giovedì 27 agosto 2020

la cittadella

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Col tempo, da punto di riferimento centrale che era, si è venuta a trovare meno interessata dalle grandi vie di comunicazione. Rimane ben difesa da una cinta muraria quasi intatta e la sua popolazione non accenna a volerla abbandonare, ma lentamente invecchia. Sembra che nascano meno bambini, e che alcuni giovani qui cresciuti preferiscano cercare altrove un luogo dove costruire la loro nuova vita.

E alcuni vecchi muoiono, quelli che conservano le memorie collettive, reputati sapienti. Restano le grandi biblioteche, i documenti, l’immenso patrimonio di opere d’arte e anche solo artigianali. Tutto è presente, ma meno frequentato e conosciuto e apprezzato. Le novità che arrivano dall’esterno distraggono e qualcuno, pur non dicendolo, sente che è necessario un mutamento.

La bottega dello scultore più noto ha rifiutato la commessa per un imponente monumento funebre ricevuta dalla famiglia più importante e facoltosa. Sembra che la risposta del grande statuario sia stata: “il futuro non è nei cimiteri!”, ma la cosa non è stata confermata.

Alcuni non intendono cambiare nulla, letteralmente, neppure la sequenza dei pensieri coscienti che iniziano appena svegli, il mattino. Non cambiare nulla però non è la soluzione, sembra, perché guardandoli in viso tradiscono il malessere che non vorrebbero far trapelare, e sono sempre più isolati, ostaggi dei loro ricordi. Sono però, questi, lo specchio vero della cittadella, ne incarnano lo spirito più profondo. I loro difetti e i loro meriti corrispondono a quelli dell’intera comunità nel suo insieme. E chi non si adegua, come i giovani o lo scultore, o se ne vanno o non ne continuano comunque le tradizioni.

La cittadella resiste. Le sue non sono più mura moderne e le nuove strategie di difesa cittadine, tutti gli architetti militari, propongono nuovi modelli, ma intanto la cittadella mantiene le sue. In realtà non si prevede debba subire attacchi tali da imporre modifiche o rifacimenti urgenti. I nuovi barbari alle porte, quando arrivano, spesso se ne vanno dopo aver capito che non vale la pena investire risorse per conquistarla. La cittadella cadrà da sola, al momento giusto.

Intanto difende la sua memoria, su questo tutti gli abitanti concordano, anche i giovani che l’hanno lasciata. La sua memoria deve restare, solo non si conviene su un’unica modalità per farlo. I barbari non sono interessati, i nuovi traffici commerciali in parte la ignorano, qualcuno si spinge a sostenere che è in decadenza, che quello che è stato è stato, che quando era grande non temeva l’innovazione, ma tutto il dibattito poi si acquieta, si smorza, e diventa un sentimento radicato ma sotterraneo. La cittadella resta. Ciao, Viz.                                                   

                                                                          Silvano C.©   


               (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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