Il libro mi aspettava da anni, comprato e dimenticato, come
è mio costume fare da sempre, poi riscoperto quando lui ha deciso così, perché credo
al caso, ma non chiudo la possibilità ad altro.
È un romanzo o un racconto lungo, o solo una storia, non
saprei dirlo. Il tumulto intorno allo
Junker Ernst mi ha obbligato prima a calarmi ancora una volta in
quell’epoca tragica e maledetta della caccia alle streghe - stavolta sapendo dalla
prefazione che era previsto un lieto fine – e poi a leggere a velocità
crescente per arrivare comunque a vedere l’ultima pagina.
Qui trovi una bella recensione del volumetto della Sellerio,
quindi non mi sento obbligato a farne una a mia volta. Oltretutto non ne sarei
capace con tanta precisione.
A me interessa solo la forza della narrazione, la bellezza
della fantasia e della magia buona capace di sfidare il male, ogni tipo di
male. Ne abbiamo bisogno oggi? Credo di sì. Negli anni in cui fu scritto il libro di Wassermann l’Europa
stava precipitando verso la seconda guerra mondiale, e oggi viviamo con conflitti
sempre più gravi in molte parti del mondo. Alcuni personaggi mettono a serio
rischio il processo di integrazione europea, ed il loro seguito aumenta, in
anni di depressione e crisi. Accettare passivamente gli eventi, i roghi di
allora o le meschinità di oggi? Io non sono molto disponibile a seguire i
seminatori di odio e di insulti, preferisco le storie, anche quelle non troppo dotte,
“scritte con stile sobrio e coerente ad un contenuto semplice, senza pretese”. Se
raggiungono il loro fine, funzionano. La realtà attorno si sforza di
testimoniare altro? Va bene, ne terremo conto, e vedremo di piegare anche la
realtà. (Non è plurale maiestatis quello appena usato, ma consapevolezza e/o
speranza di non essere solo)
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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