giovedì 3 luglio 2014

Orchidea


Passeggia nelle strade del centro e tutti i maschi sopra i 12 anni non sanno resistere. Almeno un’occhiata, per un attimo – in molti casi non solo per un attimo - la dedicano a quella femmina vestita in modo non volgare né particolarmente provocante, ma bella da togliere il fiato, sia nel viso, dai lineamenti perfetti, sia nel corpo, che si intuisce da statua greca, quindi con proporzioni che farebbero felice un matematico, un artista, un poeta ed uno storico, e, ovviamente, chiunque altro, anche un cieco.
Lei guarda svogliatamente le vetrine, entra in qualche boutique, poi in un grande magazzino, e infine si siede ad un tavolino esterno di un bar del Corso, guardandosi attorno senza fissare lo sguardo su nulla. Ordina un semplice aperitivo, se lo gusta con calma, rimane seduta ancora un po’, tranquilla, quindi si alza, infila una banconota sotto il calice, mette gli occhiali scuri che prima non aveva ancora usato e si allontana.

Senza fretta ora scende con le scale mobili della vicina fermata della metropolitana, a volte sembra rallentare il passo, come ad aspettare qualcuno, ma è solo un’impressione, probabilmente, e quando finalmente arriva al livello delle linee dei treni sale sul primo convoglio diretto verso la periferia.
Sono ormai le sette di sera, le ombre iniziano a farsi lunghe quando risale in superficie vicino alla zona degradata verso la quale è diretta. Palazzi alti, pochi negozi aperti, umanità che lotta per sopravvivere e sogna la fortuna nel gioco, o cede alle lusinghe della pubblicità, oppure si accontenta di vivere ai margini, onestamente molti, di piccoli espedienti e furti alcuni, quelli che non accettano il ruolo assegnato loro dalla vita.
Orchidea vede tutto questo, non sembra impaurita dai visi che la guardano e sembrano volerle trasmettere ogni loro peggiore istinto. Che la spoglierebbero all’istante è perfettamente intuibile, ma non è quello che teme, e neppure lo cerca.
Si dirige verso un piccolo parco spoglio, pieno di rifiuti, con troppi cespugli e punti in ombra dove un qualsiasi pericolo potrebbe nascondersi.

Il branco, da quando è salita dalle profondità della città sotterranea, la sorveglia, in modo discreto, e la segue, raccogliendosi attorno al capo. Ora sono in cinque che entrano nel parco, pieno di nascondigli per la droga e che conoscono meglio di chiunque altro. La loro preda sembra cacciarsi in trappola da sola, come tutte le altre, stupide puttane che non sanno neppure cosa vogliono, mentre loro lo sanno benissimo. Il branco non ha mai agito nella zona, il capo non è uno stupido, sa come tenere lontano dalle loro case i sospetti, ma quella cerca qualche cosa, li provoca, forse è una giornalista che vuole notizie sulle periferie, sui traffici, sulle violenze, chissà cosa cerca, sicuramente non roba, non è il tipo. E non è seguita da nessuno, non sembra neppure un richiamo per farli cadere in qualche trappola. E' solo una scema, una eccitante stupida da castigare.
Lei passeggia, sembra ogni tanto guardare i palazzi, osservare le panchine luride, guardare dentro le ombre della vegetazione rada, ed intanto si avvicina a quel rudere antico in mezzo al giardino pubblico, ignorando la presenza dei cinque che la seguono.

Poi tutto avviene velocemente. Loro scattano intendendosi perfettamente senza parole e la gettano per terra, nascosti alla  vista di eventuali curiosi dai muretti della costruzione. Il primo le mette la mano sulla bocca, ma lei non sembra aver intenzione di gridare, si lascia toccare, quasi collabora con chi sta per violentarla. Si lascia alzare la gonna e lacerare le mutandine, poi si abbandona, lasciando che l’animale si sfoghi, a suo piacere. La sua bocca ora è libera, ma non urla, non chiama aiuto, e bacia persino il suo violentatore.
Poi anche il secondo, eccitatissimo, è su e dentro di lei, e raggiunge un piacere che lo lascia sfinito, e poi il terzo, il quarto, e infine il quinto. Il silenzio adesso è innaturale, ma lei non sembra aver alcuna paura di quei cinque animali, ora ammansiti, svuotati. È come se fosse esattamente quello che cercava, e lei una specie di ninfomane con istinti suicidi. Quando si alza e si rassetta l’abito li guarda quasi incuriosita con un sorriso indecifrabile sul viso, mentre loro sono seduti, o stesi per terra, incapaci di reagire mentre si allontana senza più voltarsi indietro e sparendo di nuovo nel sottosuolo da dove era emersa, meno di due ore prima.

Il giorno seguente una bellezza inconsueta passeggia nella zona attorno allo stadio, sembra alla ricerca di un appartamento in affitto, assomiglia vagamente ad Orchidea, ma è vestita in modo molto meno appariscente ed è castana invece che bionda. Sotto gli abiti informi cela però il tesoro del suo corpo, e i cercatori d’oro sono sempre pronti a partire per il mitico Klondike appena giunge la voce di nuovi giacimenti facili da sfruttare. Tra i vicoli dove si aggira con un foglietto in mano a cercare un indirizzo inesistente, due cercatori la bloccano, la spingono in un androne, il più basso estrae un coltello e lo punta alla sua gola facendole cenno di entrare in un lurido sottoscala, davanti a loro due. Il loro fiato puzza di vino scadente, il tanfo del sudore e degli abiti sporchi farebbero vomitare chiunque, ma la ragazza si china senza paura ed entra nello spazio nascosto che loro hanno scelto per farle la festa, senza alcuna reazione. Dentro si lascia buttare per terra e i due approfittano a turno di lei, che li lascia sfogare, non chiama aiuto, e sembra voler collaborare, come se non cercasse altro. Li bacia entrambi, dopo che si sono tolti ogni bisogno animale, e questi la lasciano sistemare ed uscire, alla fine di tutto. Anche il più basso, il più pericoloso, dimentica il coltello che prima aveva in mano e col quale pensava di ucciderla.
Il suo sguardo è perso nel vuoto, soddisfatto, quasi felice, senza alcun residuo della rabbia che prima mostrava.

Per diverse settimane la grande metropoli è testimone muta di continue aggressioni sessuali ai danni di donne solitarie che vengono sorprese nei posti più strani ed impensabili. Singoli maniaci violenti, coppie o gruppi di sbandati di ogni razza e colore, italiani e stranieri, talvolta uomini del tutto insospettabili e rispettabili cedono ai loro istinti violenti di fronte ad un’occasione che viene loro offerta su un vassoio d’argento, ed alla quale non hanno la forza di resistere. Persino un religioso, disturbato verso le dieci di sera da una giovane poco vestita nella sua piccola abitazione con la scusa di cercare un luogo dove trascorrere la notte cede al diavolo e violenta quella che era venuta per chiedere aiuto. E dopo aver subito la violenza la ragazza, con gli abiti molto più ordinati e presentabili di come si era mostrata al frate, sparisce di nuovo nelle tenebre.
Nessun giornale e nessun mezzo di informazione raccontano uno solo degli episodi di violenza che riguardano quella ragazza dai mille volti e dai numerosi travestimenti che è comparsa solo recentemente in città, ed i “normali” episodi di cronaca nera lentamente sembrano anzi ridursi di numero.


Chiavi di lettura suggerite ed alcune interpretazioni possibili, anche se non esplicite:
L’orchidea dal fiore bellissimo e prezioso attira l’insetto maschio col suo aspetto e col suo profumo ai feromoni e  lo fa accoppiare con lei e non con la sua femmina, sfruttandone il volo per diffondere il proprio polline.
La lotta biologica contro organismi infestanti e pericolosi si svolge con grande vantaggio ambientale utilizzando non pesticidi o veleni chimici bensì altri esseri viventi predatori di quelli sgraditi, o loro parassiti o inibitori della loro riproduzione.
Il drone è un velivolo comandato con un sistema remoto che non mette in pericolo il pilota e che, tramite diversi sensori, permette di controllare ed intervenire in vari modi a grande distanza dalla base operativa.
La robotica è una branca dell'ingegneria che si interessa ai metodi che permettono ad una macchina appositamente progettata di eseguire compiti specifici che riproducono il lavoro umano.
La castrazione chimica solitamente non è definitiva, è provocata da preparazioni ormonali e riduce la libido e la spinta all'attività sessuale.
La bambola sessuale, quasi sempre riproducente fattezze di donna, è utilizzata come surrogato e sostituto del corpo femminile in alcune pratiche sessuali.
Il droide antropomorfo è, nella fantascienza ormai classica, un organismo almeno in parte artificiale costruito ad immagine umana, in grado di sostituire l’uomo in varie situazioni.
Molte delle definizioni qui usate si trovano su Wikipedia.


                                                                                          Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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