mercoledì 1 ottobre 2014

Auguste Gusteau: «Chiunque può cucinare!»


Premessa
Il film al quale mi richiamo per introdurre il discorso è il Premio Oscar per l’animazione 2008. Riconoscimento meritato, sotto molti punti di vista, e volutamente evito qualsiasi altro riferimento o estensione a teorie simili o assimilabili espresse da esperti in campi molto diversi, ma in realtà è a queste ed a questi che alludo, perché amo esprimere le idee in modo indiretto e sottotraccia. 
Aggiungo che non cerco l’esposizione mediatica, altrimenti renderei pubblici dati personali completi ed altre indicazioni private.

Tesi
«Chiunque può cucinare!» è la frase dalla quale parto, e poiché io a fasi alterne amo cucinare la cosa mi interessa e la modifico subito così:
«Chiunque potrebbe cucinare!».
Da affermativo io trasformo il testo in condizionale.

Prima di tutto occorrono passione ed interesse per poter fare una cosa, e se questi mancano difficilmente i risultati saranno positivi. L’interesse può essere presente sin dall’infanzia o sorgere in seguito, questo non fa differenza, ma deve esserci. Un piatto cucinato controvoglia e per semplice dovere non saprà mai trasmettere quello che dentro non ha.

Poi occorre tempo, non si impara in due giorni a cucinare, ed il tempo occorre rubarlo ad altro, sacrificando attività sportiva, leggere, lavorare per guadagnare (cuochi esclusi, ovviamente), navigare in rete, guardare la televisione, passeggiare, fotografare e così via.

Si deve anche essere disponibili a fare errori, a sperimentare, a seguire le ricette e anche ad ignorarle quasi del tutto, a modificare ingredienti e dosi, a giocare, in altre parole. Solo divertendosi si può imparare a cucinare, altrimenti diventa un lavoro, un dovere.
Un giorno volevo cucinare per alcuni amici che avevo invitato a cena come piatto forte uno spezzatino con le patate. Quando ormai non avevo più la possibilità di uscire per comprare quello che mi serviva, convinto come ero di avere tutto quanto, mi resi conto con terrore che in dispensa ci stavano solo un paio di patate, due, piccole e pure bruttine.

Tutto il resto per il primo, qualche contorno extra, la frutta ed il dolce, oltre al vino ovviamente, non mi mancava, solo le patate. L’occhio mi cadde sulla cassetta delle mele e così nacque lo spezzatino con le simil-patate, cioè con le mele. Aggiunsi le mele a cottura quasi ultimata, ovviamente, ma la cosa mi riuscì bene, stupì i miei ospiti ed ebbe pure successo. Alcuni anche mesi dopo ricordavano l’episodio, e recentemente mio figlio, in una delle rare occasioni nelle quali usciamo a pranzo assieme, ha ordinato in un ristorante un piatto molto simile a quello mio di tanti anni prima.

Servono poi un po’ di soldi, anche se si cucinano piatti poveri, perché non sempre i prodotti adatti per la cucina sono economici, in particolare se si desidera provare con idee nuove, ogni tanto. Quindi tutti potrebbero cucinare avendo a disposizione anche un minimo di disponibilità economiche.

E per finire chiunque potrebbe cucinare in modo “normale”, non certo da grande chef, per familiari ed amici, dando per acquisite le condizioni precedenti, a condizione di non montarsi la testa invece della panna, di non parlare in seconda persona plurale come fanno troppi cuochi che hanno imparato ad esprimersi non ho mai capito da chi (forse in certe scuole alberghiere o da certi programmi televisivi ?) e di cucinare soltanto, quando capita qualche occasione, i piatti che si conoscono, senza usare gli invitati come cavie se non per una parte minima o limitata del pranzo o della cena. In altre parole, occorre sempre mettere in conto la possibilità che a qualcuno non piaccia qualche cosa, malgrado noi amiamo pensare a noi stessi come bravi cuochi.

Conclusione
Diventare un professionista della cucina è tutto un altro discorso, e non basta per nulla saper cucinare come ho descritto. Tra i due mondi c’è la stessa differenza che passa tra chi scrive su un blog piccole cose e chi invece pubblica libri apprezzati e venduti, godendo perciò di (più o meno) meritata fama.

                                                                                     Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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