È vero, ho sempre preferito fare invece di parlare, nel senso che usare le mani per costruire o demolire qualche cosa mi ha sempre dato maggior soddisfazione che non discutere. È stato un errore aver esagerato qualche volta in questo mio atteggiamento, ma quello che è stato è stato, posso solo ricordarlo o rimuoverlo, senza cambiarlo.
Oggi non voglio andare da nessuna parte con te, preferisco sedermi e parlare. E di cosa? Non lo so, non so quasi nulla, per essere sincero.
Mi muovo su territori strani, che non ho scelto e che sono obbligato a percorrere controvoglia ma senza alcuna intenzione di evitarlo. So di persone che devono pagare professionisti per essere ascoltate. Forse è utile ma è non adatto a tutti. Io ho una mia teoria in proposito, e la conosci. I brevi periodi nei quali pure io ho ceduto a questo bisogno li ho conclusi con la convinzione che nessuno può restituirmi con le parole quello che ho perduto. Se è esattamente questo che chiedo come aiuto possibile, quelli che mi vengono proposti sono finzioni, imitazioni, sostituzioni. Non potendo avere ciò che voglio essendo irrealizzabile, perché dovrei continuare a chiedere a chi non può darlo?
Resteremo fermi, cercherò di ascoltarti. Non dirmi che è tardi, non essere inutilmente ovvia, non sono rincretinito a tal punto da confondere il vero e visibile con quello che non si vede. Tu oggi mi dirai cose, ed io tenterò di capirle. E me le dirai, so che i modi sono molti, più numerosi di quelli che la mia immaginazione potrebbe elencare ora.
Oggi non andiamo da nessuna parte, restiamo qui. A dopo, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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