martedì 7 ottobre 2014

Trattamento di fine rapporto


Mi dirai, giustamente, prima ancora che inizi: «Di che rapporto parliamo? Io non ho alcun rapporto di lavoro.»
Ma pur capendo questa obiezione che faccio mia e condivido, mi restano perplessità. E se invece di TFR si ragionasse di LEF (lotta all’evasione fiscale) non sarebbe meglio?
Lo scopo dichiarato è quello di far ripartire i consumi (pessima espressione, perché per me consumare ha quasi sempre una connotazione negativa) e di conseguenza il mercato e gli investimenti che a loro volta produrranno nuovi posti di lavoro. Se tuttavia parte notevole di questo giro di denaro viene sottratto all’Italia ed esportato altrove o nascosto dobbiamo veramente fare affidamento sul nero ed sulla mafia per alzare il PIL? 
Non mi piace poi l’idea che sia lasciata la libertà al singolo di disporre da subito di un capitale che gli dovrebbe venir corrisposto solo alla fine della sua carriera lavorativa, sperando che lo spenda, ovviamente, altrimenti tutta l’operazione non avrebbe senso. Si tratta ormai di ipotecare non solo il futuro di figli e nipoti, come ho già scritto precedentemente,  e che facciamo già da almeno quarant’anni, ma anche il nostro, barattando le poche garanzie ancora residue in cambio di una vecchiaia sempre più incerta: meglio l’uovo oggi, insomma.
Mi spingo ad alcuni esempi, per far capire il mio punto di vista:

·  Io non scelgo questa opzione, altri nella mia posizione lo fanno. Se non siamo stupidi vedremo presto che questo ha conseguenze sul nostro tenore di vita attuale, e faremo confronti, saremo costretti a capire. Si potrà tornare sulle proprie decisioni?

·  Io scelgo questa opzione ed ora risolvo il problema di affitto, bollette, pranzo in pizzeria ogni tanto e libri per i ragazzi. Magari cambio elettrodomestici e compro un’auto. Se compro prodotti stranieri la nostra economia che vantaggi ne trae? Quando poi, tra qualche anno, raggiungerò la piccola pensione che mi spetta, non avrò più i risparmi per quel momento, e diventerò probabilmente un povero, chi mi manterrà? Diventerò un senza tetto o sarà la comunità a doversi far carico della mia sopravvivenza e delle mie cure?

·  Io scelgo questa opzione, ma sono previdente, i soldi miei li gestisco io, quindi li investo in fondi pensione o in altre forme. Diamo accesso ancor di più ai privati nel controllo della nostra economia, invece di avere uno Stato serio che garantisce, per quanto può, ma senza rinunciare al suo ruolo di livellatore di ingiustizie sociali.

Non sono per nulla ottimista su questa per ora ipotesi, che mi sembra pericolosa e depistante allo stesso tempo.
E tutti gli irresponsabili che andranno a giocarsi i pochi soldi in più ogni mese alle slot per tentare così di dare una vera svolta alla loro vita, abbiamo calcolato quanto bruceranno invece di dare una spinta alla nostra economia?
Oggi il giro d’affari legato al gioco d’azzardo si avvicina ai 100 miliardi di € l’anno, ed attualmente ogni maggiorenne spende circa 2000 € l’anno. Il resto sono considerazioni che lascio a te che mi leggi.


                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. le medaglie hanno due facce, ma son opposte.Io non so quale sia quella giusta.Elio A. ha 52 anni e due figli ì, lavora come operaio da tanti anni nella medesima azienda, dice sempre che dal letto è caduto in officina.Il primo figlio è disoccupato, e disperato, la figlia frequenta il Politecnico di Milano al secondo anno, con ottimi voti, ma ottimi costi, perché oltre alle tasse bisogna pensare al vitto e alloggio, la moglie lavorava presso un negozio che ha chiuso all’inizio della crisi.Elio pensa che una parte del TFR sarebbe per lui un aiuto, almeno per un paio di anni ancora.
    Claudio B. ha 32 anni, operaio in una ditta, spende e spande tutti i sabati sera la sua paga. Pensa che il TFR sarebbe un bel modo per spendere maggiormente.
    Sonia C. lavora come impiegata presso una piccola azienda, convive, con un’altra donna, sa di essere non sempre ben vista.ha un mutuo da pagare e con fatica, il TFR sarebbe un aiuto, almeno per pagare una parte di rata mensile.
    Luigi D. ha ereditato dal padre una piccola ferroidraulica, con 6 dipendenti.La sua visione del lavoro era più grande, pensò di assumere altro personale, e ora è a 25 operai e una impiegata. Ma la crisi morde.Luigi pensa che deve investire denaro per modernizzare la ditta, e decentralizzare il lavoro. Chiede finanziamenti in banca, ipotecando non solo il capannone ma anche la casa dove abita.
    Pagare il TFR per lui ora sarebbe un dramma…
    Deve decidere lui e la sua banca che fare…se continuare o chiudere…i suoi dipendenti si chiamano Elio,Claudio, Sonia…..
    La sua crisi è la crisi di tutti.
    grazie.

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    1. come dici giustamente le medaglie hanno 2 facce. io direi in questo caso non si tratti neppure di una medaglia, ma di un solido con tante facce, troppi sono i casi possibili che neppure tu citi.
      Elio spero che, se otterrà il TFR in busta paga, possa in seguito ricostituire il suo risparmio per la vecchiaia, a meno che non pensi di essere aiutato dai figli.
      Claudio B è un irresponsabile e non pensa al suo futuro.
      Sonia C guadagna troppo poco già ora, ed il TFR in busta paga non farà che spostare in avanti un problema gravissimo senza risolverlo. dovrà affrontarlo quando, con l'età, avrà anche problemi di salute. situazione nera, in altri termini.
      Luigi D, che dovrebbe essere il più difeso di tutti dallo Stato, perchè da lui dipendono pure altre persone e non perchè mi sia più simpatico degli altri, da un TFR tolto dalla sue disponibilità verrebbe semplicemente demolito, e con lui la sua e le altre oltre 20 famiglie.
      in altre parole l'idea del TFR in busta paga è un'immensa ed ingiustificabile idiozia populista. non risolve ma sposta il problema nel migliore dei casi, nel peggiore invece lo rende irrisolvibile e lo aggrava.
      ribadisco. i soldi si devono prendere non dal TFR, ma da altre parti, aggiungendo risorse dove mancano e facendo emergere quelle che vengono nascoste o esportate (o sprecate dalla PA). se io chiedo l'elemosina e sopravvivo male non è dandomi oggi anche quello che potrei avere domani che vengo aiutato, perchè domani, senza più nulla, sarò costretto al suicidio o morirò di fame. il problema tuttavia è enorme, e pure nei paesi nordici, dove lo stato è più assistenziale del nostro, le cose stanno peggiorando. e paradisi fiscali e tassazione differenziata in Europa non aiutano certo noi italiani a superare le nostre difficoltà. gli italiani furbi (cantanti, attori, industriali, politici, stlisti, professionisti con disponibilità etc) ne approfitteranno, alla faccia dei disoccupati e sottopagati nel nostro paese. la delocalizzazione poi è un altro tassello del problema. ma qui finisco, perchè mi deprimo ad ogni parola che scrivo... grazie però anonim*...vorrei che la tua e la mia paura venissero smentite dai fatti oggi stesso... Silvano (scusa se sono prolisso...ma la cosa è enorme, secondo me, e supera il semplice tema del post...)

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