mercoledì 12 agosto 2020

come saremo ricordati?

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Leggo in questi giorni di una donna che apprende di avere poco tempo da vivere ancora, e invece di cadere in depressione, chiudersi al mondo o buttarsi in altri atteggiamenti completamente di rifiuto tenta di capire come verrà ricordata dopo. E non so come finirà, non ci sono ancora arrivato, ma so che lei tenta di modificarsi, di lasciare qualche cosa da ricordare, e si comporta in modo diverso, stupisce un po', diventa apparentemente dissennata o anche altruista, non sempre viene capita ed approvata, ottiene effetti imprevisti, capitano cose nuove, ma fondamentalmente e per il momento si sente egoista, un po' più indecisa ma anche più felice.

Ho sempre pensato che il buon credente che si adopera per aiutare gli altri al fine principale di avere un premio finale, in un’altra vita, sia profondamente egoista. So che il ragionamento è elementare ed assurdo, ma non mi lascia mai del tutto.

Il fine del monumento funebre è quello di far ricordare, e chi lo erige per sé stesso lo fa per questo. Ma essere ricordato come, per che cosa e da chi?

Da antico frequentatore di cimiteri devo dire che l’atmosfera che vi si respira è particolare, ed ognuno di questi luoghi ha le sue caratteristiche. Quando sono grandi e monumentali ogni angolo può avere un carattere suo. E poi non sono per nulla luoghi di morte, piuttosto di memoria, esattamente come lo sono le chiese, i castelli, le biblioteche o i quartieri storici di ogni città. Sono poi luoghi di vita e di piccole meschinità, come quelle che mi capita di vedere con furti ripetuti di piante di oleandro, oppure di ipocrisie evidenziate dai fiori di plastica. Ma sono anche una finestra sulle altre vite, su chi è andato via e su chi non vuole dimenticare. Vedo un uomo davanti alla tomba di una donna, fermo a luongo, che sembra dire qualche cosa. Osservo poi la tomba quando è andato via, una semplice lapide, una lunga frase scolpita, un’immagine. Poi la lapide viene tolta, e mi sembra che quando viene rimessa la frase sia diversa anche se non ci posso giurare. Ma la lapide viene tolta ancora, e stavolta è la fotografia ad essere diversa quando viene sistemata forse per l’ultima volta, ed il viso della donna è più bello, sereno e sorridente. Forse ora lei è soddisfatta, e verrà ricordata come desiderava che avvenisse.

Per tutto il resto che non so e non posso dire, meglio tacere. Ciao,Viz.

 

 

                                                                                               Silvano C.©   


        (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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