Ecco, questo è il tema che ho scelto della terna che avevo a
disposizione.
Le altre due proposte erano: “Descrivi le tue vacanze” e
“Palingenesi nell’orto biologico”. Praticamente non avevo alternative. Ed ora
passo allo svolgimento.
Scusa l’incipit, ma l’argomento mi interessa, da molto
tempo, diciamo decenni, quindi ho avuto tempo di sedimentare alcune idee e di
mutarne altre. Il fatto che la mia memoria mi riporti ai luoghi dove sono nato
o dove ho vissuto la mia infanzia, che mi faccia ricordare con gratitudine
alcuni miei maestri, alcuni amici, alcuni angoli o ambienti è assolutamente
positivo. Senza il mio passato non sarei quello che sono ora, allo stesso modo
in cui un popolo senza ricordare la sua storia e da dove viene è destinato a
perdersi, ed una nazione, senza trovare una sua ragione comune, condannata a
dividersi. Il mio dialetto, la mia lingua, le mie letture e i miei studi,
l’accoglienza che ho avuto, o i rifiuti, i successi e le delusioni, tutto mi ha
legato indissolubilmente. Poi, per lavoro, sono andato altrove, la scelta mi è
costata, non l’ho ancora sedimentata, ne ho solo preso atto. Ho visto e
conosciuto altro, altri campanili ed altri castelli, simili ma non uguali. Da
un ambiente di pianura, dove erano il mare ed il grande fiume ad essere
riferimento, ad un ambiente di montagna, con i suoi ritmi scanditi in modo
diverso. Il mio naturale campanilismo si è sgretolato, ed ogni ritorno nei
luoghi di origine mi ha fatto toccare con mano cosa significa essere troppo
orgogliosi di sè stessi e delle proprie tradizioni, sino ad arrivare alla
mancanza di una sana autocritica nelle menti più deboli, e al vero e proprio
razzismo. Ecco le radici dell’odio, quelle che vorrei estirpare anche da dentro
di me, ma che restano sempre, e ad ogni primavera rispuntano con nuove gemme,
talvolta sotto forma di nostalgia, o di rimpianto, o di rabbia per chi ora ha
preso il posto che era mio. Senso di rifiuto per chi ha trasformato in casa sua
quella che era casa mia.
Quante volte ho visto nelle differenze la ricchezza, e
quante altre invece tali differenze si sono rivelate tragiche premesse alla
miseria umana. Leggo di buddisti assassini, che si rendono responsabili in
Birmania di pulizie etniche contro i musulmani, e mi chiedo a cosa servano
moschee e chiese, sinagoghe e templi se le guerre di un credente contro un
altro sono destinate a non finire. Ovviamente spesso la religione nasconde ben
altro, e l’odio nasce da motivi economici e di potere, ma l’edificio religioso
resta centrale, nella comunità, qualunque essa sia, e segna i momenti
fondamentali della vita, come la nascita, il matrimonio e la morte.
Come credere quindi, se credere porta a tutto questo, o come
non credere, isolandomi dalla mia gente, rinunciare alle mie origini, rinascere
ogni mattino, senza sapere nulla di chi incontrerò oggi, e senza che lui sappia
nulla di me. Poter vedere solo quello che di buono o cattivo capita ora, non
ieri, o dieci anni fa.
“Immagina che non esista il paradiso
è facile se provi.
Nessun inferno sotto noi
e sopra solo cielo.
Immagina che tutta la gente
viva solo per l’oggi”
(Immagine, John
Lennon)
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.