venerdì 21 agosto 2020

aghi di pino

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A pochi metri da casa c’è un percorso che passa sotto tre grandi pini. In estate è normale che sulla stradina si formino piccoli accumuli di aghi, spostati dal vento e a volte rimossi dalla pulizia delle strade. Nessuno ci fa caso, nessuno nota le foglie che cadono, neppure io, quasi mai.

Ogni tanto però, passando, il loro profumo mi scaraventa di peso altrove, e se solo chiudo gli occhi un attimo mi ritrovo letteralmente nella grande pineta di Ravenna, nella macchia del Gargano, su una piccola scogliera a picco in Calabria o a due passi da una spiaggia della Calcidica.

Solo chi ha vissuto non deve rivivere, ma solo chi ha vissuto ricorda.

Chi ha vissuto non può rivivere perché il ricordo porta al passato.

Il profumo di quegli aghi di pino, tra trent’anni, sarà il ricordo di qualcun altro che forse lo legherà ad una persona, ad una delusione, ad una bella estate, chi può dirlo?

Ora a te cosa fa riaffiorare quell’odore? Dimmelo, se ti va.

                                                               Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   


        (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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