruista come sempre, e questo è il senso del ritorno. Ciò che fui sono, maturità vera non pervenuta, vizi mai sepolti, tutto il meglio e il peggio con l’aggravante degli anni che pesano e dei ricordi ancor più gravosi.

Ho raffinato la tecnica, so abbozzare, ho imparato a volte a scordare. Non dura molto l’oblio ma non è rarissimo. Ho messo una grossa pietra su alcune idee o alcuni viaggi possibili o imprese mai tentate. Non dico mai ma lo sottintendo, e i giorni che passano giocano a mio favore. Sottraggo anche se è difficile. Viaggerei ovunque tu volessi, quello lo farei, magari anche in aereo se necessario e in fondo ne sarei pure curioso, ma non se ne farà nulla, tu non saresti con me su quel volo e per averti accanto mi basta fare due passi fuori. E questo dopo, prima che sia troppo tardi. Ciao, Viz

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martedì 22 novembre 2022

Lampi di luce

Un lampo improvviso nel cielo, uno solo, senza tuoni o vento o pioggia. Non mi piace assimilare una persona a un fulmine ma tutti lo siamo. Una luce improvvisa che dura frazioni di tempo minime, poi si esaurisce e lascia ogni cosa come stava prima, quasi ogni cosa.  

Non so cosa fare per avere l’impossibile e infatti non l’avrò. Sto procedendo ad una cesura, non ne sono convinto ma la trovo giusta. Prima con te potevo essere diverso, ora non ne ho più facoltà e quel tempo deve rientrare in un suo spazio. Continuo a vedere alcune persone e continuerò, è giusto, ma devo mettere barriere, fissare punti, focalizzare momenti, darmi e darti spazio, cercare e continuare. So come fotografare un lampo, ne ho i mezzi tecnici e le conoscenze. Quello che non so in anticipo è dove sarà con precisione, che aspetto avrà, quanta luce produrrà. La vita è esattamente così. Prima non si conosce. Dopo è troppo tardi. Ciao, Viz.

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lunedì 21 novembre 2022

Tutto pronto

Stavamo partendo, era tutto pronto. Gli zaini erano preparati. Un paio di ragazze, non ho ben capito se erano guide autorizzate al compito, ce li hanno persino controllati per verificare se erano in ordine per il viaggio. A dire il vero non ho fatto caso sul momento a questa pratica inusuale e ancora adesso non me ne so spiegare il perché. La cosa che m’interessava era che tu stavi accanto a me e, anche se non parlavi, eri pronta anche tu. Non mi sembrava neppure una spedizione particolare o degna ti nota, solo una nuova tra le tante che avremmo poi fatto nel tempo a venire. Chissà cosa mi stava distraendo, forse semplicemente respiravo l’aria dell’avventura che ci aspettava e guardavo fuori dalla finestra il paesaggio tipicamente montano. Era tutto pronto poi è successo qualcosa e non siamo più partiti. Ciao, Viz.

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domenica 20 novembre 2022

Dopo, più tardi  

Alla sera, quando ancora non sarebbe notte guardando l’ora, le luci sono accese già. Non era così solo un mese fa e in estate iniziava solo in quel momento a scemare il caldo. Un tempo amavo la nebbia, ora non lo so più. Un tempo amavo le luci accese che vedevo nelle case, e quello è rimasto un amore mai tradito.

Ho fotografato molte finestre di case nelle quali non sono mai entrato, quasi ovunque sia arrivato con una fotocamera col buio. Quasi sempre fotografie dal basso a immortalare un soffitto, un lampadario, una libreria, una parete con quadri o con luminarie natalizie.

Sempre immagini rubate per immaginare vite dietro quei vetri.

Adesso quando vengo a trovarti dopo il tramonto ripenso a questa mia debolezza ma poi le luci che vedo sono altre, sono quelle di vite passate. Dopo, più tardi, quando veramente la giornata sarà arrivata alla fine forse troverò un po' di pace, me ne basta poca. A domani, Viz.

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sabato 19 novembre 2022

Un prima e un dopo

Prima è possibile?

Non in quel senso.

E posso fare nulla?

Non è previsto.

Mi vuol dire che il prima non è previsto?

Le voglio dire che il prima era prima, poi è finito. Tutto qui.

E posso distruggerlo?

Neppure quello le è concesso. Può solo tentare di dimenticare.

Non mi ha capito. Volevo distruggere il prima solo per eliminare la barriera tra il prima e il dopo, togliere di mezzo questa cesura che non mi piace, ma ho capito che con lei perdo tempo.

                                                                                                     Silvano C.©   


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venerdì 18 novembre 2022

La stella  

La vedevo poco fa, prima di rientrare a casa. Luminosa, isolata da tutto il resto. Magari non è neppure una stella ma un pianeta. Per me non ha fatto differenza, il punto luminoso mi ha distolto per poco dai miei pensieri neri. Nella notte ogni cosa illuminata, anche di luce riflessa, appare evidente, focalizza l’attenzione ed io avrei bisogno di pensare ad altro, cambiare quello che mi passa per la testa come potrei cambiare l’abito. Una nuova meta, un nuovo motivo, un perché. Chissà se quella stella ha un suo motivo, non lo posso immaginare. Il mio mondo è piccolo, limitato, legato ai miei ricordi ed alle mie esperienze. A volte tento di piegare la realtà alla mia fantasia e m’illudo di riuscirci, altre volte capisco che è solo il caso di adeguarsi. Ieri pensavo alle favole, Viz. In fondo penso ancora a quelle.

                                                                                                     Silvano C.©  
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giovedì 17 novembre 2022

Credere nelle favole  

C’è chi le favole le sa raccontare, anche bene. E poi ci sono quelli che le favole amano ascoltarle, specialmente i bambini ma non solo. Probabilmente io sono tra chi le favole ama ascoltarle più che raccontarle, e magari ci credo pure. Non chiedermi il perché, potrebbe essere più di uno. Probabilmente è il bisogno di sentire storie o di illudermi che quello che non è reale lo possa diventare, a mia misura.

Forse è solo la nostalgia di mio nonno e di quegli anni infantili. Le favole che lui mi raccontava non erano tante e volevo sentire sempre quelle che conoscevo perfettamente e che comprendevano le finte cadute dalle sue ginocchia.

Non so se sia stato un grande affare crescere e perderlo per sempre, la mia prima enorme perdita. Non lo è stato ma non ho avuto scelta, a nessuno del resto viene mai chiesta l’opinione in proposito prima di aggiungere anni agli anni.

Il guaio vero però è che forse non credo più nelle favole, tutto qui, Viz. Ricordo ancora perfettamente quando mi dicesti, a proposito di mio nonno e subito dopo la sua perdita, di non farmi male…

                                                                                                     Silvano C.©  
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mercoledì 16 novembre 2022

  Qualcosa di sbagliato  

Non è corretto. Non è giusto ammirare solo chi cade e si rialza citandolo come esempio e, al contrario, considerare chi cade e non si rialza più come un perdente indegno di rispetto.

Ci sono molti motivi per accettare anche chi cade, e il primo è che siamo tutti destinati a cadere prima o poi quindi siamo tutti futuri perdenti in quest’ottica distorta.

Un secondo motivo è che s’ignora la pietà e così si toglie responsabilità agli altri, si attribuisce ogni colpa a chi cade per un qualsiasi motivo e si sollevano i fortunati dal bisogno di pensare a cosa potrebbero fare per chi ha bisogno di aiuto.

Un terzo motivo è legato alla libera scelta di decidere diversamente e non raramente quello che ci appare dall’esterno come rinuncia a combattere per la vita è solo il bisogno di cambiare prospettiva o modello di riferimento. Resistere su una posizione discutibile è peggio che abbandonare e riaggiustare il tiro. Non si tratta neppure di arretrare, per utilizzare una terminologia militare, ma semplicemente di fare altro che prima si riteneva non adatto.

E poi non bisogna ignorare che arriva la stanchezza, prima o poi anche quella si presenta. Non desiderare di rialzarsi vuol dire in quel caso accettare il proprio destino, a volte anche in modo inconsapevole ma naturale. Resistere diventa in certe condizioni quasi patetico o ridicolo, poco dignitoso e per nulla naturale. Il leone sa ritirarsi quando è arrivata l’ora mentre alcuni esseri umani continuano a voler sembrare giovani e non sanno illudere neppure se stessi.

Dal punto di vista della matematica del probabile si tratta di una semplice curva gaussiana, e la matematica è una disciplina nota per non essere un’opinione.

Buon pomeriggio, Viz, sai perfettamente a cosa mi riferisco ma sono cose nostre.

                                                                                                     Silvano C.©
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