Il rospo e la modella

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Quanta invidia è malamente celata da battute maligne quando il maschio giovane e sfigato, con zero idee in testa e pochi soldi in tasca, magari neppure suoi ma di suo padre, vede un maturo rospo danaroso accompagnato da una donna che quando passa va voltare tutti, una fata non solo turchina, ma dai mille colori dell’arcobaleno.

Non so cosa passa nella testa della donna, anche se un po’ lo immagino, e per un altro po’ so da alcune confidenze quali meccanismi scattano nell’animo femminile, in alcuni casi, e senza la pretesa di generalizzare.

Sono un po’ più consapevole di quello che prova il maschio in questione, perché io per primo a volte sono attraversato da questi pensieri.

Del resto non è solo il giovane che invidia tali situazioni, ma anche il maschio più maturo, quello che avrebbe dovuto capire, avendo vissuto, cosa lui non ha e che il rospo invece ha. 

Non è che il denaro sia l’unico metro per valutare il successo, o misurare la persona, ma quando mai. Eppure è un metro visibile, e non sempre necessariamente ostentato in modo volgare. Il rospo, in qualche modo, ha dato prova di saper conquistare ciò che gli interessa, conosce le persone giuste, non è detto che sia nato ricco, anzi, spesso si è fatto largo da solo, ha l’intelligenza astuta che sa valutare chi gli sta di fronte, aveva uno scopo e l’ha raggiunto, ha dimostrato la sua genialità. È morale tutto questo? Non lo so, non lo voglio giudicare, voglio piuttosto rinfacciare a chi invidia una contraddizione (Tra chi invidia, come ho già detto, mi ci metto in parte pure io). 
La contraddizione sempre presente in chi deride e critica è che spesso, trovandosi per sue capacità o fortune dall’altra parte, non sarebbe migliore dell’oggetto dei suoi commenti. 

 (Danny DeVito non è sicuramente bello, eppure...)

                                                                     Silvano C.©


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