All’inizio, da giovane, quando ho
iniziato a capirlo, ho passato un periodo abbastanza lungo nel quale non mi
accettavo, perché mi vergognavo. Ridevo delle battute idiote sui finocchi, mi
sono anche atteggiato a bullo per un breve periodo, poi ho lasciato perdere.
Per mia fortuna, ad un certo punto, ho trovato una persona
non gay che lo ha intuito, una donna per essere precisi. Lei mi ha convinto che
sbagliavo a provare vergogna.
E lo ha fatto in modo discreto, senza
smascherarmi tra coloro che frequentavo, una sera mentre la stavo accompagnando
a casa in auto dopo aver trascorso assieme a conoscenti comuni alcune ore
piacevoli.
Ora lei, molti anni dopo, è la mia migliore amica e
confidente, ed io semplicemente vivo molto meglio.
Non sono per nulla orgoglioso di essere gay, non ne ho alcun
merito, ma neppure me ne faccio una colpa, sarebbe idiota. È così,
semplicemente.
Non amo le manifestazioni pubbliche un po’ provocatorie a
difesa dei diritti di gay e lesbiche, sono lontane dal mio carattere, ma
riconosco che servono pure quelle per far capire alle teste dure che noi non
facciamo male a nessuno. Anche andare in piazza è utile allo scopo, per
costringere a riflettere. Come è importante spiegare, comunicare. Purtroppo
alcune prese di posizione sono in parte controproducenti, hanno un rovescio
della medaglia, nel senso che innescano una reazione perbenista che vorrebbe sì
accettare i diversi ma a condizione che non rompano troppo, che restino
defilati, che non mettano in crisi la famiglia tradizionale. Inoltre,
cosa ancor più grave e pericolosa, aizzano le teste calde, le richiamano a
branchi, tutte soddisfatte di avere un nemico ed uno scopo, un esempio di
depravazione e di degrado dei sacri valori della società. Da che pulpito poi,
viene spontaneo pensare, con molta rabbia, immancabile tristezza ed un po’ di
ironia.
In fondo è successo lo stesso anche con le donne sin da
quando in Inghilterra, oltre un secolo fa, cominciarono le lotte per ottenere
il diritto di voto, per poi arrivare in tempi più recenti ai movimenti
femministi degli anni ‘60 e ’70. Alcune donne hanno esagerato, è probabile, ma
come far capire altrimenti l’urgenza di essere riconosciute nei loro diritti
inviolabili dopo millenni di cultura maschile?
Ora alcuni accettano che io possa stare col mio compagno, ma
non che mi azzardi a chiedere che la nostra unione venga riconosciuta
ufficialmente. Questo mai.
È un po’ quanto è avvenuto con Peppino Englaro, per
fare un altro esempio. Una corrente di pensiero sostiene infatti che sarebbe
stato molto meglio se lui avesse evitato di sollevare il clamore mediatico sul
caso della figlia Eluana, come invece ha fatto, e semplicemente si fosse
accordato con un medico compiacente, risolvendo in modo discreto e silenzioso
la questione.
Eppure, mi viene da chiedermi ancora, perché devo essere
odiato per quello che sono? Io evito di infastidire chi non vuole essere
importunato, permetto a tutti di vivere la vita che vorrebbero, non ho nulla
contro altre modalità di rapporti e di unioni, non mi permetto di giudicare chi
tradisce o divorzia, va con prostitute o si prostituisce, si sposa in chiesa o
semplicemente fa quello che vuole. Non accetto la violenza o l’abuso sui
minori, ma tutti i rapporti tra adulti consapevoli e consenzienti mi stanno
bene. Perché allora io non ho gli stessi diritti di altri, se pure io pago le
tasse, faccio il mio dovere di cittadino e rispetto le istituzioni? Perché le
istituzioni non rispettano me? In cosa saremmo immorali o sbagliati io ed il
mio compagno se volessimo adottare un bambino, visto che ne abbiamo i mezzi, e
gli offriremmo una vita sicuramente migliore?
Io e lui abbiamo dovuto andare da un notaio per
regolare alcuni aspetti pratici e burocratici del nostro rapporto, mentre una
legislazione più attenta ci avrebbe evitato queste altrove inutili e comunque
costose precauzioni.
Sono gay, e allora?
Per chi ne sentisse il
bisogno l’immagine ritrae una tradizionale e felice famiglia formata da mamma
felice, papà felice e bambini felici. Anche la torta pare sia felice.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Tu non sbagli, Babi...anche grazie a tua madre hai capito. Qualcuno non ha ancora capito, però, è questa la cosa che non funziona, solo questa.
RispondiEliminae allora nulla! :-)...ciao Monica... Silvano
RispondiElimina(a volte penso che noi esseri umani siamo proprio stupidi...)