Premessa
Una legge di Murphy, che passa sotto il nome di Principio di
Peter, dice che:
In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
E ci sono due
corollari:
1 Col tempo, ogni posizione tende a essere occupata da un membro che e'
incompetente a svolgere quel lavoro.2 Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza.
Vita vissuta
Potrebbe far ridere ma il Principio di Peter, quando in un
momento rilassato e non di lavoro l’ho riferito con le testuali parole citate
sopra al mio allora preside, mentre io come insegnante ero il suo diretto
subordinato, non è stato inteso molto favorevolmente, ed il capo infatti ha
glissato cambiando subito discorso e poi cercando la compagnia di altri
colleghi, lasciandomi con un sorriso un po’ tirato. Mi ha deluso, questa sua
reazione, perché mi sarei aspettato che prendesse la mia battuta con spirito ed
autoironia, anche perché non avevo alcun bisogno né di offenderlo né di
vendicarmi di qualche torto subito. Volevo solo scherzare. In seguito,
riflettendo, ho capito che lui, in effetti, era arrivato al suo livello di
incompetenza, e che quella che per me era solo una battuta per lui era una
critica che toccava sul vivo una verità che forse negava anche a sé stesso.
Capita di frequente, del resto, che tutti noi siamo pronti a ridere di ogni
cosa, alla sola condizione che non si tocchino alcuni argomenti, o non si
tocchino in un certo modo. Quindi non posso arrivare a conclusioni troppo
sicure su quell’episodio, e mi accontento di ricordarlo come una sorta di
aneddoto.
A dire il vero sono sempre stato bene in alcune gerarchie,
trovandovi la mia posizione ideale e gratificante, il mio ruolo perfetto
insomma. Poiché poi conosco i miei difetti: poca diplomazia, incostanza e
pressappochismo, facilità ad entusiasmi e delusioni, umore variabile e
istintività (e mi fermo qui per mia pietà), non ho mai avuto in nessun caso
ambizioni di carriera, se non quelle che credo universali e condivisibili, di
essere cioè un minimo apprezzato per quanto facevo e di riuscire a fare le cose
per bene, secondo il mio giudizio. Vedevo però in altri un fuoco, per così
dire, una volontà di emergere, di far carriera nella pubblica amministrazione o
fuori, non di rado con un secondo lavoro. Ho visto alcuni puntare sulla
politica, altri sul successo economico, altri ancora sulla conquista di cose
che non mi interessavano. Forse, quindi, questi hanno raggiunto, o rischiato di
raggiungere, il loro livello di incompetenza, ed io forse no. Chi può dirlo.
Riflessione finale, senza mie conclusioni
Nel pubblico o
nel privato, ed in ogni aspetto della nostra vita, nessuno forse è capace di
fermarsi un secondo prima, razionalmente, rinunciando a qualcosa che sembra a portata di mano ma che tale non è, e la vita poi non ha pietà a
colpire chi sbaglia. Non ho alcun consiglio da darti quindi, ma mi viene da pensare ai
polli rinchiusi in un recinto, ed all’ordine di beccata.
Se poi, tu che hai
letto sin qui, concludi che ti (e mi) paragono ad un pollo, questa è una tua
conclusione, non certo mia.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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