Viene via dalla sua isola quando cerca lavoro rendendosi
conto che se resta non troverà nulla e dovrà vivere ancora per troppi anni a
carico dei suoi genitori, così parte con la morte nel cuore. Col primo stipendio,
ancora precario, cioè assunto a tempo determinato, si fa un regalo, e spende
esattamente la metà di quella somma, una cifra enorme per lui, per acquistare un orologio
automatico subacqueo. Nuotare ed immergermi verso il fondo nel mare davanti al
mio paese, pensa, sarà più bello se avrò questo orologio al polso.
Vive anni belli e difficili, solitudine e nuovi amici, ma
sempre lontano dalla sua isola, dove torna appena può, alla quale si sente
legato e dalla quale si sente anche respinto. Poco a poco le cose cambiano.
Esperienze, scoperte, scelte, poi una decisione importante, si sposa. La sua
vita ora è nella nuova città, anche se conserva amici sull’isola, e non
spezza ancora i legami. Con la compagna vive anni pieni: viaggi, condivisione
di mete, complicità.
Il lavoro gli piace, è fonte di qualche problema ma anche di
soddisfazioni, e si sente piacevolmente al posto giusto tanto che a volte neppure
crede di lavorare, e si ritiene fortunato rispetto ad altri che guadagnano di
più, ma non sempre fanno una vita che a lui piacerebbe.
Nel frattempo ha una figlia, molto desiderata, che lo lega ancor
di più alla moglie, e la fanno crescere da soli, senza l'aiuto dei parenti, perché
entrambi si sono allontanati dalle loro famiglie di origine.
Alcuni degli anni più belli della loro vita, quelli che
corrispondono ai primi della loro bambina, sono irreparabilmente rovinati da un
fallimento immobiliare che li coinvolge come acquirenti di un appartamento che
rischia di andare all’asta e nel quale hanno investito ogni risparmio ed anche
di più. È un periodo nerissimo, che sembra durare secoli e che si risolve con
una perdita enorme a livello economico ma con il mantenimento della proprietà
dell’appartamento. Lui conserva in una valigetta tutti i ritagli di giornale, i
documenti legali, le cause e gli accordi giudiziari. Ma poi la valigetta viene
risposta, nascosta, rimossa, anche se mai eliminata. Si riprende a vivere, le
cose di nuovo funzionano. Il colpo tuttavia non è stato indolore.
Lui sente nostalgia per la sua isola, mentre lei, che aveva
voluto allontanarsi dal suo paese natale, avverte molto meno questo sentimento.
Lei capisce che lui soffre di questa lontananza, ma non hanno modo di
avvicinarsi, o addirittura di andare tutti a vivere sull’isola. Il loro lavoro non
possono perderlo. Quando potrebbero finalmente spostarsi, è lui che non vuole
più farlo. Sa quanto gli è costato abbandonare la sua casa natale, le sue
origini, ed ora la figlia ha un’età nella quale i legami sono importanti, e non
vuole che lei debba spezzarli.
Arrivano gli anni della maturità, dei progetti a lungo
termine, e intanto i rapporti con i suoi genitori ed i suoi fratelli si
fanno tesi. Tornare all’isola è sempre più una pena, forse sbaglia, ma non si
sente più a casa sua.
Nel frattempo, con la soluzione del problema del loro
appartamento, hanno potuto chiedere un prestito, hanno messo da parte altri
risparmi, hanno avuto qualche aiuto, riparatore di torti subiti, e lui inizia a
pensare seriamente ad una piccola casa tutta loro, sull’isola, dove la figlia
intanto potrà iniziare ad andare, e più avanti potrà sfruttare lui stesso, quando
finalmente andrà in pensione.
Dopo ricerche, viaggi, incontri e visite, finalmente
acquistano una piccolissima casa, vicina al mare, non nuova, con qualche
problema, ma abbastanza economica, dopo aver scartato tutte le altre
possibilità offerte dal mercato o troppo costose o assolutamente inadatte.
Seguono anni febbrili, durante i quali lui dedica molto del suo tempo libero
per sistemare in autonomia quella piccola casa. Costruisce anche alcuni mobili,
altri li compra ed altri ancora li porta dal suo appartamento. Per pochi anni
la figlia segue una scuola alberghiera sull’isola, e va a vivere in quella
casetta. Poi le cose mutano, e lei, per scelte sue, ritorna a vivere in
famiglia, dopo aver trovato un lavoro precario e sottopagato a poca distanza
dall’appartamento dei genitori.
Passa ancora un po' di tempo, e lui, finalmente, va in pensione,
cominciando ad assaporare la possibilità di andare di tanto in tanto nella sua
casetta, e rivedere così la sua isola, ma stavolta da casa sua, senza dipendere da
nessuno.
Il sogno dura poco. Prima ancora che finisca il lavoro
un’alluvione colpisce la zona dove si trova la sua piccola casa sull’isola.
Sulle prime i danni non sembrano tanto gravi, ma col passare dei mesi la
situazione emerge in tutta la sua gravità. Tecnici del Comune, ordinanze del
sindaco, problemi con i vicini, e, alla fine, l’ordine di sgombero. Lui dedica così
il primo anno di pensione a distruggere ed a smontare quello che aveva
costruito e montato solo poco tempo prima, e, alla fine, si ritrova con una
casetta nella quale non potrà più rientrare sino a quando non verranno eseguiti
lavori di consolidamento del terreno e delle strutture murarie. Ora le poche
stanze sono vuote, lui ha staccato anche le prese della
corrente, che aveva scelto e sistemato una ad una. Rimangono alcuni scatoloni, una brandina ed uno specchio senza cornice incollato col nastro adesivo sopra
il lavandino del bagno.
Spera sempre di poter tornare, un giorno, in quella casa, ma
i mesi, e gli anni, passano.
(Dedicato a tutti gli
alluvionati, ai terremotati, a chi ha perso il lavoro e a chi non lo trova, a
chi è costretto a fuggire e a chi cerca un luogo per vivere e sognare)
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
Io vorrei tornasse in quella casa, con quell'orologio subacqueo.Non importeranno i mesi e gli anni.
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