Ha mangiato con un collega, al ristorante dell’autogrill, ha
scambiato le ultime battute prima di salutarlo ma ora deve dormire. Domattina
si parte prestissimo e il viaggio non è neppure a metà. Sale nella cabina del
suo Scania parcheggiato un po’ lontano dagli edifici, chiude le porte con la
doppia sicura che si è fatta installare e si prepara per la notte. Quando spegne
la luce sono già le ventitré, è tardi ma non troppo. Mezz’ora dopo avverte un
malessere strano, più simile ad un incubo che ad un problema fisico, sporge la
testa fuori dalla tenda e nota un’ombra attorno al camion accanto al suo. Guarda
con più attenzione. Le ombre sono due. Una di queste, montata su uno
pneumatico, sembra voler tagliare il telone del rimorchio mentre l’altra resta
a terra, nel classico atteggiamento del palo. Non ha nessuna incertezza quando sistema
meglio la tuta con la quale di solito dorme, rimette le scarpe e prende un
piccolo e robusto badile appoggiato dietro il suo sedile di guida. Scende senza
far rumore dalla sua motrice dalla parte opposta ai due, facendo attenzione a
non far accendere nessuna luce, si muove silenziosamente e sfrutta i coni d’ombra
dei mezzi parcheggiati per avvicinarsi. Con un colpo preciso, di piatto, sulle
parti basse, mette fuori gioco il palo, e con un secondo fendente sulle
ginocchia neutralizza pure il secondo, che non fa in tempo a fuggire. Poi urla
e fa arrivare in pochi minuti gli altri camionisti che a questo punto bloccano
i due malviventi. Qualcuno chiama la polizia, quelli probabilmente non sono
soli, ma ci penseranno gli uomini in divisa a cercare di individuare gli eventuali complici.
E' bello il lavoro in biblioteca, ama da sempre i libri, ha
letto autori classici e moderni, italiani e di ogni paese del mondo, alcuni
anche in lingua originale perché capisce senza difficoltà l’inglese e lo
spagnolo. Il suo posto di lavoro non è fisso ma è rinnovato praticamente ad
ogni scadenza, dopo un intervallo di qualche settimana. La sua presenza poco a
poco è diventata necessaria grazie alla preparazione ed alle indiscusse
capacità informatiche. In pochi mesi ha riorganizzato interi settori della
struttura in modo più efficiente di chi vi lavorava stabilmente da anni ed ora sono questi ad
avere bisogno delle sue indicazioni per capire meglio come muoversi. Non ha mai
seguito le mode dei coetanei, e paga tutto questo con un isolamento personale quasi
totale ed una mancanza di amicizie che sopporta con fatica ed alla quale non sa
abituarsi. In rete trova un surrogato della vita che gli altri sembrano vivere
sul serio, e per il momento si accontenta.
Ama guidare i camion da sempre, lo faceva suo padre, e prima
di lui suo nonno. Sa sistemare quasi al millimetro bestioni da oltre 40
tonnellate a pieno carico meglio di tutti gli altri e con esperienza ben
maggiore alla sua. L’odore del gasolio è il suo profumo preferito ed è felice quando
riesce a sistemare con le sue mani un motore che fa storie. Ma sente la
solitudine. Crede di provare attrazione per il suo stesso sesso, e vorrebbe aver
letto un po’ di più, ma ricorda quando si faceva cacciare dalla classe o
prendeva in giro i compagni secchioni. Ora si pente, ma è troppo tardi per
ricominciare a studiare, o per iniziare a leggere. Prende a navigare in rete
per puro caso, quando per il compleanno riceve in regalo uno smartphone; ci
perde un po’ di tempo, si crea un account e sceglie, senza fantasia, il nick “Camionista87”.
Nell’intervallo tra i due turni mangia in fretta qualcosa in
una mensa vicina poi torna nella sala dove ci sono i computer e, senza abusare della sua posizione, naviga liberamente come è previsto che possa fare qualsiasi altro utente, usando una password personale ottenuta iscrivendosi ai servizi della sua biblioteca.
Da mesi gira a vuoto, cerca di allacciare un minimo di
contatti virtuali con sconosciuti e parlare dei suoi interessi, ma ben pochi
sembrano interessati a dialogare con “Libri e Sogni”. Molti si scontrano sulla
politica, con polemiche ed accuse reciproche. Altri parlano di sesso, di culi, tette
e cazzi, e mettono immagini pornografiche che all’inizio incuriosiscono, poi
annoiano. Altri parlano solo di sé stessi, e non ascoltano nessuno. Il bestiario
della rete inizia a deluderlo quando per caso scopre “Camionista87”. Il camionista
sembra interessato ai libri, è curioso delle letture che gli dice di aver
fatto, e racconta pure dei suoi viaggi, in modo interessante, aprendogli un
mondo sconosciuto.
La bibliotecaria è in gamba, pensa, ben diversa da quegli
idioti secchioni che prendevo in giro a scuola e che non sopportavo. Vede con occhi diversi autori
che gli insegnanti non erano riusciti a rendere interessanti. E ogni sera,
prima di dormire, prende l’abitudine di stare con lei per un po’ e scambiare due
parole virtuali. Dopo più di due mesi scopre che è di Verona, di un paese
vicino a dire la verità, ma per ora questo particolare non sembra molto importante.
Quel camionista è meno rozzo di quanto pensa di essere, riflette,
è sensibile ed attento, e le osservazioni che fa su quello che gli dico sono
sempre intelligenti, e mi fanno scoprire meglio quello che ho appena letto. Forse
potrei pure incontrarlo, se passa da Verona, in uno dei suoi viaggi. In fondo
cosa mi costa?
Intanto ha preso l'abitudine di entrare in rete anche da casa sua, la sera, prima di dormire.
Intanto ha preso l'abitudine di entrare in rete anche da casa sua, la sera, prima di dormire.
Meno di un mese dopo, in un parcheggio del Quadrante Europa,
si incontrano per la prima volta “Camionista87” e “Libri e Sogni”. Nessuno dei
due ha avuto il coraggio di descriversi, si sono fidati solo delle parole
scritte che hanno scambiato per quasi quattro mesi, e sono quasi certi che da quell’incontro
più che consolidare un’amicizia non potranno ottenere. Lo stupore è reciproco e sarebbe
assolutamente da immortalare nell’istante preciso nel quale "Camionista87”
scopre, nel punto e nell’ora fissata per il rendez-vous, un ragazzo magro ed alto, dallo
sguardo curioso e dall’espressione decisamente molto dolce mentre “Libri e Sogni”, a
sua volta, vede una ragazza, con una tuta da lavoro un po’ macchiata di grasso,
ma con un viso che illumina tutto il piazzale ed un corpo che non riesce ad
associare a quello di un/una camionista. La bibliotecaria si chiama Antonio, il
camionista è Anna.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Ciao, ho riletto dopo tanto tempo questo tuo racconto e mi sono permessa di metterlo del nostro blog di donne camioniste, mi era piaciuto allora e mi è piaciuto rileggerlo di nuovo!
RispondiEliminaNaturalmente ho messo il link al tuo blog!
Ciao e buona strada sempre!
grazie... :-)
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