L’appuntamento è per le tre e mezzo di mattina, molto prima
che il sole decida di sorgere, ad est. Un tocco leggero alla finestra, e lei,
che è già pronta, poco dopo esce dalla porta del palazzo senza far rumore. Dormono
tutti.
La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est
Lui riaccende il motore dell’auto. Si scambiano solo qualche
battuta a bassa voce per non dissolvere quell’aria di avventura e di complicità che è calata improvvisamente
tra loro. Poi partono, direzione mare, verso est, verso il sole, mentre in
città una sottile e leggera nebbia si nasconde tra le ombre della notte, e si
rivela solo ai fari che illuminano la strada, deserta o quasi, con i semafori
lampeggianti, gli incroci senza traffico, le insegne spente. In pochi minuti è la periferia, e poi l’aperta campagna, nel
buio quasi totale. La strada, percorsa tante volte, sembra nuova e mai vista. Senza
correre arrivano molto prima del previsto, nessuno dei due ha pensato che senza
traffico il viaggio sarebbe stato più veloce, ed ora, sulla riva di quel mare,
cercano un posto adatto, lontano dalle case, dove inizia la spiaggia libera.
Piccoli stivali e sopra lei
una corsa in mezzo al fango e ancora lei
poi le sue labbra rosa e infine noi
Scusa se non parlo ancora slavo
mentre lei che non capiva disse bravo
e rotolammo fra sospiri e "da"
Poi seduti accanto in un'osteria
bevendo un brodo caldo che follia
io la sentivo ancora profondamente mia
Claudio sistema il cavalletto, fissa la macchina fotografica
già caricata con una pellicola di sensibilità media, a colori, ed avvita lo
scatto flessibile. Verifica che l’inquadratura sia quella voluta, invita Giovanna
a controllare, poi guardano verso il largo, ma è ancora prestissimo, manca
almeno un’ora all’alba, e decidono di tornare dentro l’auto, ad aspettare,
mentre la notte si fa meno profonda. Sono seduti accanto, sono amici, nessuno
dei due sembra aver previsto altro che una semplice puntata al mare per
fotografare il sole che sorge, ma sono vicini, e di nuovo una strana atmosfera
scende tra loro, come quando sono partiti e sembrava che il silenzio non dovesse
essere rotto. Si raccontano cose stupide, ma il significato delle parole non
conta, conta solo la luce negli occhi, nello sguardo, sui loro visi. Passa il
momento nel quale tutto avrebbe potuto succedere, ma non succede nulla, solo il
tempo scorre ed è venuta l’ora di scendere, per scattare le foto.
ritorno col pensiero.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Il sole sorge lento, prima un po’ timido poi sempre più potente,
ed illumina poco a poco alberi e case lontane. Claudio scatta le foto, senza
modificare mai l’inquadratura e facendo attenzione mentre riarma la macchina. Giovanna
sorride e fa battute, ricorda che su quella spiaggia, pochi mesi prima, erano venuti
con altri amici, e che si erano divertiti.
Le foglie ancor bagnate
lascian fredda la mia mano e più in là
un canto di fagiano sale ad est
qualcuno grida il nome mio
smarrirmi in questo bosco volli io
per leggere in silenzio un libro scritto ad est
Le mani rosse un poco ruvide
la mia bocca nell'abbraccio cercano
il seno bianco e morbido tra noi
Dimmi perché ridi amore mio
proprio così buffo sono io
la sua risposta dolce non seppi mai!
L'auto che partiva e dietro lei
ferma sulla strada lontano ormai
lei che rincorreva inutilmente noi
Il viaggio di ritorno si perde, nel ricordo di Claudio. Le ha
sfiorato le mani, ne è quasi certo, e le ha pure detto alcune cose, ma non ha
fatto altro, non aveva intenzione di fare altro. Ritrova quelle foto ora, in
una scatola, assieme a tante altre scattate in quel periodo, e prova nostalgia.
Nessun rimpianto, solo un senso di gratitudine. Quegli anni sono comunque finiti
tanto tempo fa, una sera, alcuni mesi dopo quella corsa nella notte verso il
mare con Giovanna.
Sono finiti esattamente quando è andato a trovare Stefano, l’amico
di mille avventure, col quale aveva condiviso esperienze e che costituiva una
roccia nella sua vita. Stefano sembrava diverso, la confidenza interrotta, era
successo qualche cosa, forse lui ne era responsabile, ma non capiva. Poi si
erano salutati, mentre Claudio rimaneva indietro e l’altro si allontanava in
auto. Non si sarebbero rivisti, per vari anni, e nel frattempo Stefano avrebbe
sposato Giovanna.
Un colpo di fucile ed ecco che
ritorno col pensiero
e ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
(La luce dell'est, di Mogol e Battisti, è del 1972)
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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