Abitavo a Riva del Garda, mi piaceva il posto, un po’ morto
in inverno, per pochi mesi, ma poi di nuovo pronto a rianimarsi con l’arrivo
della bella stagione e dei turisti. Il suo centro storico mi affascina ancora
oggi, anche se è troppo pieno di negozi di souvenir, e mi ricorda alcuni paesi
di mare, per la presenza del lago di Garda. Già molti anni fa la sua economia
era diversa da quella della mia città natale, Ferrara, che solo recentemente ha
scoperto una sua vocazione turistica, valorizzando la sua storia ed il suo
passato di ducato estense.
Ma vengo rapidamente al dunque, altrimenti mi perdo in
divagazioni fuori tema. Un giorno le suole di un mio paio di scarpe si sono
staccate o hanno iniziato a farlo ed io, come ero abituato a fare a Ferrara,
sono andato da un calzolaio, nel centro storico di Riva. Bella bottega, un
grosso bancone a separare lo spazio per i clienti dal laboratorio, soliti
strumenti di lavoro, il calzolaio sorridente che mi chiede cosa desidero ed io
che gli mostro le scarpe, con una suola che si è staccata un po’ e con l’altra
che mostra i primi segni di cedimento.
“Me le lasci e torni la settimana prossima”.
Perfetto, me ne esco e saluto sorridendo. Sette giorni dopo
sono di nuovo in bottega e chiedo delle mie scarpe. Non si ricorda, mi spiego,
le trova, si scusa che non ha potuto ripararle, mi chiede di tornare dopo
qualche giorno.
Lascio passare un’altra settimana, poi torno. Stavolta mi
riconosce, e c’è pure la moglie con lui. Si scusa che non è stato bene, e mi
chiede di ripassare, per favore, un po’ più avanti.
Lascio passare altri giorni, ora neppure ricordo quanti,
ritorno. Appena entro la moglie mi riconosce: “ Selmo*, gh’è’l siur dil scarp…”
Manco a dirlo il calzolaio non ha potuto ripararmele, ha avuto altri impegni.
Sono leggermente contrariato, ma concordo di ripassare dopo pochi giorni,
saluto ed esco.
Ritorno dopo un’altra settimana, più o meno, e ancora, non
so con quale scusa, non erano state riparate. Chiedo di riavere le mie scarpe,
anche se ancora con le suole staccate, e me ne esco, non ricordo con quali
parole, per non mettere mai più piede in quella bottega. Per un po’, in
seguito, mi sfogo raccontando, appena ne ho l’occasione, quella mia
disavventura, che ancora oggi, dopo oltre trent’anni, mi infastidisce.
(* Nota - Selmo è un nome di fantasia, non mi ricordo il suo nome vero)
Silvano C.©( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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