“Il vero bugiardo è colui che dice ciò che non è, sapendo
perfettamente che le cose stanno in modo diverso da come le racconta” scrive
Nichela Marzano nel suo ultimo “Non seguire il mondo come va”, citando Hannah
Arendt.
Leggendo quelle pagine, che centellino, perché dopo poche
righe mi partono ricordi ed immagini, idee e altre riflessioni che si
accavallano, a volte in modo confuso, altre invece in maniera cosciente e
netta, mi riesce impossibile non riflettere sul concetto di verità, e su come
sia iniziato per me il lento ma inarrestabile processo di rifiuto di un certo
tipo di televisione, che progredisce, giorno dopo giorno, come metastasi
positiva che uccide le cellule malate invece di eliminare quelle sane.
Ho avuto un periodo di netto rifiuto dell’apparecchio
televisivo, perché mi distraeva e perché avevo altro da fare, per mia fortuna.
In una fase intermedia mi sono procurato un vecchio
portatile, allora in bianco e nero, ed ho iniziato a seguire Drive in, che in
quel periodo mi piaceva, e non solo a me. Ad un certo momento ho iniziato ad
avvertire qualche cosa di stonato, e me
ne sono allontanato.
Non è stata una cosa razionale, tuttavia, non
ancora, ma soltanto di pelle, come capita quando si rifiuta un alimento che
semplicemente non piace.
Solo in anni successivi ho intuito la truffa del modello che
nel frattempo aveva invaso quasi ogni palinsesto e modificato per sempre, in
Italia, il modo di intendere la televisione e l’intrattenimento.
Quando
finalmente ci fu la famosa discesa in campo ogni cosa fu chiara, evidente, a chi
avesse voluto capire. Io ancora la intuivo ma non del tutto coscientemente, pur
rifiutando nettamente quel modo di fare politica.
Sono passati anni, da quel periodo, ed oggi evito
accuratamente ogni trasmissione Mediaset, a prescindere, e non ne oscuro i
canali solo perché non rifiuto completamente un’opportunità che potrebbe pure
venirmi comoda, in qualche occasione.
Anche la Rai e La7, per restare alle
televisioni generaliste non a pagamento, non sono molto meglio, ma almeno ho
l’impressione che offrano ancora spazi di approfondimento, e, cercando, si
trovano momenti o trasmissioni non spazzatura.
Per tornare al concetto di verità, ho capito da anni che non
esiste, che giustamente ognuno ha la propria, e che la Verità, quella con la V
maiuscola, rimane confinata ad aspetti delle relazioni umane che non mi
competono. Intendendo la fede come libertà personale, anche la Verità di
qualcuno per me rientra tra la tante possibili verità, cioè una visione di
parte.
In questa confusione logica e teorica, l’inserire la
modalità del raccontare il falso in modo cosciente diventa distruttiva,
destabilizzante, ed annulla i punti di riferimento.
Ripetendo all’infinito che quella tal barretta di cioccolata
non ingrassa, si finisce per cominciare a dubitare che possa essere vero, e poi
a crederci.
Allo stesso modo negare le affermazioni o i discorsi altrui
con ragionamenti che partono da premesse non dimostrate o errate ma poi
condotti come se nulla fosse e con la faccia più innocente del mondo rende
impossibile districarsi nelle scelte che pur dobbiamo fare.
Rimane soltanto il dubbio, come arma, ma non da spargere su
tutto e per sempre, ma esclusivamente come premessa per approfondire, come
stimolo per scoprire bufale nascoste, interessi mascherati da buone intenzioni,
malafede resa evidente da discordanza tra discorsi e fatti, tra dichiarazioni
di principio e stile di vita.
Per il resto ti invito a leggere il libro della Marzano, una
filosofa prestata alla politica. Pure tu così partirai con le tue riflessioni,
ne sono certo.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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