venerdì 17 ottobre 2014

Per un amico


Miriam Makeba
Per un amico si piange una volta, mai due.
Può essere anche un’amica, e che noi siamo uomini o donne poco importa.
Cerca di capire cosa intendo però, prima di dire che la pensi come me oppure che sbaglio.
Quando ci si rende conto che una fase è finita, che un rapporto si è rotto o ha cambiato natura, quando ci si sveglia bruscamente da un amore o un’amicizia che tali non sono più (e non per colpa nostra, se di colpa si può parlare) o perché tale non è mai stato (era solo un’idea sbagliata) allora si può piangere. È liberatorio piangere, e fa anche molto male. Ma è liberatorio nel senso crudele che noi ce ne liberiamo, di quella persona. Poi nulla sarà più come prima.
Uscirne però è sempre difficile, ed i pianti fatti prima di capire non valgono per questa raccolta punti immaginaria, sono altro, sono sprecati. Non avremo il prezioso regalo che cercavamo.
È che muore pure una parte di noi, è questo il motivo che ci impedisce di capire che è giusto lasciar perdere. Del resto, come il denaro vinto si spreca facilmente mentre quello guadagnato a fatica non si è tanto disponibili a gettare, allo stesso modo quando si piange sul serio e si prende atto di una realtà che ci sembrava inaccettabile allora non siamo più tanto disposti a sprecare qualcosa per quella persona. La vediamo con occhi diversi, ce ne siamo liberati come icona, l’abbiamo spogliata delle belle parole, il mito è sceso dal palcoscenico e si confonde col pubblico.
Cosa resta poi? Un po’ di odio? Non credo, quello si supera, arriva la cosa peggiore: l’indifferenza. Si vive e si guarda avanti. Si vede che il mondo è immenso, che le persone sono migliaia, milioni, e forse già non siamo più soli.
Ci si incontrerà ancora ma alcune curiosità non si affacceranno più. Ci si saluterà ma il cuore non avrà alterazioni nella frequenza dei battiti.
Quell’amico resterà sempre un amico, certo, nulla lo potrebbe veramente cancellare, cancelleremmo noi stessi facendolo, e quell’amore pure non diventerà estraneo, ma resterà un segreto indolore, al massimo da solitaria nostalgia, inconfessabile pur se presente.
E la vita, con un po’ di fortuna, continuerà, con qualche pezzo in meno e alcune ferite in più.
                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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