martedì 21 maggio 2024

Ci sono possibilità inesplorate

Non sono in grado di approfondire, non ne ho conoscenze né competenze, ma mi ha colpito sapere che nel mondo quantistico c’è qualcosa di reversibile, con tutte le conseguenze del caso. La fantasia mi permette di ricamarci sopra liberamente e per una volta non si tratta solo di fantascienza, ma di vera scienza. Da ignorante quale sono devo fermarmi, aspettare, avere altre spiegazioni più al mio livello e sognare. Sai perfettamente dove vorrei arrivare però, tu lo sai. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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lunedì 20 maggio 2024

Vivere in superficie

Apro il cassetto e prendo il primo strofinaccio, quello che mi serve, quelli sporchi sono pochi e sono già pronti nel cesto della biancheria da lavare. Nell’armadio la camicia che voglio mettere è esattamente quella, e i prossimi giorni so già quali indosserò e quali invece sono da lavare. Sempre poche, meno di una decina, le solite. Per i libri stratifico in modo indicibile e non trovo mai quelli che ricordo di possedere e so di aver messo da qualche parte, ma non c’è verso di trovarli se non quasi per caso, a parte quelli di uso più costante, non troppi. Con le attrezzature da cucina la stessa cosa. Un tempo, con te e con più desiderio di provare e assaggiare piatti nuovi, avevo mille attrezzi che col tempo ho smesso di usare. Alcuni hanno sempre avuto un’utilità dubbia, altri sono stati acquisti poco oculati ed altri ancora regali non sempre ideali. Ma ricordi quando andavamo in vacanza e ci portavamo appresso praticamente la casa intera? Col camper ci sembrava normale, poi finivamo per indossare sempre la stessa biancheria e le stesse magliette perché la sera lavavo ciò che avevamo indossato di giorno e, il mattino dopo, tutto era asciutto o quasi. Avevamo persino il piccolo ferro da stiro, credo mai usato. La cosa che pensavo raccogliendo il bucato ormai da riporre perché il sole non è mancato dopo averlo steso, è che io stratifico, e un tempo stratificavamo assieme, accumulando oltre il necessario e senza mai disfarci di ciò che non usavamo quasi più. Ogni tanto, lo ammetto, qualche angolo di casa lo affronto e butto o riciclo. La realtà è che ancora oggi vivo accontentandomi della superficie, solo raramente mi spingo sotto, non sono un geologo. Coi ricordi è diverso, insisto a scavare molto oltre il consentito dalla sanità mentale, ma in quel caso mi ritengo un basagliano autoassolvendomi. Ciao, Viz.

                                                                                                              Silvano C.©

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domenica 19 maggio 2024

Fermarsi in tempo

Scavare sia realmente sia metaforicamente è un’attività che non disprezzo, anche se la coltivo in modo poco razionale e lasciandomi prendere da amori o semplici infatuazioni casuali e scordando ciò che sarebbe più importante. Approfondire e capire un rapporto solitamente mette al riparo anche gli altri da possibili delusioni, e purtroppo questo mi è successo sin da giovane con persone fondamentali, a partire dalla mia famiglia. Scavare in questo senso significa cercare un nesso, entrare in empatia e immedesimarsi nei pensieri altrui superando l’immancabile egoismo centripeto, del quale sono un campione. Poi qualcuno dirà che anch’io sono stato ripagato con moneta simile, ma questa è altra storia. A volte è necessario scavare nelle vite altrui, magari limitandosi ad approfondire solo con poche persone ma senza dimenticare, almeno un po', nessuno. E scavare anche dentro di me, ovviamente, magari con l’aiuto esterno di amici e occasionalmente di professionisti. Ricordi, ne sono sicuro, di quando ti spiegavo che secondo me era meglio un amico di uno psicologo, ma questo ormai fa parte del nostro comune passato. Scavare necesse, potrei dire, e mi viene da aggiungere una postilla, che è quella di sapersi fermare in tempo. Nella realtà è logico scavare la terra sino a quanto serve per le fondamenta, per la fossa, per un piccolo canale di scolo. Anche in una ricerca in biblioteca quando si è trovato ciò che si cercava si smette di sfogliare libri sul tema e si passa ad altro. Nella metafora è bene fermarsi quando si arriva allo strato roccioso oltre il quale non è utile andare per non farsi male o per non far male agli altri. Occorre accettare l’imperfezione, bere l’acqua anche se contiene qualche impurità perché l’acqua distillata va bene per il ferro da stiro a vapore ma non per dissetarsi. Ciao, Viz.

                                                                                                              Silvano C.©

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sabato 18 maggio 2024

Qualsiasi cosa, ma fatta bene

Stare in coda per ore al posto di un altro non era il massimo per realizzare grandi sogni ma lo aiutava a distrarsi, non richiedeva troppo coinvolgimento emotivo e gli permetteva di sopravvivere. Anche se sarebbero state necessarie maggiori assicurazioni sul futuro non le giudicava ancora impellenti, la vita era lunga e ogni cosa sarebbe venuta al momento giusto, prima che diventasse troppo tardi. Il contratto in nero che stabiliva ogni volta era semplice, persino elementare e sempre verbale. La giudicava una fase di transizione della vita, di attesa o passaggio; di sicurezze non era in grado di ottenerne da nessuno. Senza una casa propria né un rapporto sentimentale serio, senza amici che lo completassero come avveniva solo due anni prima si immergeva in piccoli impegni senza prospettive che, non capiva come mai, trovava con grande facilità. Sembrava che ci fosse una sorta di passaparola sotterraneo e che il suo numero di telefono, il solo punto di riferimento lavorativo che aveva, fosse sufficiente a dargli impegni settimanali irregolari ma tali da riempirgli il tempo. Scarpe da ginnastica, jeans e felpa anonima senza cappuccio né scritte. Non indossava mai nulla di appariscente ma era sempre pulito, in questo la famiglia lo aiutava, oltre a dargli una stanza e un letto. Per tutto il resto si affidava alla giornata, al caso e alle necessità di chi lo contattava. Aveva la patente ma non l’auto che costava troppo. Accompagnava chi voleva visitare la città facendo da guida perché la conosceva bene, e magari era suo ospite a pranzo o a cena. Faceva code in qualche ufficio pubblico, anche se sempre più raramente. Si spostava in treno per far arrivare di persona oggetti di valore che i mittenti non affidavano a corrieri tradizionali, e sempre piccole cose, nulla di illegale. Per due settimane si era finto il figlio di una signora, giunta ormai alla fine, perché il vero figlio non voleva far sapere che in realtà della madre non gli interessava nulla e aveva di meglio da fare. Ancora non aveva svolto il ruolo di controfigura di un politico, ma chissà. E intanto conosceva occasionalmente persone che non avrebbe forse mai più rivisto. Cominciava a farsi venire qualche idea per una professione più tradizionale ma, una dopo l’altra, le scartava tutte. Raramente poi trovava qualcuno che gli chiedesse cosa faceva per vivere, e i suoi avevano imparato a non fare domande. Questo succedeva in un mondo irreale che a volte qualcuno si azzarda a descrivere con parziali riferimenti a vite conosciute, temute o solo immaginate.

Ciao, Viz. Nulla da aggiungere, per oggi.

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venerdì 17 maggio 2024

Affronta maggio con coraggio

Da anni non ricevo un tuo sms, da troppi anni e per il noto motivo, mi spiace aver cancellati quelli che mi mandavi. Mi spiace molto di più però non poterti telefonare ancora o ricevere le tue telefonate. Non so in alcun modo come recuperare quei giorni, la finzione non basta e il ricordo si ferma davanti ai dubbi e alla paura di essere incompleto. In effetti poco alla volta tu ti allontani e io ti sostituisco con le immagini che richiamo e in parte reinvento. Il dialogo fittizio che continuo, so che lo è, mi è necessario e allo stesso tempo controproducente. Creo invenzioni e falsi episodi, o semplicemente li altero. Credo che nulla sia più inutile del lottare contro il tempo o contro i fatti che sono già avvenuti. Ricordo il tuo sorriso perché ne ho le prove, come ricordo la tua tristezza per lo stesso identico motivo. E cosa mi succede ieri? Che ricevo un sms che inizia testualmente con “Affronta maggio con coraggio”, e poi continua con un’offerta commerciale. Ma perché non me lo hai mandato tu invece? O magari lo hai fatto, e non me ne rendo conto. Ciao, Viz.

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giovedì 16 maggio 2024

C’è nessuno?

“Prima di scendere prendi le chiavi, che poi se esco pure io tu non entri”. Questo dicevo e pensavo, ma era una vita fa. Quando rientravi tu eri solita chiedere “C’è nessuno?”, e pure questo avveniva una vita fa. Ora il tuo posto, letteralmente, a volte lo occupa una gatta. Lei non è consapevole di quello che è avvenuto prima, e del resto non solo i gatti ma anche le persone non sanno molto di chi è passato prima di loro magari negli stessi posti. Sono convinto che, ad esempio, se fosse possibile per qualcuno tracciare tutti i percorsi a piedi a Venezia realizzati nel corso degli anni e visualizzarli su una pianta della città si creerebbe un groviglio di nodi nei quali le linee si incrociano e magari per certi tratti si sovrappongono. E se poi prendessi tutte queste cartine con le visite a Venezia di più persone, come quelle di mia madre e mio padre, le mie, le nostre assieme, le tue prima di conoscermi e via continuando sarebbe impossibile distinguere chi e quando è effettivamente passato in quella stradina o su quel ponte. Ecco perché la gatta quando sceglie quel punto del divano, della poltrona o del letto obbliga le linee del tempo e la memoria a capire che chi c’era allora e ora non c’è più, mentre la stessa memoria vorrebbe sovrapporre e non rimuovere mai nulla, a costo di mantenere talmente tante informazioni da renderle tutte quasi inutili, come dopo aver esagerato nella visita ad un museo ed aver visto troppi quadri che poi si confondono tra loro e si perdono, come se non si fossero mai visti. Le persone alla fine sono così? Destinate a sparire comunque? Anche se si sono conosciute, amate, frequentate, vissute? E noi con loro, ovviamente, perché nulla, lo so, mi rende diverso in questo da te a da tutti quelli che non ci sono più. “C’è nessuno?”. Io per adesso ci sono, e tu?

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mercoledì 15 maggio 2024

Ferie passate

Ciao Viz. Ci sono serate azzurre e serate di colori diversi, le vedi anche tu, non so da dove le osservi ma non può che essere così, se te lo dico e mi ascolti. Io per abitudine guardo le previsioni del tempo che, puntualmente, sono approssimative e a volte semplicemente mi tradiscono. Un po' come leggere gli oroscopi, che prevedono o danno idea di quanto succederà prima che succeda. E su questi taccio, anche se occasionalmente li leggo. Tu li leggevi e ti ci divertivi. Non ci credevi ma li leggevi. Il fatto che io li legga e non li abbia mai presi sul serio si deduce facilmente dal fatto che non ho mai veramente affrontato il problema di tenere da parte gli oroscopi passati e di verificare ciò che è poi avvenuto. Semplicemente non ne vale la pena. Sono altre le cose che contano, e a volte ti confesso che un po' perdo l’orientamento. Il mese di maggio intanto è passato per metà, coi suoi maggiociondoli, con l’attesa di un tempo della fine delle scuole, con i progetti che si facevano per le ferie estive e il pensiero rivolto alle novità che non è mai venuto meno.

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martedì 14 maggio 2024

Libri mai scritti

Gli amori tra le formiche sembra siano cose folli, vere e proprie ammucchiate che quando iniziano creano lunghe file che è impossibile non aver mai notato, ma quello che poi fanno realmente non è stato ancora scritto. Alcuni, che si spacciano per entomologi, vagheggiano di una formica regina che produrrebbe uova per tutta la vita ma è evidente che si tratta di una forma di autocensura per non ammettere che loro se la spassano molto più di noi. La regola empirica in questo caso è che più si è piccoli più ci si diverte.

Tra le crepe del muro ci sono interi mondi abituati a vivere nella penombra o nel buio quasi completo. Sono mondi smisurati, inimmaginabili per chi non ci vive, fluidi e col sapore di albicocca.

Dopo aver inventato sé stesso si compiacque e si premiò concedendosi il primo premio. Nella motivazione citò esplicitamente il fatto che nella gara era arrivato al traguardo con un distacco assoluto su tutti gli altri, che in effetti non aveva mai visto. Decise che la sua era una condizione perfetta, priva di inutili distrazioni, invidie, confronti, delusioni e sconfitte.

L’enciclopedia completa di Augusto Formentera, uomo di frontiera, con tutte le voci in rigoroso ordine alfabetico che descrivono la sua vita intera a partire dal concepimento, che per alcuni non è ancora vita, sino all’ultimo respiro prima della morte, che per altri non è neppure la fine. Il dubbio, acquistando quest’opera in 330 volumi, è se non convenga prenotare anche i supplementi sul dopo la morte del Formentera.

Il più bello ancora non so se l’ho letto, immagino che possa succedere anche questo. Ciao, Viz.

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lunedì 13 maggio 2024

Polpetta

Ingannare non significa sempre tradire la fiducia. S’inganna per amore e per gioco, si fa per scherzare e prendere bonariamente in giro. Se si fa credere a qualcuno di essere bello in fondo non si tratta neppure d’ingannare perché la bellezza è una qualità soggettiva, non quantificabile anche se è codificata da parametri locali, sociali, culturali e storici. Si può anche ingannare dicendo di amare senza pensarlo veramente ma per stare maggiormente vicini, e anche questa è una forma d’amore. Gli altri inganni non mi piacciono, le menzogne cattive e utilizzate in malafede dovrebbero avere la cortesia di tornare al mittente. Ingannare dicendo che nella polpetta non ci sono verdure non è sbagliato, probabilmente è solo amore. Esattamente come regalare un fiore, un gioiello, un cioccolatino. E poi il nome Polpetta mi piace, è allegro. Ieri incontrando una vicina che vedo raramente col suo cane le ho detto che quando la vedo mi mette allegria. Ha sorriso, io non ho aggiunto altro e abbiamo proseguito la nostra strada. A volte succede anche questo. Ciao, Viz.

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domenica 12 maggio 2024

Perché?

La risposta non c’è. Non una sola almeno e le mie possono essere condivisibili o ritenute strane, stupide, ingenue, superficiali e anche peggio. Ma sono le mie. Ne voglio elencare alcune, in assoluto disordine come mi escono secondo loro premura, in parte accalcandosi all’uscita come avviene talvolta al cinema o al teatro finito lo spettacolo. E la prima risposta è quella che ho appena scritta. Un’altra è che questo mi permette di evitare sedute da una o uno bravi, che mi ascoltano e cercano di farmi capire quello che già so di me senza esserne consapevole. Poi non voglio dimenticarti, e parlando con te ogni giorno, a volte divagando senza un vero filo conduttore, ti trattengo. Qualcuno potrebbe definirti fantasma, ectoplasma, invisibile, assente, morta, idealizzata, amata più adesso di quando sarebbe stato il momento migliore, tutto giusto e tutto parzialmente sbagliato. Sicuramente tra i perché non c’è quello di sentimi originale, non lo sono mai stato e non posso esserlo neppure in questo caso. Rubo idee ai libri che leggo, ai film che vedo, ai discorsi che mi capita di ascoltare, a quanto mi dicono gli altri, alle notizie che mi arrivano, rubo a tutti qualcosa e so che anche gli altri lo fanno. Chi ruba di meno vuol dire che ha lavorato molto e ci ha aggiunto del suo, ma è sempre partito dal lavoro non suo, dopo averlo visto e approfondito. Ecco spiegati alcuni motivi, Viz. Poi ce ne sono altri ovviamente, che possono riguardare sensi di colpa, riconoscenza, ricordo, anore, desiderio di ricominciare come se nulla fosse e tanti altri, praticamente in un numero indefinibile e crescente. E poi mi piacerebbe che ogni cosa finisse bene, e questo per ora è l’ultimo perché.     

                                                                                                                    Silvano C.©

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sabato 11 maggio 2024

non ragioniam di lor, ma guarda e passa

La giusta reazione a un insulto o a una provocazione è ignorarli. Fingere di non aver sentito è sbagliato perché potrebbe spingere chi ha iniziato a continuare anche solo per il dubbio di non essere stato udito. Bisogna invece ignorarli ma dar segni di aver perfettamente capito il senso delle parole. Ognuno poi deciderà se affidarsi a uno sguardo, a un atteggiamento, a un’alzata di spalle o semplicemente girarsi dall’altra parte. Cadere nella trappola della risposta mette a rischio la propria credibilità e la propria autostima, che vanno difese con altri mezzi. Solo in un caso è ammessa la risposta verbale, cioè quando si possiede l’argomento definitivo, quello in grado di zittire ogni possibile reazione. Possono venire in aiuto la propria cultura, le abitudini personali, la capacità innata di rispondere prontamente mentre giocano sempre a sfavore la poca lucidità indotta dal sentirsi attaccati più o meno ingiustamente, la stanchezza fisica o un particolare periodo di insicurezza e crisi dovuta a fattori diversi. Non si tratta di gioco d’azzardo nel quale alcuni sanno solo alzare la posta sino a scoprire che era meglio perdere poco invece di perdere tutto. E neanche di movimenti preparatori ad un altro tipo di aggressione, stavolta fisica. Secondo un noto generale statunitense, in caso di attacco bellico la prassi vuole che chi attacca abbia almeno forze in quantità tripla rispetto a chi viene attaccato, ma non sempre chi scatena una guerra poi figura tra i vincitori. Un insulto o una provocazione tuttavia non sono l’inizio di una guerra, un momento di una partita a poker, è semplicemente l’azione sbagliata di chi così dimostra la propria debolezza. Perché stare a questo gioco assurdo allora? Ciao Viz. Questo me lo hai spiegato in mille modi diversi. E quando si giocava sul serio sapevi dove stare.

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venerdì 10 maggio 2024

Tutto ciò ci cui hai bisogno

So di un uomo, un artista, che s’innamorò di una donna, la sposò, ebbero due figli e poi lei morì giovanissima. In realtà lei per lui non è mai morta. Da quel momento in ogni occasione l’ha evocata, descritta, richiamata in mille modi. Non so dire come l’abbia pensata e magari sognata, questo la sua biografia non lo spiega. Le notizie su di lui aggiungono che non troppo dopo sposò la sorella della moglie morta, che anche da lei ebbe figli, che la sua fu una famiglia numerosa con molte donne, tutte importanti per lui, forse mai come la sua prima moglie presente quasi come fantasma in ogni momento nei lunghi anni che lui ha vissuto. Quella donna, da quel poco che so, era molto bella, ma questo non giustifica nulla del suo amore per lei, o lo fa solo superficialmente. Posso, apparentemente senza un legame logico, aggiungere che in una piazza ho visto un uomo con un violoncello, immobile. Ad un certo punto si è avvicinata una bambina con un flauto dolce, uno di quelli economici usati dagli studenti a scuola, che ha accennato ad alcune note alle quali il violoncello ha risposto, a suo modo. Il dialogo a due è continuato sino a quando è arrivata una donna con un violino, e si è aggiunta formando un trio proseguendo il tema già iniziato. Da quel momento nulla ha fermato tutti gli altri strumenti che stavano non lontano, in attesa, che si sono aggiunti sino ad arrivare a formare una vera orchestra. E assieme hanno innalzato letteralmente al cielo le note di una sinfonia immortale, che resterà dopo che ognuno di loro sarà sparito, come è sparito il compositore e come sono scomparsi i mille e mille esecutori di quel pezzo diventato patrimonio dell’umanità. E cosa lega questi due fatti, queste tante vite, cosa fa sì che in qualche modo la speranza possa ancora avere una possibilità? Evidentemente è l’amore, e tutto ciò di cui hai bisogno è amore. Ciao Viz.

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giovedì 9 maggio 2024

Se un giorno sembra sbagliato

Tra le cose più belle che ho avuto la possibilità di vivere mi tengo care tutte le volte che ti ho accompagnata in visite mediche o in ospedale, e allo stesso modo tutte le altre volte nelle quali sei stata tu ad accompagnare me. Qualcuno dirà che sono altre le cose che varrebbe la pena di considerare al posto di queste, come la prima volta, i primi giorni, le vacanze, le feste anche con gli amici, i regali, e via continuando. E chi intende scordare nulla? Solo che ritengo sottovalutate certe esperienze che alcuni tendono direttamente a rimuovere. Pessima decisione. La vita è un complesso inestricabile di realtà e di emozioni, di speranze e delusioni, e anche il dolore fa parte dell’equilibrio che alla fine deve comunque tornare, o almeno credo. Vorrei solo fare un collegamento fuori tema per spiegare meglio. Fui militare di leva quando la leva era obbligatoria e in quel periodo era normale tra i miei commilitoni, nella piccola caserma veronese nella quale fui mandato, contare quanti giorni mancavano all’alba. E l’alba era il giorno nel quale si sarebbe stati congedati, e la vita quindi sarebbe ripresa. La cosa non mi convinse per nulla, trovavo stupido questo modo di dare più o meno importanza ai giorni. Anche il periodo di leva era vita e meritava la necessaria attenzione, non si trattava di giorni da far finire in fretta per poi riprendere a fare ciò che si faceva prima. Sarà che prima non è che avessi fatto chissà quale vita stupenda, anche se molte cose in effetti le feci, ma ero convinto, come lo sono ora, che ogni tassello ha un suo posto ed è destinato esattamente a quello. Per dirla in modo diverso, e dimenticando i mesi da militare, a determinare il senso della vita è esattamente e solamente l’amore, in tutte le sue forme. A volte il problema è la mancanza di amore, ma quello che ho avuto lo posso conservare e far fruttare staccando una cedola di tanto in tanto senza dissipare il capitale. Se tu fossi presente e viva ora però sarebbe meglio, è evidente. Ciao Viz.

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mercoledì 8 maggio 2024

Il Sole non è una lampadina

Ti ho chiamata ma non hai risposto.

L’ho fatto per due volte, e non ti ho sentita.

Se dovessi dire dove stavo e cosa facevo non potrei, ricordo solo una finestra e un giroscale. Pensavo di aver scordato una luce accesa nel giroscale ma si trattava solo del riflesso del Sole rossastro, forse nel pomeriggio o al tramonto.

Dove tu fossi esattamente neppure potrei dirlo, o c’eri ed eri lì attorno oppure semplicemente sentivo la tua assenza. Ti ho chiamata in modo disperato, come se sapessi già che non solo non avresti risposto ma che non c’eri. E perché è successo tutto questo?

Il capodanno del millennio non avrebbe dovuto portare novità e meraviglie, realizzare speranze e allontanare dolore, morte, malattia e ogni altra maledetta sfortuna? Evidentemente no. Il nuovo millennio non aveva intenzione di mantenere nessuna delle false promesse che ci eravamo illusi di percepire.

Ed è così che è andata. La casa col giroscale ingannevole era quella della mia infanzia e allora neppure ti sapevo esistere. La situazione era semplicemente un sogno. Quando tu ormai rispondi lo fai solo durante i miei stati d’incoscienza. E quel capodanno a cavallo tra XX secolo e anno 2000 è avvenuto troppo tempo fa, ancora davo importanza ad alcune cose. Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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martedì 7 maggio 2024

A tavola o a vivere?

Sulla tavola ci sono piatti forti e contorni. Se il pranzo si consuma al ristorante ed è ben curato ogni portata sa stare al suo posto e nessuna prevale sulle altre se non per il gusto personale che il ristoratore tuttavia non può conoscere quando il cliente è occasionale. In quel caso la sapienza è nascosta in un menù non rigido e sufficientemente variato per permettere all’ospite di modificare secondo le proprie preferenze o alcuni immancabili rifiuti l’insieme del pasto. Solo in alcune occasioni molto speciali ci si lancia ordinando antipasti, primi, secondi con contorni, dolci e frutta, liquori e quant’altro, e magari in quei casi si esagera anche con i vini. Quando il pasto è consumato in famiglia o tra persone che conoscono i gusti degli invitati magari l’ampiezza delle scelte è quasi inesistente ma ogni piatto rientra a pieno titolo nella tradizione e nel gusto personale, si tratta allora semplicemente di dosare e saper limitare o esagerare a seconda dei casi e delle occasioni. L’analogia tra un pranzo e la vita in fondo è tutta qui. Esattamente come in casa o al ristorante abbiamo davanti scelte sulle quali possiamo intervenire solo dopo che la cucina ha prodotto il risultato. La vita ha preparato le cose e noi, se siamo fortunati, possiamo decidere di preferire l’una o l’altra. Faremo la scelta giusta? E se invece avessimo scelto l’altra strada? In effetti tuttavia la vita, a ripensarci, non è facile come un pranzo nel quale scegliere i piatti. Capito mi hai? Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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lunedì 6 maggio 2024

Capito mi hai?

Ascoltando le parole di un sardo in un programma televisivo mentre sostiene che a comandare sono le donne viene un po' da sorridere, ma mica troppo. In certi ambienti le donne sanno cosa fare meglio degli uomini, magari non tutte, ma la maggior parte di loro sì. E poi ci sono i casi personali. La mia libertà e le mie capacità decisionali, delle quali a volte mi sono pavoneggiato, sono poca cosa, non sempre realistica nè obiettiva; oltretutto sono spesso in attesa di conferme esterne. Questo è il fatto. Da solo conto poco, l’insicurezza è sempre pronta a rialzare la testa e il passaggio dall’euforia al morale a terra avviene in un battito di ciglia. Io non sono sardo ma ammiro i sardi, la Sardegna è una terra che pur non conoscendo a fondo mi attira, mi affascina e, guarda caso, nostro figlio porta con sé parte del patrimonio ereditario genetico sardo. Non sono sardo ma condivido quelle parole ed ammetto che non è vero che mi facciano sorridere, mi commuovono invece. Senza la tua presenza troppo breve lungo il mio percorso sarei stato peggiore, e non so se tu comandavi, l’espressione è pessima, sicuramente sapevi dare le dritte. Ovviamente qualche volta non erano perfette, magari pure sbagliate, ma sai quanto avrei sbagliato io se avessi preso da solo certe decisioni? Vabbè. Tornerei in Sardegna con te se potessi. Quando qualcuno dice che non c’è due senza tre magari ha pure ragione. Capito mi hai? Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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domenica 5 maggio 2024

yogurt all'ananas

lo yogurt all'ananas è ottimo, e chi pensa il contrario? Io preferisco quello magro senza frutta, bianco insomma, ma per te compravo volentieri quello all'ananas. Quando non lo trovavo lo chiedevo e poco alla volta ovunque mi recassi a fare spesa lo yogurt all'ananas era sempre disponibile. Probabilmente poi iniziò a piacere a molte persone, non solo a te, e ancora adesso lo trovo facilmente in vendita e di varie marche anche se da anni ormai non ne compro più. A te fare la spesa non piaceva, a me è sempre piaciuto, e quasi mai ho fatto uso di una lista per non scordare qualcosa. Ci sono differenze nei gusti e nei comportamenti che diventano ricordi con un peso simile a quello di una targa in marmo posta sulla facciata di un palazzo. Ovviamente quella targa la vedo solo io, ma la vedo. E su quella targa ci sono incisi lo yogurt, le sigarette, il giornale, il salame di Felino, i mille libri cercati e trovati, alcuni piccoli gioielli etnici e tante altre cose. Quella targa è una specie di elenco dei caduti durante la guerra, ricorda una storia che prima o poi verrà dimenticata. Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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sabato 4 maggio 2024

Guide

Posseggo da decenni guide turistiche in un disordine che, se potesse, mi sgriderebbe (il disordine intendo, non capendo che se riordinassi lui sparirebbe). Alcune guide sono in alcuni scaffali dove so ritrovarle e altre invece stanno in scatoloni sui quali magari a suo tempo ho scritto date e luoghi, ma poi non tutte trovano spazio su scaffali e in scatoloni ben definiti, alcune viaggiano liberamente e non si fanno trovare. Ora è comico pensare che una guida di viaggi decida di viaggiare per conto suo, pur restando tra le mura domestiche, magari attribuisco ad un piccolo volume capacità che non gli competono mentre invece sono io che, di notte, mi alzo e sposto le cose ad occhi chiusi per essere sicuro di non ritrovarle più. Sia come sia i misteri casalinghi sono certi, esattamente come sono sicuro del mio disordine. A giorni alterni e ben distanziati sistemo qualcosa, pochissimo per non rovinare l’insieme, e riordino un piccolo spazio. Poi cedo all’indolenza e attendo un’occasione scatenante per affrontare nuovamente la faccenda. Ammiro il vuoto di alcuni spazi abitativi da rivista di alieni non umani, mi affascina l’idea che qualcuno possa vivere in questi ambienti esattamente come resto incantato davanti ad uno spazio museale dove non è previsto che qualcuno ci dorma, ci mangi o faccia ciò che ognuno può immaginare. Bene. Ho accanto a me uno scatolone di non eccessive dimensioni sul quale ho scritto a pennarello: Grecia, Jugoslavia, Spagna, Portogallo e Danimarca. Non soddisfatto ho anche scritto, sotto, aprile ’96. Lo scatolone l’ho spostato già una settimana fa. Poi l’ho rispostato. Dentro esattamente che guide ci sono, se ci sono guide e non semplici opuscoli? Perché trovare risposte a domande facili quando la vita pone domande estremamente difficili? Ciao Viz. Quando si parte?

                                                                                                            Silvano C.©

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venerdì 3 maggio 2024

Un topolino

Se il topolino si sente solo si rifugia in una tana nella quale non ha neppure spazio per muoversi tanto è gremita, e viene circondato da altre centinaia di topolini in cerca di compagnia. Quando sente il bisogno di libertà invece esce dalla tana e si muove con prudenza attorno ai suoi soliti posti, e se è buio sale in un punto dal quale può guardare in alto ma facendo attenzione ai rapaci notturni e ai predatori terrestri che se lo mangerebbero molto volentieri. Ha visto altri topolini sparire così, sa che potrebbe succedere e ha un po' di paura. Immagina di avere la capacità di volare come gli uccelli ma lo immagina soltanto, in realtà soffre di vertigini. In una delle sue uscite notturne incontra un gatto nero e non si rende subito conto di essere vicino a lui perché il gatto resta immobile e nascosto da un cespuglio. Probabilmente il gatto è anche controvento perché non ha avvertito alcun odore, ma questo significa anche che il gatto ha perfettamente capito che è presente il topolino, anche il gatto sa annusare perfettamente attorno a sé. Il topolino rimane immobile, non avrebbe alcuna possibilità di sfuggire se il gatto volesse azzannarlo, ma non lo fa. Lo guarda invece, evidentemente non ha fame né voglia di giocare con lui tormentandolo, semplicemente lo guarda, incuriosito. Il gatto nero per il topolino potrebbe essere la morte e invece è solo un altro frequentatore della notte che desidera stare fuori, all’aperto. Si guardano per un tempo che non saprebbero misurare e che probabilmente scorre in modo diverso per loro, non confrontabile. Per un po' sono semplicemente incuriositi reciprocamente, poi il gatto sparisce senza fare alcun rumore. La prossima volta che il topolino incontrerà il gatto nero potrebbe essere l’ultima, o forse no, non lo sa e nessuno è in grado di dirglielo.

Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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Non siamo angeli

Alzandosi si grattò il culo, lo riteneva un rito propiziatorio oltre che piacevolmente rilassante. Emise una puzza, e questo era insolito, poi si ricordò della cena a base di cipolle e capì. Anche l’alito pesante che avvertiva lui stesso gli confermò il motivo della scoreggia. Entrò nel bagno che avrebbe avuto necessità di una bella pulizia e schizzò in parte fuori dalla tazza, poi magari avrebbe ripulito, ma non c’era fretta. Non aveva impegni urgenti, non aspettava nessuno e non intendeva invitare nessuno. Camminò per casa scalzo e in mutande andando in cucina a vedere se magari qualcosa poteva trovare per fare colazione senza doversi vestire per uscire e andare al bar. Il tempo primaverile non lo obbligava a ricoprirsi come un orso polare e la sensazione di libertà di quei minuti compensava le migliaia di delusioni accumulate in anni di vita e che, tra non molto, avrebbero richiesto la sua attenzione. Non era sempre stato così. In una vita precedente la sua casa era stata la più pulita tra quelle di tutti gli amici che frequentava. I rubinetti del bagno brillavano, lo specchio abbagliava, le piastrelle luccicavano, gli asciugamani sempre perfetti e piegati come da manuale. Anche la carta igienica era sempre col rotolo quasi intatto. Un paio di amiche, poi lo seppe da una di loro, si erano lavate i denti col suo spazzolino dopo aver visto come teneva la casa. Una coppia sua ospite una sera, discutendo, sostenne che la sua casa era pulita più di una stanza sterile in rianimazione. Il marito, per confermare la sua opinione, si inginocchiò a terra e leccò il pavimento. È pulito più del piatto, disse. Questo però avveniva prima, quando non aveva bisogno di apparire perché era esattamente così. Da anni non voleva più nessuno a dirgli cosa fare e come farlo in casa sua. Viveva da baraccato con una certa puzza di sottofondo perché piatti e stoviglie si accatastavano nel lavello e la lavastoviglie si era stancato di usarla. Quando poteva non mangiava in casa, non ci faceva neppure colazione. Una volta in settimana arrivavano in due a ripulire e riordinare tutto, ma una sola volta, non sopportava le intrusioni oltre un certo limite. Quella mattina aveva avuto per un attimo l’idea di restare in casa ma poi il frigorifero quasi vuoto, con le arance medievali, il formaggio ammuffito e una scatola di pelati aperta e nient’altro lo dissuase. Sentì il bisogno di fare un’altra scoreggia e poi, di malavoglia, si vestì per scendere al bar. Sogghignando si chiese cosa sarebbe successo se, durante un’udienza in tribunale, avesse emesso un peto rumoroso, oppure silenzioso ma pestifero. Se lo chiese e poi si ripromise di rimandare l’exploit, nel caso, all’ultimo giorno prima della pensione, alla quale non mancava molto. Magari però non se ne sarebbe fatto nulla. E ripensò anche a quell’ultima volta che in casa aveva ricevuto il fratello minore. Quello gli chiese esplicitamente come potesse un giudice di Corte d’assise come lui a ridursi a vivere in tal modo, quasi con cassette da frutta usate come mobiletti. Lui non gli rispose, semplicemente lo invitò quel giorno stesso con sua moglie e i suoi nipoti a pranzo nella miglior trattoria del quartiere. La nobiltà, pensò, non deve spiegazioni a nessuno, e nella merda si nasce e si muore. Il giorno prima aveva letto che una nota casa di pannolini per bambini aveva modificato varie linee produttive per far uscire dalla fabbrica meno pannolini e più pannoloni. Le puzze corporee, alla fine, si avvertono solo se si finge di assomigliare ad angeli.

                                                                                                            Silvano C.©

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giovedì 2 maggio 2024

Maggio

Un altro maggio è iniziato, il mese dei maggiociondoli di un viale nella valle del Sarca di tanti anni fa, il mese del ristorante Aurora che non so se sia ancora in attività, un mese di ricordi e di attese. Ieri per la prima volta dell’anno dal campanile è stata diffusa la musica che ci accompagnerà per tutto il mese mariano. È un po' stonata ma ci ho fatto l’abitudine, da anni. Mi viene pure il nervoso per mille motivi, a dire la verità, ma non so a chi dare colpe e rischio solo di rovinarmi di più le giornate. Dovrei trovare un setaccio che mi permetta di gettare le cose brutte e tenermi solo le belle, che non è in vendita. Non c’è un solo aspetto della vita che non abbia minimo due facce quindi, di volta in volta, si porrebbe il problema su cosa farne: tenerlo o buttarlo? Intanto mi tengo maggio, è arrivato da poco, ho appena cambiato i fogli del calendario, vediamo di farlo andare al meglio possibile, e poi andrà come andrà, non dipende solo da me. Aggiungo solo che un certo mese di un certo anno lo butterei senza pietà, ma ormai è passato, è tutto già avvenuto. Ciao Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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mercoledì 1 maggio 2024

La differenza

Non so cosa avvenne all’inizio, non c’ero e non ho le competenze sufficienti per poterlo immaginare. E anche se lo immaginassi si tratterebbe di fantasie. La realtà che percepisco con i sensi invece sono in grado di descriverla, magari male ma so farlo perché è qualcosa che mi circonda adesso, che conosco da anni e nella mia vita è sempre stata presente. Nella realtà ci sono cielo e terra, strade e case, alberi, fiori e panchine, tetti rossi e nuvole bianche, montagne verdi, grige, marroni o pallide. E stelle. Ci sono persone, tante. E insetti di ogni tipo, cani giovani e vecchi, cani che assomigliano ai loro padroni ma che malgrado questo si differenziano e nessuno prenderebbe il cane per il suo padrone. Ci sono gatte di tre colori mentre i maschi sono sempre e soltanto al massimo di due colori. Piccole case e grattacieli. Azzurro e blu e celeste e sfumature di ogni colore. E donne con la pelle chiara o con la pelle scura, e uomini anche loro con pelle di diversi colori. Continuando vedo animali piccoli e un po' più grandi. Gli esseri più piccoli neppure li vedo ad occhio nudo. Non so cosa avvenne all’inizio ma se un inizio c’è stato allora prima non c’erano forme né colori, non c’erano esseri viventi né oggetti inanimati. Tutto era indistinguibile, tutto uguale ovunque, nulla che apparisse perché non solo nessuno poteva guardare ma essenzialmente perché nulla si differenziava da tutto ciò che stava attorno. All’inizio è avvenuto qualcosa che ha fatto la differenza.

Ciao Viz, non far caso a vaneggiamenti dovuti a qualche linea di febbre.

                                                                                                            Silvano C.©

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