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Alfonso parla sin da piccolo spagnolo, portoghese ed un po’
di francese.
Pure con l’inglese ha iniziato a cavarsela abbastanza bene
da quando vive sulla costa mediterranea spagnola a Estepona, piccolo centro a
pochi chilometri da Gibilterra. Mantiene contatti discreti con un vecchio amico
lontano, Miguel, che appartiene alla sua vita precedente, quella di Francisco.
Deve a lui la sua notevole ricchezza, che gli permette finalmente di vivere
senza paure economiche per il futuro e che comunque non farebbero parte del suo
carattere. Alfonso non è uomo da accontentarsi di vivere in modo leggero, senza
un vero scopo, ed ora è come sospeso, si sente un’ombra.
È mosso da un bisogno che ha dentro, indefinibile, cresciuto
ed alimentato da quanto ha sofferto, ma ha saputo col tempo controllarlo e
dissimularlo, attendendo il momento giusto per ogni cosa. Ha lasciato passare i
dodici mesi che gli erano stati consigliati come periodo minimo per scomparire
dalla curiosità del mondo e si è creato nel frattempo anche un’attività
fittizia da operatore turistico. I documenti che gli fatto avere Miguel sono
perfetti, e da quelli risulta l’unico sopravvissuto della sua famiglia, di origini
portoghesi (cosa del resto assolutamente vera) ed unico erede della fortuna di
suo padre, commerciante di legnami (completa invenzione). Comparire dal nulla
non è mai impresa semplicissima e da affrontare con leggerezza. Occorre dar
modo alla gente di abituarsi alla nuova presenza, trovare buone spiegazioni per
soddisfare le immancabili curiosità e permettere che le voci facciano il loro
percorso naturale e si sedimentino, mantenendo nel frattempo un profilo
abbastanza basso e lontano da ogni eccentricità.
Aprire un’agenzia turistica in una zona come quella appare
quindi del tutto normale, ed è pure del tutto plausibile che l’esercizio
commerciale preso in affitto in una zona non centrale si riduca in effetti a
nemmeno 30 metri quadrati di superficie, con una vetrina non particolarmente
attraente ed un’insegna quasi anonima. Alfonso inoltre non ha alcuna esperienza
nel campo, e deve necessariamente cercare una persona che possa aiutarlo. Il
giorno che fissa per incontrare le nove persone (otto donne e un unico uomo)
che gli sono state indicate da un ufficio di collocamento si ritrova a gestire
una selezione abbastanza facile. Dei nove aspiranti tre non hanno alcuna
esperienza precedente, due sono ragazze che sperano di essere assunte solo per
il loro sorriso ed il loro notevole culo e tre hanno varie esperienze ma
nessuna specifica nelle agenzie turistiche. Rimane solo Dolores, donna sui
quarantacinque anni, vedova da due, costretta dalla situazione contingente a
cercare lavoro e, fatto importante, con molta esperienza maturata presso
un’altra agenzia. Ha smesso di lavorare con la nascita dei figli, tanto tempo
prima, dedicandosi alla casa. Gli fa nascere da subito fiducia nei suoi
confronti, sa parlare con calma, sembra seria, e dice di conoscere molto bene
il mondo legato alle attività turistiche. L’assume in prova con una paga
modesta anche se potrebbe benissimo pagarla di più, ma non vuole destare alcuna
aspettativa o, ancor meno, creare curiosità con un comportamento diverso da
quello normalmente comune in casi simili.
La scelta si rivela subito molto felice, anche se Alfonso in
realtà inizialmente non conta assolutamente su un successo commerciale, e nel
giro di soli tre mesi la sua agenzia inizia ad avere un discreto giro di
clientela. Lui entra in quel suo spazio - al quale inizia ad affezionarsi -
ogni giorno, per due volte: il mattino presto e poi in serata, prima della
chiusura. Dolores gli spiega a quali iniziative si potrebbe dar vita, quali
offerte proporre, quali compagnie di navigazione e alberghi contattare per
allargare il loro giro, a quali altri agenzie spagnole o straniere associarsi,
in modo da avere contatti utili in caso di scambi o punti di riferimento
necessari con i clienti. Si vede che quel lavoro le piace, e lo sa affrontare
in modo molto professionale ed oculato. Lui è piacevolmente sorpreso da
quell’energia positiva, e si deve trattenere per non darle carta bianca su ogni
cosa e per non concederle più soldi; deve mantenere le apparenze e limitarla,
fingendo di non poter fare troppi investimenti, Non mancano poi momenti nei quali la donna racconta spezzoni
della sua vita, ma parla solitamente solo del marito, un po’ della sorella,
sposata negli Stati Uniti, e quasi per nulla dei figli. Lui l’ascolta, ma cerca
di non farsi prendere sul piano personale, e di sé dice poco o nulla, come se
portasse ancora un lutto pesante difficile da scrollarsi o anche solo da
condividere.
2
In questo modo Alfonso, dopo un anno ad Estepona, ha
un’agenzia ben avviata e una fama di giovanotto che pur segnato da sfortune
familiari è serio, di belle speranze e con un buon senso degli affari.
Ovviamente alcune giovani donne lo notano, e lui non si tira
mai indietro di fronte ad un’occasione, ma sin dal primo incontro chiarisce che
non cerca nessun rapporto stabile né legame sentimentale. In realtà si sente in
prestito, in quella piccola città, non sa ancora cosa farà in futuro, e vuole
semplicemente capire meglio cosa cerca. La sua disarmante sincerità e la sua
bellezza, unita all’aria di mistero che non riesce malgrado tutto a togliersi
di dosso ne fanno aumentare il successo, e anche con le donne con le quali va a
letto conserva sempre prima di tutto l’amicizia, ricambiata, e quasi tutte
accettano la situazione, trovando in lui un alleato che solitamente negli altri
uomini non hanno mai trovato. A qualcuna spezza il cuore, capita, ma lui non si
ritira nel rifiuto, le accompagna quasi con mano a superare la situazione, e sa
indirizzarle nel modo giusto. Le fa allontanare senza farle soffrire troppo,
offre loro altre opportunità, presenta amici che nel frattempo si è fatto in
vari ambienti, e sa allontanarsi quanto basta nel momento più adatto, lasciando
dietro di sé solo ricordi piacevoli. Con quelle interessate solo ai suoi soldi
sa chiudere a volte ancor prima di iniziare. Sa riconoscere abbastanza le
persone.
È in Spagna da circa
un anno quando riceve una mail dal suo amico oltreoceano. È una lettera strana,
che lo lascia senza parole, e dopo averla letta spegne il Mac ed esce che è
ormai notte, pieno di pensieri nuovi. Non sa rispondere subito a Miguel, deve
elaborare quanto gli ha scritto. Ha letto di sentimenti che lui non gli aveva
mai confidato prima. Ora sa di avere una sorta di padre adottivo, e anche una
sorella adottiva, orfana come lui, la quale però non è a conoscenza del fatto
di essere in qualche modo protetta ed aiutata. Loro due non si incontreranno
mai, quindi non gli serve neppure avere informazioni più precise su chi è e
dove vive. Ma, è quello il senso della mail, Alfonso non è solo, e quando
deciderà cosa fare della propria vita, troverà sempre un sostegno. Lo consiglia
poi di mettersi in contatto con il suo esperto informatico, quello che lo ha
aiutato a trovare tutto il denaro che ha in parte messo a sua disposizione, e
di usare da subito solo quella via per comunicare, dopo aver salvato solo le
informazioni essenziali ed aver distrutto le altre.
Miguel è prudente, sa come muoversi, riflette Alfonso, ed
ora con la mail gli comunica pure di essere in pensione dopo una vita trascorsa
nella polizia. Sei finalmente in pensione, sorride, sono felice per te, vecchio
lupo.
Passeggia sul lungomare, la gente attorno è poca, non
sarebbe prudente farlo a quell’ora, ma ha voglia di respirare e di pensare,
senza però riuscire a concentrarsi su nulla. Rivede solo le parole che ha letto
da poco. Poi il vuoto.
Un rumore alle sue spalle lo fa fermare e girare
automaticamente, ma vede solo un vecchio che cammina piano reggendosi con un
bastone, e riprende la sua strada. Pochi istanti dopo avverte uno strano
sibilo, ma non vede nulla di nuovo, solo lo stesso vecchio che sembra fermo,
tranquillo, a guardare il mare oltre le auto e le moto parcheggiate.
Lo sbirro che gli dorme dentro si sveglia, e decide così di
andare avanti, di svoltare alla prima traversa e di mettersi a guardare con
attenzione cosa fa quell’uomo. Gli basta un appostamento di pochi minuti. Il
vecchio riprende a passeggiare e quando arriva vicino ad una moto col suo
bastone – evidentemente dotato di una punta metallica - fora prima una gomma
poi l’altra del mezzo parcheggiato, poi riprende la sua strada, come se niente
fosse.
Questa me le devi spiegare, adesso, pensa lui, e si muove
calmo in direzione del vecchio. L’altro lo vede, rimane perplesso, ma non tenta
di scappare, e rimane fermo, ad aspettarlo.
-
Buonasera. –
-
Buonasera a lei, signore. –
-
Mi spiega per quale motivo ha forato le gomme a quella moto,
due minuti fa, e forse pure ad un’altra, ma non ne sono sicuro? –
-
Lei mi ha osservato, allora. Come si chiama, signor…?-
-
Alfonso, e lei? –
-
Bolao, se le basta il nome. –
-
Per ora mi basta, ed ora mi spiega perché sta facendo
questo, allora ?.-
-
Una promessa, caro Alfonso. Lei quanti anni ha? –
-
Ventisette, quasi ventotto, è importante? –
-
Certo che è importante, vede, io ne ho 74, sono vedovo da due
anni, e prima che Beatriz partisse le ho fatto una promessa, per nostro figlio.
–
-
Scusi, ma non capisco cosa vuol dirmi. –
-
Venga, Alfonso, andiamo verso quella panchina e sediamoci.
Poi, se vuole, le racconto la mia storia. Comincio ad essere stanco di camminare
e stare in piedi. -
Senza allentare l’attenzione Alfonso segue il vecchio verso
la panchina poco distante, si siede e non parla più, aspettando che sia l’altro
ad iniziare.
3
Quello non attende altre domande, e comincia a raccontare di
una coppia di giovani che si amavano tanto da sfidare il dissenso della
famiglia di lui, e si dilunga a spiegare di difficoltà e di anni difficili, ma
anche del piacere bellissimo di stare assieme culminato nel momento
dell’annuncio di lei di aspettare un bambino. Le difficoltà sparirono, e iniziò
un periodo di maggior felicità e di problemi che sembrarono sciogliersi al
sole. Questo durò sino a quando il loro unico figlio - Hermann si chiamava -
crebbe ed iniziò a separarsi da loro, a condurre una vita a volte discutibile,
frequentando ambienti che ai due genitori facevano paura. Non si opposero mai
alle libere scelte del figlio, se non un’unica volta, quando cercarono di
contrastare la sua decisione di comprarsi una grossa moto inglese. Ma era ormai
maggiorenne, e i soldi se li guadagnava, quindi dovettero accettare, e tenersi
dentro la paura e le ansie. Hermann amava le cose pericolose, e guidava la moto
come troppi si vedeva e si vede fare ancora oggi. Correva troppo, sorpassava
anche quando non sarebbe stato il caso, a volte colonne intere di auto ferme in
colonna. Durante uno di questi sorpassi azzardati un’auto, guidata da una donna
che non lo aveva visto arrivare a quella velocità e neppure se lo aspettava
perché in quel tratto era vietato, svoltò verso sinistra, tagliandogli la
strada e rendendo inevitabile lo scontro. Morirono entrambi quasi sul colpo, in
un groviglio di metallo, con parti dei veicoli lanciate a decine di metri di
distanza.
In quel preciso momento la vita di quella coppia finì. La
moglie non si risollevò più dal dolore immenso provato per la morte del figlio,
iniziò a balbettare e a non voler più uscire di casa. Lui invece tentò di
reggere l’urto, per amore di lei, e le rimase ancor più vicino di prima, non
senza aver cercato anche, in qualche modo e malgrado le loro non floridissime
finanze, di aiutare la famiglia dell’altra vittima dell’incidente. E tutto
proseguì in quel modo sino a due anni fa, quando Beatriz si lasciò morire, e
lui, prima che se ne andasse, le fece la promessa che si sarebbero ritrovati
presto, e che intanto avrebbe aiutato Hermann.
-
Ecco, signore, ora aiuto così nostro figlio. So che lo
farebbe lui, ora, se potesse. Metto fuori gioco, anche solo per pochi giorni o
poche ore questi mostri di metallo assassini. So che il proprietario non mi
capirebbe, ma io gli regalo la vita, gli evito di correre anche solo per poco. Lei
sa che i motociclisti di solito usano le moto solo durante la belle stagione,
questa insomma? Ridurre anche in percentuale minima la possibilità di lanciarsi
sulla strada con queste fabbriche di morte diminuisce la possibilità di avere
incidenti. Spero così di aver salvato
la vita ad almeno uno di questi giovani. Hermann aveva solo 24 anni, capisce? –
Alfonso ascolta, senza mai interrompere, poi rimane muto,
smette di guardare il vecchio, fissa gli edifici sull’altro lato della strada,
poi, incapace di dire nulla si alza, e si allontana dal vecchio, che prima
saluta con un sorriso triste.
4
Sente il peso di qualche cosa, addosso, ma non sa definirlo.
Ripensa alle parole di Miguel, e ancora non sa cosa gli riservi il destino. Continua
a passeggiare, e dopo quasi un’ora si ritrova alla fine delle sue solite zone,
dove il lungomare diventa diverso, senza stabilimenti balneari ma con costruzioni
nuove distanziate, grandi condomini per ricchi o centri commerciali. Un piccolo
chiosco residuato bellico di tempi ormai finiti ha le luci accese, in una curva
della strada che un tempo era diversa. Attorno nessuno e dentro un marocchino,
che offre bibite e kebab alla notte. Si ferma, scambia due parole, chiede un
caffè, pentendosene subito dopo, quello gli spiega che non è previsto il caffè
nel suo chiosco, ma lo farà anche per sé, e se lo berranno assieme. Lui aspetta,
ormai non può fuggire, ed alla fine quello gli appoggia una tazzina fumante
davanti, che emana un buon aroma. È buono, sul serio. Scopre che l’autore del
piccolo capolavoro si chiama Amir, e che quella è la sua ultima notte. Domani il
suo microlocale verrà chiuso ed abbattuto, e il caffè è offerto dalla casa.
Anche lì arriva la normalizzazione, la demolizione del
passato, e allora saluta e se ne va, con la tristezza che gli monta dentro,
mentre pensava di allontanarla.
Ritorna verso il centro, trova la sua strada e il palazzo
dove vive, apre e sale nell’appartamento che ha in affitto, e dove ogni tanto
porta qualche ragazza. È tutto in ordine. Paolita gli tiene pulita la casa e
gli sistema la biancheria. Si è offerta pure di cucinargli qualche cosa, se ne
ha bisogno, ma per quello lui preferisce uscire, e la cucina è praticamente
nuova come quando l’ha comprata.
Sì, domani deve dare una regolata alla sua vita, sente che
il momento è arrivato.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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