sabato 21 marzo 2015

Se tu sei la morte, io sarò la vita



Non ti posso perdonare di avermi uccisa, non tanto per me, perché si deve pur morire, quanto per mia figlia, ancora una bambina, e per mio padre e mia madre, che mai avrebbero immaginato di dover vedere senza vita la loro unica figlia.

Tu sei la morte ottusa e violenta, quella sbagliata, quella ottenebrata dal suo mondo, solo dal suo mondo, quella che ignora i mondi altrui, perché sono tanti. Ti avevo amato, in un tempo ormai finito, poi ho smesso di farlo, non potevo continuare. All’inizio non ci volevo credere, lo confesso, non avrei mai immaginato che potessi essere distruzione e odio, violenza ed egoismo.

Tu rappresenti la volontà di sottomettere, la paura di perdere il potere, la difesa di superstizioni spacciate per fede religiosa, l’orgoglio deviato e la negazione degli altri. Non sai accettare e quindi godere quel poco che la vita può regalare, malgrado le fatiche o le rinunce che tutti devono prevedere. Non meriti la vita, quella che ti resta, tu che mi hai dato la morte.

Potrei mutarmi in angelo vendicatore, sappilo, ora potrei, in modi che neppure puoi immaginare con la tua mente limitata, la stessa che un tempo, sbagliando, ho vista smarrita e ragionevole, bisognosa solo di aiuto. Mi hai ingannata, e sono stata stupida, forse, a crederti, e poi a non voler vedere. Ora ti vedo come sei, anche se è ormai tardi.

Tu sei il male che cammina, e il pentirti non credo ti salverà. Non mi spetta l’ultimo giudizio, per fortuna, per tua fortuna. Saresti condannato per sempre, perché tu sei la morte sbagliata che non si deve accettare passivamente, tu non sei la morte che porta pace e riposo, che lenisce, che perdona. Ed io non ti potrei certo perdonare.

Io ora sono scomparsa per mia figlia, che spero ritrovi tra qualche anno la sua via, quella che le avrei indicata, che speravo per lei. Saprà superare questa inutile prova, e trasformarla in forza, in comprensione e impegno. Sarà un donna libera, e liberi saranno i suoi figli.

Per i miei genitori la consolazione di avere mia figlia da far crescere sarà motivo di vita, di resistenza, sarà uno scopo. Questo già mi consola, è già un regalo, nella tragedia che ci hai fatto subire, a mie spese ed a spese loro. Ma non deve consolare te, tu non lo meriti.

Se tu sei la morte, e ora che infine ti ho riconosciuta, non posso che piegarmi, visto che le mie mani non hanno saputo difendermi e sono rimaste sporche del mio stesso sangue. Tu sei la morte ed io sarò la vita, anche se la mia è finita. Neppure ora potrei dire se credo, e forse neppure esisto più. Ma sono vita in chi mi ha amata, in chi ho amato, in chi mi ricorderà, e che io forse ricorderò.

Se ora ci sono, ci sarò. Non cerco vendetta, non mi interessa. Io cerco vita, quella che voglio per gli altri, perché sia più bella di ora e porti sorrisi, e che aggiunga speranze quando le riserve sono quasi finite.
Tu hai scelto di essere la morte. Io sarò la vita.    

                                                                                           Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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