domenica 2 febbraio 2014

Non perdere l’ombrello se piove

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Sono giorni e giorni che piove, e gli ombrelli servono per la loro funzione principale, ma prima o poi smetterà di piovere, uscirà il Sole, arriveranno giornate più piacevoli, ed allora gli ombrelli potrebbero servire ancora per un gioco semplice e istruttivo: trasmettere a distanza più facilmente la nostra voce, oppure raccogliere meglio i suoni che arrivano da lontano.

Firenze. Jean-Michel Folon, La pluie.   
Foto di Carlo Buliani


Basta aprire due ombrelli possibilmente simili, di curvatura regolare, e metterli come illustrato nel mio disegno, e allora Aldo, parlando più meno dalla posizione dove l’ho messo, rivolto verso l’interno del suo ombrello, a bassa voce, sarà perfettamente udibile da Bruno, se a sua volta metterà il suo orecchio nel punto indicato.
La voce potrà così percorrere cinque-dieci metri con facilità, ed arrivare nitida, come se Aldo fosse a 2 passi da Bruno.
La spiegazione ha a che fare con la riflessione del suono (hai presente l’eco?) e con le parabole, ad esempio quelle che ricevono segnali sui tetti, o quelle dentro i fari delle automobili, che sono specchi concavi. Le onde sonore, luminose o altro che siano, si riflettono, e noi possiamo sfruttare questa proprietà in molti casi, ad esempio in questo esperimento semplicissimo.
Per approfondire scopri cos’è e a cosa serve il fuoco in una parabola o in uno specchio concavo.
                                         




                                         
                                                                                                                                                              Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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