I corpi seminudi dei bellissimi ballerini che si intravedono
dietro le quinte sono pronti a scattare al suono della musica di Igor Stravinsky, sono sensuali e muscolosi, aggraziati ed armonici, e trasmettono
il massimo della fisicità e della gioia di vivere.
La notte d’estate con le sue promesse
sussurrate, gli abiti leggeri e provocanti, gli sguardi eccitati ed allegri di
tutti non fanno che accrescere l’attesa per la loro esibizione.
Appartengono alla compagnia di Maurice
Bejart, vengono da successi internazionali, presenteranno coreografie tratte
dalla «Sagra della primavera» e gli spettatori arrivano da tutta la regione.
L’attesa diventa spettacolo a sua volta
mentre le luci del tramonto cedono al buio della notte.
Siamo sul Trepponti di Comacchio, dove sono
stati allestiti il palco per il balletto e le tribune per gli spettatori,
un luogo magico sia per la storia sia per l’arte, ed è il primo anno, o forse
il secondo, che qui si tiene un festival del balletto.
Molti tra il pubblico sono organizzati, e l’aria
che sembra popolata di mille lucciole basse in realtà è densa anche dell’odore
del fumo prodotto dagli zampironi appoggiati sulle assi della tribuna e che
bruciano con una tenue ed ingannatrice brace.
Quando le luci si spengono ed inizia lo
spettacolo è chiaro a tutti che i corpi lucidi e muscolosi dei ballerini e quelli
aggraziati e sinuosi delle ballerine, ugualmente lucidi, non sono già sudati
nello sforzo artistico che stanno per produrre, ma semplicemente sono
letteralmente ricoperti di un velo di Autan.
Silvano
C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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