Non ti posso perdonare di avermi uccisa,
non tanto per me, perché si deve pur morire, quanto per mia figlia, ancora una
bambina, e per mio padre e mia madre, che mai avrebbero immaginato di dover
vedere senza vita la loro unica figlia.
Tu sei la morte ottusa e violenta, quella
sbagliata, quella ottenebrata dal suo mondo, solo dal suo mondo, quella che
ignora i mondi altrui, perché sono tanti. Ti avevo amato, in un tempo ormai
finito, poi ho smesso di farlo, non potevo continuare. All’inizio non ci volevo
credere, lo confesso, non avrei mai immaginato che potessi essere distruzione e
odio, violenza ed egoismo.
Tu rappresenti la volontà di sottomettere,
la paura di perdere il potere, la difesa di superstizioni spacciate per fede
religiosa, l’orgoglio deviato e la negazione degli altri. Non sai accettare e
quindi godere quel poco che la vita può regalare, malgrado le fatiche o le
rinunce che tutti devono prevedere. Non meriti la vita, quella che ti resta, tu
che mi hai dato la morte.
Potrei mutarmi in angelo vendicatore,
sappilo, ora potrei, in modi che neppure puoi immaginare con la tua mente
limitata, la stessa che un tempo, sbagliando, ho vista smarrita e ragionevole,
bisognosa solo di aiuto. Mi hai ingannata, e sono stata stupida, forse, a
crederti, e poi a non voler vedere. Ora ti vedo come sei, anche se è ormai
tardi.
Tu sei il male che cammina, e il pentirti
non credo ti salverà. Non mi spetta l’ultimo giudizio, per fortuna, per tua
fortuna. Saresti condannato per sempre, perché tu sei la morte sbagliata che
non si deve accettare passivamente, tu non sei la morte che porta pace e
riposo, che lenisce, che perdona. Ed io non ti potrei certo perdonare.
Io ora sono scomparsa per mia figlia, che
spero ritrovi tra qualche anno la sua via, quella che le avrei indicata, che
speravo per lei. Saprà superare questa inutile prova, e trasformarla in forza,
in comprensione e impegno. Sarà un donna libera, e liberi saranno i suoi figli.
Per i miei genitori la consolazione di
avere mia figlia da far crescere sarà motivo di vita, di resistenza, sarà uno
scopo. Questo già mi consola, è già un regalo, nella tragedia che ci hai fatto
subire, a mie spese ed a spese loro. Ma non deve consolare te, tu non lo
meriti.
Se tu sei la morte, e ora che infine ti ho
riconosciuta, non posso che piegarmi, visto che le mie mani non hanno saputo
difendermi e sono rimaste sporche del mio stesso sangue. Tu sei la morte ed
io sarò la vita, anche se la mia è finita. Neppure ora potrei dire se credo, e
forse neppure esisto più. Ma sono vita in chi mi ha amata, in chi ho amato, in
chi mi ricorderà, e che io forse ricorderò.
Se ora ci sono, ci sarò. Non cerco
vendetta, non mi interessa. Io cerco vita, quella che voglio per gli altri,
perché sia più bella di ora e porti sorrisi, e che aggiunga speranze quando le
riserve sono quasi finite.
Tu hai scelto di essere la morte. Io sarò
la vita.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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Bella, fa riflettere. Bravo Silvano. Lucky
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