martedì 29 luglio 2014

Tre amici



L’appuntamento è per le tre e mezzo di mattina, molto prima che il sole decida di sorgere, ad est. Un tocco leggero alla finestra, e lei, che è già pronta, poco dopo esce dalla porta del palazzo senza far rumore. Dormono tutti.



La nebbia che respiro ormai 
si dirada perché davanti a me 
un sole quasi bianco sale ad est 
La luce si diffonde ed io 
questo odore di funghi faccio mio 
seguendo il mio ricordo verso est 



Lui riaccende il motore dell’auto. Si scambiano solo qualche battuta a bassa voce per non dissolvere quell’aria di avventura  e di complicità che è calata improvvisamente tra loro. Poi partono, direzione mare, verso est, verso il sole, mentre in città una sottile e leggera nebbia si nasconde tra le ombre della notte, e si rivela solo ai fari che illuminano la strada, deserta o quasi, con i semafori lampeggianti, gli incroci senza traffico, le insegne spente. In pochi minuti è la periferia, e poi l’aperta campagna, nel buio quasi totale. La strada, percorsa tante volte, sembra nuova e mai vista. Senza correre arrivano molto prima del previsto, nessuno dei due ha pensato che senza traffico il viaggio sarebbe stato più veloce, ed ora, sulla riva di quel mare, cercano un posto adatto, lontano dalle case, dove inizia la spiaggia libera.


Piccoli stivali e sopra lei 
una corsa in mezzo al fango e ancora lei 
poi le sue labbra rosa e infine noi 
Scusa se non parlo ancora slavo 
mentre lei che non capiva disse bravo 
e rotolammo fra sospiri e "da" 
Poi seduti accanto in un'osteria 
bevendo un brodo caldo che follia 
io la sentivo ancora profondamente mia



Claudio sistema il cavalletto, fissa la macchina fotografica già caricata con una pellicola di sensibilità media, a colori, ed avvita lo scatto flessibile. Verifica che l’inquadratura sia quella voluta, invita Giovanna a controllare, poi guardano verso il largo, ma è ancora prestissimo, manca almeno un’ora all’alba, e decidono di tornare dentro l’auto, ad aspettare, mentre la notte si fa meno profonda. Sono seduti accanto, sono amici, nessuno dei due sembra aver previsto altro che una semplice puntata al mare per fotografare il sole che sorge, ma sono vicini, e di nuovo una strana atmosfera scende tra loro, come quando sono partiti e sembrava che il silenzio non dovesse essere rotto. Si raccontano cose stupide, ma il significato delle parole non conta, conta solo la luce negli occhi, nello sguardo, sui loro visi. Passa il momento nel quale tutto avrebbe potuto succedere, ma non succede nulla, solo il tempo scorre ed è venuta l’ora di scendere, per scattare le foto.


Ma un ramo calpestato ed ecco che 
ritorno col pensiero. 
E ascolto te 
il passo tuo 
il tuo respiro dietro me 
A te che sei il mio presente 
a te la mia mente 
e come uccelli leggeri 
fuggon tutti i miei pensieri 
per lasciar solo posto al tuo viso 
che come un sole rosso acceso 
arde per me. 



Il sole sorge lento, prima un po’ timido poi sempre più potente, ed illumina poco a poco alberi e case lontane. Claudio scatta le foto, senza modificare mai l’inquadratura e facendo attenzione mentre riarma la macchina. Giovanna sorride e fa battute, ricorda che su quella spiaggia, pochi mesi prima, erano venuti con altri amici, e che si erano divertiti.  


Le foglie ancor bagnate 
lascian fredda la mia mano e più in là 
un canto di fagiano sale ad est 
qualcuno grida il nome mio 
smarrirmi in questo bosco volli io 
per leggere in silenzio un libro scritto ad est 
Le mani rosse un poco ruvide 
la mia bocca nell'abbraccio cercano 
il seno bianco e morbido tra noi 
Dimmi perché ridi amore mio 
proprio così buffo sono io 
la sua risposta dolce non seppi mai! 
L'auto che partiva e dietro lei 
ferma sulla strada lontano ormai 
lei che rincorreva inutilmente noi 



Il viaggio di ritorno si perde, nel ricordo di Claudio. Le ha sfiorato le mani, ne è quasi certo, e le ha pure detto alcune cose, ma non ha fatto altro, non aveva intenzione di fare altro. Ritrova quelle foto ora, in una scatola, assieme a tante altre scattate in quel periodo, e prova nostalgia. Nessun rimpianto, solo un senso di gratitudine. Quegli anni sono comunque finiti tanto tempo fa, una sera, alcuni mesi dopo quella corsa nella notte verso il mare con Giovanna.


Sono finiti esattamente quando è andato a trovare Stefano, l’amico di mille avventure, col quale aveva condiviso esperienze e che costituiva una roccia nella sua vita. Stefano sembrava diverso, la confidenza interrotta, era successo qualche cosa, forse lui ne era responsabile, ma non capiva. Poi si erano salutati, mentre Claudio rimaneva indietro e l’altro si allontanava in auto. Non si sarebbero rivisti, per vari anni, e nel frattempo Stefano avrebbe sposato Giovanna.



Un colpo di fucile ed ecco che 
ritorno col pensiero 
e ascolto te 
il passo tuo 
il tuo respiro dietro me 
A te che sei il mio presente 
a te la mia mente 
e come uccelli leggeri 
fuggon tutti i miei pensieri 
per lasciar solo posto al tuo viso 
che come un sole rosso acceso 
arde per me. 



(La luce dell'est, di Mogol e Battisti, è del 1972) 


                                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana