lunedì 17 febbraio 2014

L’infinitamente piccolo


Quando un maestro fece scoprire ad un ragazzino che esisteva qualcosa di non visibile ad occhio nudo e di non sospettabile, anche se intuibile a dire il vero, si aprì improvvisamente per quel ragazzino l’idea di infinitamente piccolo e della possibilità per l’ingegno umano di raggiungerlo, quell’infinito.
Quel momento aveva seminato in lui un ulteriore stimolo allo studio della filosofia, ad intuire l’esistenza della teologia, ad ammirare l’artigiano che c’è in ogni scienziato, a vedere la poesia dentro la natura, a scoprire che la matematica è bella.
E la cosa buffa, se buffa la ritieni, è che tutto questo era nato dallo scoprire quanto sporco c’è sotto le unghie usando una semplicissima e poco costosa lente contafili da 10 ingrandimenti con la struttura pieghevole.
Quel maestro era Adriano Franceschini.
                                                                                                   Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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