Voleva portare un regalo, il giovane falchetto, e cosa di
meglio di un passero per la sua bella? Lei avrebbe apprezzato, ne era certo, ed
infatti si mise in volo con l’intenzione di trovare la prede giusta, molto in
alto, come lui sapeva fare con astuzia e antica saggezza.
Volò per un po’ sopra un piccolo parco, aspettando
l’occasione adatta, con pazienza e senza fretta. Quel luogo, lo sapeva bene,
offriva mille possibilità.
Al momento giusto, quando vide quello che aspettava, si gettò
in picchiata senza che la sua vittima neppure si accorgesse di ciò che stava per
capitarle. La natura in questo è saggia e crudele allo stesso tempo.
Il passero venne ucciso con un colpo preciso del becco
adunco, dopo essere stato catturato, ed il falchetto iniziò subito dopo, con la
preda saldamente tra gli artigli, la manovra di risalita.
Qualche cosa però lo distrasse, perché vide un negozio di
fiori pieno di rametti con tante palline piccole e gialle, quelli che noi
chiamiamo mimose, e che simboleggiano molte cose, per gli umani.
Lui rimase una frazione di secondo di troppo a fissare la
vetrina, ed andò a sbattere proprio contro di quella, cadendo poi davanti alla
porta, la sua preda abbandonata a terra, accanto a lui. Forse era stato tradito
anche da un colpo di vento, che in quei giorni soffiava più forte del solito.
Due vite spezzate.
L’uomo che voleva comprare le mimose arrivò pochi minuti
dopo la tragedia, quando l’agitazione delle persone tradiva il fatto capitato
da poco. Già una volonterosa vicina si stava organizzando con una scatoletta
per raccogliere i due piccoli cadaveri. Prima raccolse il povero passero.
Quando fu il turno del falchetto, questo mosse il capo, aprendo gli occhi.
Intanto era arrivato pure un ragazzo, con un furgone, e pure lui iniziò ad
interessarsi alla faccenda. Mentre gli altri non sapevano che fare, l’uomo, con
delicatezza, raccolse il piccolo falco e lo tenne nelle mani, sentendo che
questi si abbandonava, senza forze, ancora fresco di trauma. Per un attimo
l’uomo dovette affidare il piccolo rapace al ragazzo, perché aveva appoggiato
documenti che non voleva abbandonare e doveva recuperarli, mentre gli altri
attorno iniziavano a parlare di gabbiette, di protezione animali, di tenerlo
qualche ora, o qualche giorno in osservazione.
La cosa non gli andava, e, per dirla tutta, non si fidava
sino in fondo delle reali intenzioni del ragazzo. Lo teneva d’occhio, e vedeva
che apriva una portiera dopo l’altra del suo furgone, probabilmente per cercare
una scatola, o un contenitore chiuso. Senza dimostrare sfiducia, e con calma,
si riprese il falchetto, che lui prima aveva raccolto da terra, e spiegò che
intendeva liberarlo nel piccolo parco a poca distanza, esattamente quello da
quale probabilmente si era alzato per il suo ultimo volo lo sfortunato passero.
Mentre si avvicinavano agli alberi, il giovane falchetto
tentò di volare via, e l’uomo lo tenne con più attenzione anche per la coda,
evitando di fargli male. L’uccello tentò ancora una volta di sfuggire, ma ormai
erano arrivati nel punto adatto. Se anche fosse caduto a terra in quel posto il
rapace non avrebbe corso pericoli immediati, e l’uomo lo liberò.
Il suo volo fu subito sicuro, e in un attimo il giovane falco,
forse innamorato, riprese il controllo dell’aria e ritornò, probabilmente,
dalla sua bella, purtroppo senza un regalo, e anche senza la mimosa.
Lei non sarebbe rimasta delusa per la mancanza dei fiori, ma probabilmente avrebbe gradito un altro tipo di regalo.
Lei non sarebbe rimasta delusa per la mancanza dei fiori, ma probabilmente avrebbe gradito un altro tipo di regalo.
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