Siamo sicuri che a soffiare costantemente sul fuoco ed
offendendo chiunque tenti un minimo di dialogo istituzionale, si sbilanci in
mediazioni, si esponga con proposte costruttive e non solo di bandiera,
cercando un inevitabile compromesso, che è alla base di ogni corretta relazione
umana, poi gli ultimi, quelli che non hanno nulla, effettivamente poi stiano
meglio, e quindi non abbiano nulla da perdere?
Pure in un condominio, dove a volte si arriva a lotte
fantozziane per decidere se comprare o meno un tappeto da mettere
nell’ingresso, e dove si vota a maggioranza, non esiste un unico partito
egemone, ma ogni condomino di buon senso, solitamente, cerca di convivere con
gli altri, e di ragionare, per il bene comune, non solo per il proprio. L’alternativa
è non poter più vivere tranquillamente in casa propria, vedere tutti gli altri
come nemici, pronti a fare dispetti o veri e propri danni.
Ora il nostro Paese è oggettivamente ad un bivio, non credo
che lo abbia già superato, o almeno così mi auguro e voglio ancora credere.
La scelta che tutti abbiamo davanti è se desideriamo che la
nostra parte politica governi assolutamente da sola, escludendo ogni altro
partito o movimento o forza antagonista (cosa del resto irrealizzabile, e
possibile solo con una dittatura e con un dissenso annullato) oppure se
desideriamo veramente tentare una sorta di pacificazione nazionale, non a
vantaggio della “Kasta”, degli evasori fiscali, dei furbi con residenza
all’estero, del lavoro nero, del dipendente pubblico col terzo lavoro, del
politico ladro, dell’industriale che delocalizza, o di chi comunque ha qualcosa
da difendere, ma a vantaggio di chi non ha l’essenziale, degli ultimi,
riducendo la forbice sociale, arrivando con lo Stato dove ora arrivano solo le
Onlus caritatevoli.
Lo spettro di una guerra civile evocata da troppe parole
inaccettabili dovrebbe essere un monito a non tirare troppo la corda contro
Istituzioni che tentano di mantenere uno Stato di diritto, come giustizia,
scuola, sanità, sicurezza interna e milioni di persone che lottano, ogni
giorno, per fare il loro dovere, nel privato e nel pubblico, senza ottenere le
luci medianiche di troppi tribuni che conoscono molto bene le tecniche della
comunicazione. Sono questi i miei eroi, in una terra che non ha bisogno di
Eroi, o di uomini portati dal destino.
Rifletto sulle banche, che raccolgono i risparmi di famiglie
che con questi mantengono figli senza lavoro o assistono anziani e
malati dimenticati dallo Stato. Far fallire il nostro sistema bancario è una
soluzione che piace ai più deboli, agli ultimi, convinti di trarne vantaggio.
Io ricordo invece che, durante la guerra finita nel 1945, non furono gli ultimi
a trarne vantaggio, perché vennero spediti al fronte o vennero internati e
uccisi, ma coloro che sapevano far affari col mercato nero, cioè quelli che già
negli anni precedenti sapevano benissimo come sfruttare a loro
esclusivo vantaggio la situazione sociale e politica. Durante una guerra civile
solo i “furbi” si salvano, e quelli, credimi, in Italia sono già salvi.
Nota pessimista per finire. Il sapere che tanta gente è
schiava della ludopatia e che cerca in sogni irrealizzabili una svolta alla
propria vita non mi rende tranquillo, perché molti di questi sfortunati poi
votano, ma sono oggettivamente malati, ed hanno una percezione distorta della
realtà
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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