Non è vero che il calcio è il gioco più bello del mondo, lo
è solo per alcuni, educati in un certo modo, in alcuni paesi, e con mille
contraddizioni.
È uno slogan per autogiustificarsi in una propria debolezza,
un proprio vizio. Credi che io vizi non ne abbia? Cerco che ne ho,
semplicemente non ho questo, ho tutti gli altri. E quindi scavo dove a me non
fa male, come fanno in molti del resto, in modo meno scoperto di quanto faccia
io ora confessando che tipo di operazione sto compiendo. E ciò si verifica in
mille campi, indicando caparbiamente e a volte disonestamente la pagliuzza ma
non la trave, facendosi seguire da allocchi ben travati pure loro.
Che tristezza vedere i bambini che rincorrono un pallone, li
immagino già grandi, meno innocenti, entrare nel grande mercato della
televisione a pagamento, cadere nel tifo da stadio che a volte diventa
pericoloso ed omicida, buttarsi sulle scommesse lecite e clandestine, ammirare
falsi eroi o idoli pieni di denaro, trasmettere a loro volta ai loro figli
questo vizio, in una catena che raramente si interrompe.
Pensi che non veda il calcio pulito del dilettante che sa
giocare assieme ad altri compagni per sport e divertimento puro, per spirito di
squadra, per il proprio benessere ed equilibrio? Certo che lo vedo, e lo
ammiro, ma mi sembra sempre più una giustificazione, una bella maschera da
indossare per nascondere l’altro lato della medaglia. Perché alcuni lo fanno,
effettivamente, nascondono altro.
Credo nessuna dittatura abbia mai vietato il calcio, almeno
quello maschile, e neppure vietato altri giochi da bambini che imitano
battaglie con finti fucili e pistole (facendo pietosamente finta di ignorare
che anche vari adulti giocano alla guerra).
Dopo il calcio spacciato come il gioco più bello del mondo
perché non passare al mestiere più vecchio del mondo? A me sembra che questo
secondo slogan sia un perfetto pendant da abbinare al primo. Sottintende una
filosofia sessista e subdola, come se la donna fosse per sua natura
corpivendola mentre l’uomo il puro che semplicemente vede una merce esposta, e
l’acquista, povero caro, ingenuo e vittima di femmine ammaliatrici, come
innocente è chi acquista l’ultimo imperdibile prodotto degli eredi del guru
informatico per poter lanciare in rete i propri strali contro i consumi e la
casta che ci deruba o le immagini di teneri cuccioli pelosi.
Il mestiere più antico del mondo credo sia semplicemente
quello di vivere, in qualche modo, cercando di dare un senso alla propria
esistenza dal momento esatto nel quale si acquista, ahimè, coscienza di
esistere. E sperando di non perderlo mai, quel senso.
Ma se i bambini che giocano a calcio oppure si sparano per
finta mi fanno tristezza e le prostitute sono esseri umani come gli altri, né più
né meno, che razza di giochi dovrebbero fare i
bambini e le bambine per avere, un giorno, un mondo diverso? La mia è una
provocazione, ricordi? Non ho mai scritto che avrei dato linee guida. Quelle sono
nella tua libertà.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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