domenica 22 marzo 2015

La magnolia


Ripercorro i soliti luoghi, quelli che conosco da tanti anni, che ho visto in altre stagioni.
L’occasione è una festa, ma è solo una scusa, lo so bene.
Volevo vedere quanto è mutato, quanto sono cambiato, cosa rende quei posti ancora miei, e ciò che è sparito.
Vedere ciò che è sparito è uno strano esercizio, che richiama varie figure retoriche, credo. E’ possibile sicuramente farlo ad ogni età, ma col passare degli anni assume un significato sempre più preciso.

Ecco allora che si nota la città che muta, lentamente, rispetto al nostro ricordo. Quella nuova vetrina, quella saracinesca abbassata, quell’angolo dove stava un albero, quel cancello che non c’era. E questa è la superficie, l’evidenza.

Poi, improvvisi, i volti di persone, gli episodi, le vicende umane. I muri parlano, ecco il motivo di questa espressione. Un angolo ricorda una vicenda triste di abbandono, di separazione. Una coppia distrutta da una tragedia familiare che ora continua a vivere, ma uno separato dall’altra. E l’associazione con un’altra vicenda,  di un lutto ingiusto e della vita che continua, per chi resta.
Questa faccenda di luoghi che aprono porte direttamente sul passato ancora non mi è chiaro se è un fatto di spazio o di tempo. Di entrambi, direi. Ma mentre lo spazio lo percorro ancora in tutte le direzioni ed in ogni verso, il tempo no. Col tempo il verso è unico, ed è solo la memoria che lo trasforma in una dimensione in più.

Quando ero venuto alla stessa festa, perché amo certe tradizioni, poi, rientrando a casa non vi avevo più trovati. Mi era caduto addosso il senso di vuoto mescolato a quello di colpa, e, da impulsivo, sono partito quasi istantaneamente, facendo un viaggio non brevissimo per potervi rivedere. Ora non posso più farlo. Se partissi in questo momento al mio arrivo non troverei nessuno.

In realtà oggi vivo esclusivamente l’oggi, il resto è fantasia, a volte allegra, altre volte dolorosa. È bello poter raccontare però, e in questo modo recuperare le stesse emozioni, e anche se prevedo problemi o difficoltà, poter programmare ancora, perché ancora trovo la forza, e vedo prove, se non proprio battaglie.

Accettando che si aprano finestre nel tempo tutto si complica, e molto si spiega. Le radici appaiono evidenti, e anche i nuovi tralci, le gemme che stanno aprendosi con nuove foglie, in alcuni casi anche con i fiori, prima delle foglie, perché per ogni ordine naturale la natura prevede eccezioni. La magnolia, che questo lo ha capito molto bene, fa esplodere i suoi fiori e ignora i miei pensieri. Lei segue il flusso, io vorrei fermarlo. Ma ha ragione lei.

                                                                                             Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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