domenica 5 ottobre 2014

quattro mura


Rimpianti non troppi, molta rabbia invece, ancora da smaltire, da superare, da metabolizzare.
Ci passo passare davanti quasi ogni volta lo desideri, ma da quell’ultimo giorno non ci sono più rientrato, e non intendo neppure farlo a breve.  
Conosco (conoscevo) quell’edificio quasi meglio di casa mia, dalle cantine sino all’ultimo piano, mansardato. 
So tutto sugli spazi esterni, su botole ed accessi. Sono passato sulle scale di emergenza e l’unico posto sul quale non sono mai salito è il tetto, per ovvi motivi e per l’inutilità della cosa in sé.
Fui tra i primi ad entrarci ed a prenderne possesso in tempi ormai lontani, quando, dopo la sua completa ristrutturazione, ci venne consegnato perché lo usassimo al nostro meglio, per dare un servizio, per svolgere il nostro lavoro.
Ho lasciato in piccole cose segni del mio passaggio, come fotografie mie o di mio figlio. Ci ho lavorato con colleghi in gamba, ed alcuni di loro se ne sono andati per sempre. Con altre persone mi sono scontrato e poi mi sono chiarito. Con certi ho capito che non si poteva dialogare, perciò mi sono adattato ad una convivenza disarmata senza però venir meno alle mie idee, cercando un compromesso necessario al funzionamento generale, perché in ogni caso si era costretti a collaborare.
Ho commesso errori ed ho ricevuto soddisfazioni, tra quelle mura.
Qualche giorno entravo il mattino presto per uscirne solo a sera tardi. Mi ci sentivo a mio agio.

Poi, in poco tempo, tutto è mutato. Sono cambiato io, è stato un rifiuto dettato da altre cause? Oggi non sono ancora pronto a parlarne con distacco, ci sono coinvolto e se ne discuto mi ci accaloro. Devo aspettare ancora, avere pazienza, ricordare le belle persone che ci ho conosciuto e rimuovere le poche altre, che se ne vadano dove il destino le porterà, spero lontane da me.
È stata la mia scuola per più di venti anni, ho avuto come alunni i figli di miei ex alunni, non potrei scordarla neppure se volessi, ma non sono le mura a legarmi, sono i ricordi di donne, uomini e ragazzi, le battute e le sfuriate, le risate e la fatica condivisa, e mille momenti che potrebbero riempire tanti piccoli quadernetti di note ed episodi. 
Ma questa in fondo è la vita, di tutti, non c’è nulla di eccezionale.

                                                                              Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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