venerdì 4 luglio 2014

La Sagra dei somari


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Il paesino di Fiancomonte ha problemi che la Giunta - col Signor Sindaco in testa - vuole affrontare di petto (e pure di coscia, come suggerisce il solito Fogherini).
In una seduta fiume che si protrae talmente a lungo da far temere a tutti di non potere un giorno rivedere i loro cari si arriva ad una decisione sofferta e fortemente criticata dalla minoranza che siede sui banchi dell’opposizione: si riprenderà un’antica e dimenticata tradizione dell’anno mille o giù di lì, la Sagra dei somari.
Il primo sostenitore dell’iniziativa è il commerciante più ricco del paese, e tutto parte da una ricerca che la maestra elementare ha assegnato alla classe del suo pingue pargolo: Trovate almeno una delle storie dimenticate del passato che riguardano il nostro ridente paese.
Un compagno del figlio ha avuto la valutazione più alta con la sua ricerca piena di immagini scaricate dalla rete e con sapienti copia ed incolla che, ovviamente, non ha preparato da solo, ma di questo ora non mi interesso, cara lettrice e caro lettore, perché ci porterebbe troppo lontano dal filo della nostra favola moderna.
Fiancomonte avrebbe bisogno di un nuovo ponte sul torrente Bastiani per unirlo in modo più sicuro al fondovalle, ma è un’opera che, pur non costando moltissimo, richiederebbe anni ed anni di lavoro, col risultato magari di non poter essere sfruttata politicamente a proprio vantaggio malgrado il beneficio che tutti i paesani ne riceverebbero. 
Un consigliere del Signor Sindaco ha persino il coraggio di dire, ovviamente esagerando, fuori luogo e rubando la citazione: ”E dietro, che cosa c'era? Di là di quell'inospitale edificio, di là dei merli, delle casematte, delle polveriere, che chiudevano la vista, quale mondo si apriva? Come appariva il regno del Nord, il pietroso deserto per dove nessuno era mai passato?” Nessuno capisce la citazione, ovviamente, e lui rincara la dose spiegando che non serve un ponte verso il nulla, e che un tal ponte esiste già, del resto. La sua obiezione passa sotto un pietoso silenzio, si vuole ignorare che i ponti in realtà servono, e ne servono sempre di nuovi.
Pure l’opposizione snobba la citazione, e spinge invece per far approvare un provvedimento che rivitalizzi il paese assegnando i fondi (ormai destinati alla Sagra)  a sostegno delle famiglie sotto forma di buoni da spendere esclusivamente nei negozi e nelle botteghe del piccolo centro. Proposta bocciata.

La Sagra si ha da fare, quindi, ben venga questa iniziativa, ma dove sono i somari? Due giorni dopo nell’ufficio del Signor Sindaco la grana è evidente in tutta la sua gravità. Nessuno, nel territorio comunale, alleva più somari. Non somari in senso animale, intendo, salvo una famiglia di agricoltori che ne ha un paio, ma sono due maschi, quindi difficilmente potrebbero mai avere una discendenza, e i somari servono fra tre mesi, devono essere trovati entro la data della festa della patrona, Santa Liggia.  Il commerciante, assessore e primo sostenitore dell’idea si mette in moto per trovare una soluzione, ne fa una questione di prestigio personale, e in capo a un paio di settimane trova la risposta che cerca. Somari ce ne sono quanti se ne vuole, basta affittare per una settimana circa tutti gli animali che servono da una cooperativa neppure tanto lontana che li usa per la sua attività di opoterapia: la Asini, Ciuchi e Somari Onlus.

Ormai mancano pochi giorni al fatidico appuntamento e l’intero paese, dimentico dei suoi mille problemi, è completamente assorbito nell’organizzazione dell’evento. La Sagra ha già ha suscitato l’interesse di molti altri piccoli paesi della valle che vogliono esserci con loro rappresentanze, portando ulteriore lustro all’iniziativa della Giunta col Signor Sindaco in testa.
Tuttavia non è ancora tutto pronto per l’evento, e Santa Liggia sembra non abbia alcuna intenzione di collaborare per far accelerare, con un suo miracolo, i lavori di costruzione delle tribune, dei recinti e delle tettoie, dei percorsi e delle casette per gli ospiti attesi da buona parte del circondario.

Vengono chiamati operai anche da fuori e in qualche modo il giorno della vigilia tutto sembra pronto, anche se finito in gran fretta. I somari hanno una tettoia sopra la testa per la notte. La tribuna, un po’ instabile a dire il vero, è perfettamente addobbata. Le casette si sono ridotte di numero rispetto al progetto iniziale ma sono in piedi. 
Durante la notte tuttavia si verifica un imprevisto perfettamente prevedibile. L’unico ponte agibile, mentre passa un carro con un grosso carico di botti di vino trainato da un trattore, ha un piccolo cedimento e qualche pietra del suo terzo arco cade nell’acqua sottostante.
Il Signor Sindaco viene subito informato dell’accaduto, e ordina che, da quel momento in poi, sul ponte non passi più alcun mezzo pesante, ma solo pedoni e biciclette. Poi, sperando che la Sagra del giorno dopo abbia il successo che tutti si aspettano, ritorna a dormire, facendo brutti sogni e vedendo come in una sorta di premonizione cosa potrebbe succedere se il giorno dopo i somari lo tradissero.
Ma i somari umani in realtà non tradiscono, stanno tranquilli, basta che abbiano un po’ di soddisfazione in alcune cose del tutto inutili come, appunto, la Sagra del somaro. 
Sono i somari animali che invece pretendono di essere curati come si deve e se non mangiano a sufficienza non si smuovono di un millimetro.

                                                                                          Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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